“Sono malato di cancro e ho poco tempo da vivere. Perciò voglio liberarmi la coscienza e spiegare quel che so sulla scomparsa di Emanuela Orlandi”. Queste le parole di Mehmet Alì Agca che, non essendo stato ascoltato dalla Commissione d’inchiesta come aveva chiesto, ha deciso di pubblicare un video in cui racconta la sua verità su ciò che accadde a Emanuela quel 22 giugno di quarantuno anni fa. L’ex membro dei Lupi Grigi, autore dell’attentato a papa Giovanni Paolo II, ha puntato il dito contro il Vaticano: “Dichiaro al mondo che Emanuela Orlandi fu rapita da Entità. Entità è il nome di un servizio segreto. Ed è anche il nome di Satana”. E collega la sparizione della cittadina vaticana al segreto di Fatima: “È l’unico movente del rapimento. La scomparsa è avvenuta proprio nel 1983, anno Santo. È stato il Vaticano a rapire Emanuela Orlandi. È una cosa allucinante, ma è l’unica verità questa. Da quarantuno anni la tengono in un paese cattolico con la protezione di un governo cattolico, e questo lo potete capire anche dall’intervista del padre di Emanuela. Lui era sicuro che fosse viva. Gli avevano detto che l’avrebbero riportata a casa dopo poco tempo, dopo la mia liberazione. Naturalmente il piano non è andato come pensavano loro. Dio aveva un suo piano impenetrabile, incomprensibile”.
Stando alle parole di Agca Emanuela sarebbe ancora viva: “Se non è morta per cause naturali, sta benissimo. Ha una nuova carta d’identità. Non è più Emanuela Orlandi. Suo padre prima di morire ha detto che era stato tradito da coloro che aveva servito. L’hanno lasciata vivere in un convento di clausura. Meglio così piuttosto che una vita laica e miserabile. Magari un giorno diventerà beata, santa della chiesa cattolica”. Ha poi lanciato un appello a papa Francesco: “Deve intervenire, ascoltando la voce di Dio del Vangelo. C’è scritto che la verità ci renderà liberi, mentre la menzogna prigionieri dell’inferno eterno. Non abbiate paura di un mondo diabolico, corrotto, satanico. Abbiate soltanto il timore di Dio santissimo. Vaticano, liberate immediatamente Emanuela Orlandi. Viva o morta, consegnatela alla sua famiglia. Altrimenti l’anno Santo 2025 sarà l’anno Santo di Satana, all’insegna della menzogna”. E sulle tre inchieste in corso: “Finiranno assolutamente con un nulla di fatto”. Noi di MOW, dopo aver ascoltato le parole di Agca, abbiamo contattato Pietro Orlandi, fratello di Emanuela: “Penso che lui sia abbastanza convinto, crede a quello che dice, perché probabilmente all’epoca lo convinsero che l’avrebbero liberato in cambio del silenzio sull’attentato al Papa. Questo suo racconto è molto simile a ciò che mi disse quando lo incontrai nel 2010 a Istanbul, dopo che uscì dal carcere”. Incontro in cui parlò di documenti esistenti a sostegno delle proprie parole, documenti che dopo quattordici anni ancora non si sono visti. Oggi in Commissione verrà ascoltato il magistrato Ilario Martella, giudice istruttore nell'inchiesta sull'attentato a papa Giovanni Paolo II, secondo cui esiste una connessione tra le due vicende: la scomparsa di Emanuela e l’attentato a Wojtyla.