Ogni pilota di Formula 1 che negli ultimi anni ha incrociato la propria strada con quella del team di Faenza ha guardato al suo futuro sperando, e sognando, di indossare un giorno i colori ufficiali del Red Bull Racing Team. Un passaggio che ha segnato l'inizio di grandi successi, da Sebastian Vettel a Max Verstappen, ma che per tutti ha richiesto anche grande forza mentale, maturità, gestione di momenti complessi. Lo sa bene il pilota giapponese della Visa Cash App RB Yuki Tsunoda che in questi anni ha lavorato duramente per potersi preparare a raggiungere quell'obiettivo, crescendo e maturando, gestendo un carattere fumantino che nell'anno dell'esordio in Formula 1 lo ha spesso messo in difficoltà, restando però sempre fedele a se stesso, senza perdere l'unicità del proprio temperamento. Ce lo ha raccontato lui, poco prima dell'inizio di una pausa estiva in cui si parlerà (ancora) di possibili cambi di sedile in casa Red Bull, tra prospettive per il futuro e un occhio critico sul passato. Dall'amore per l'Italia che lo ha accolto, a ciò che più gli manca della cultura giapponese, passando per il sogno di aprire un giorno un ristorante (di cui non ci ha voluto dire il nome): Yuki ci ha portati con sé in un viaggio verso una seconda parte di campionato che si prospetta piena di sorprese.
Yuki, siamo ormai alle porte della seconda parte della stagione: come giudichi la prima metà del 2024?
Mi darei un otto su dieci. Ovviamente alcune cose potevo farle molto meglio, ad esempio a Montreal ho perso dei punti importanti a causa dei miei errori. Ma allo stesso tempo se guardo al passato posso dire che la mia costanza è sicuramente migliorata in questa stagione e questo è un punto di forza.
Quest'anno sei maturato molto sia in pista che a livello di mentalità. Hai cambiato qualcosa nel tuo approccio al weekend di gara?
Una cosa su cui ho lavorato molto è la comunicazione via radio e l'autocontrollo in quel contesto. Se mi guardo indietro, soprattutto nella mia stagione da rookie, ero davvero agitato e chiassoso via radio mentre recentemente credo di essere stato in grado di calmarmi, concentrandomi di più sui feedback che mi venivano dati, su come parlare delle strategie e via dicendo. Ho capito che è molto più utile parlare così in radio piuttosto che gridare con il mio ingegnere. Inizialmente pensavo che un feedback più nervoso mi avrebbe restituito una risposta più veloce e sicura ma poi ho capito che tutto ciò non aiutava, anzi, risultava proprio l'opposto. Ora ho trovato una costanza nuova e continuo a lavorarci.
Ora la testa è già alla seconda parte del campionato: che aspettative hai?
Credo che le nostre vetture in questo momento siano molto forti e, soprattutto a Silverstone, hanno fatto un grande passo avanti con il nuovo pacchetto. Quindi sono sicuro che avremo un ottimo riscontro anche nelle prossime gare. La parte centrale della griglia quest'anno è molto combattuta e ci sono parecchi team vicini, quindi non sarà facile per noi raggiungere le prime sei posizioni dalla fine della stagione, ma questo è il nostro vero obiettivo.
Ogni anno nella famiglia Red Bull circolano molte voci sulla situazione dei piloti: ora per esempio si parla moltissimo di una possibile sostituzione di Sergio Perez. Tu hai detto di essere pronto per un eventuale esordio in Red Bull, ma queste continue pressioni da parte del team per te sono motivo di distrazione o ti spingono a fare sempre meglio?
In realtà sono abbastanza abituato a questo tipo di pressioni perché per me vanno avanti da molti anni, da quando ero in Formula 2. Il mondo del motorsport è tutto così e continuamente sappiamo di dover dare il meglio perché c'è sempre qualcuno pronto a prendere il nostro posto. Ovviamente nel caso di Red Bull se ne parla di più perché la gestione piloti è diversa da quella degli altri team, ma non mi importa molto, io sono abituato, so che la cosa più importante è continuare a portare buoni risultati e ottime prestazioni.
Facciamo un passo indietro: per te l'arrivo nel team di Faenza ha anche rappresentato anche un cambio di vita. Come ti trovi a vivere in Italia?
Per me è fantastico. Mi piace molto lo stile di vita italiano e rispetto a dove vivevo prima, a Milton Keynes, il cibo è decisamente più buono. L’atmosfera e il clima in Italia sono ideali e mi aiutano molto a gestire la mia routine.
Ti manca qualcosa del Giappone?
Il cibo. Mi piace molto il cibo italiano ma il cibo giapponese per è comunque diverso perché ha un gusto "di casa" per me. E poi mi manca fare il bagno caldo giapponese. Di solito noi in Giappone facciamo il bagno caldo tutti i giorni ed è una sorta di reset mentale prima di andare a letto, soprattutto d'inverno. Poi ovviamente mi mancano anche la famiglia e gli amici.
Ci sono tanti fans giapponesi molto legati alla Formula 1. Noti delle differenze tra i tifosi giapponesi e quelli europei o americani?
Sì, sono un po' diversi. Forse i tifosi più simili a quelli giapponesi sono i britannici in termini di passione pura per il motorsport. Solitamente tra gli americani e gli europei ci sono molti fans giovani mentre i giapponesi sono più grandi e più vecchi come fascia d'età perché in Giappone c'è questa passione storica per la Formula 1. È una passione d'altri tempi che riguarda i team più legati alla tradizione e meno i piloti in sé, questa forse è la differenza maggiore.
Hai spesso raccontato di avere un altro sogno oltre alla Formula 1: quello di aprire un ristorante. Il progetto sta andando avanti?
Sì, anche se ovviamente per il momento mi concentro sulla F1 e sull'obiettivo di diventare un giorno campione del mondo. Voglio fare bene una cosa alla volta, prima mi voglio concentrare sul motorsport e poi sicuramente aprirò il mio ristorante.
Hai un'idea sul nome del ristorante?
Sì sì, ho già in mente il nome.
Vuoi condividerlo con noi?
No (ride, ndr). Altrimenti poi me lo ruberebbero tutti, la gente memorizza le cose e io non voglio che altri lo usino.
Parlando di futuro: l'anno prossimo ci saranno molte novità in pista in termini di cambi di piloti in altri team, da Hamilton in Ferrari all'arrivo di alcuni rookie in pista. C'è qualcuno che aspetti di vedere con più curiosità?
Ovviamente ciò che mi interessa di più sono le mie prestazioni però credo che sarà una bella stagione, con tante novità. Ovviamente sarà interessante vedere Lewis in Ferrari soprattutto perché, visto che io vivo in Italia, sarà bello vedere la reazione dei tifosi italiani al suo arrivo e la combinazione con Leclerc come compagno di squadra. Staremo a vedere, ma il focus per me rimangono i miei risultati.