L'ambientazione è questa: Porto Cervo, tavolo vip, luci stroboscopiche, musica a palla e smartphone puntati. Fedez sale sul tavolo - esibizione improvvisata, telefono in mano - e attorno si crea un capannello di persone: chi vuole toccare il personaggio famoso, chi vuole il video da buttare sui social. Tra questi, un ragazzo, pure lui con il cellulare, convinto di poter riprendere una scena utile per i suoi follower. Ma prima si vede l'allontanamento con un ventaglio, poi il gesto choc: un calcio nella sua direzione. Il video diventa virale, come comprensibile, rimbalza ovunque e il pubblico si divide: “Prepotente”, “arrogante”, “fuori controllo” da un lato; “non è normale mettere un telefono in faccia” dall’altro. È l’Italia che si accapiglia online: tutti bodyguard e tutti giudici. L’onda cresce perché la scena ha tutto per far discutere: Costa Smeralda, idolo pop su un piedistallo e gesto deprecabile incorporato.
Ma dove finiscono il palco e la privacy quando il palco te lo costruisci da solo su un tavolo? E ancora: quanto possiamo pretendere dai famosi, quando li vogliamo sempre disponibili ma anche sempre impeccabili? La verità sta in quel frame un po’ goffo: un artista che scaccia l’ennesimo telefono come fosse un insetto fastidioso e un ragazzo convinto che “se non riprendo non è successo”. Due schermi che si scontrano. Non è un caso isolato: è il sequel del film che vediamo ogni weekend (dopo Belen che litiga con un benzinaio o lancia le patatine contro i ragazzi che la filmano). Costa Smeralda come set, ventaglio a scudo e il "passo di lato" che diventa notizia. Qui non discutiamo di codici penali, ma di buonsenso applicato alla movida: confini, rispetto, proporzione. Non bisogna forse né assolvere né crocifiggere. Le regole sono semplici: lo spazio personale è spazio personale, pure in discoteca e le star sono esseri umani, pure quando fanno show non richiesti? I fan restano fan, non mosche da schiacciare se si avvicinano troppo. Ma anche stavolta il popolo dei social ha trovato un'altra occasione buona per non parlare di cose importanti.
