Ghali viene intervistato da Repubblica in merito al testo della sua canzone a Sanremo, Casa mia, e per le frasi contro la guerra in Medio Oriente, da “Cessate il fuoco” a “Stop al genocidio”. Ma l’intervista non esce. Il Fatto quotidiano accusa Repubblica di censura, sostenendo che le posizioni dichiaratamente filoisraeliane del direttore, Maurizio Molinari, abbiano inciso sulla scelta di non fare uscire l’articolo. Il Fatto: “Repubblica censura Ghali prima del caos a Sanremo”, “Oltre Ghali, da Luttazzi a Zero: la smania di Repubblica per bavagli e insulti”, “TeleMeloni censura e lui pure: Molinari a Repubblica fa 2 pesi e 2 misure”. L’intervista doveva uscire il 10 febbraio, nell’edizione cartacea del quotidiano, ma la direzione avrebbe fermato la pubblicazione. Repubblica però risponde alle accuse e pubblica online l’intervista, per intero, di Ghali, spiegando quanto accaduto: “In merito a quanto pubblicato oggi dal Fatto Quotidiano, la direzione di Repubblica precisa che non è stata mai fatta alcuna censura contro il cantante Ghali, gli è stato invece chiesto di rispondere a una domanda sulle polemiche seguite al suo primo intervento a Sanremo in merito al mancato riferimento al 7 ottobre e lui ha scelto di non farlo. Pubblichiamo sul nostro sito l’intervista in questione che aspetta la sua risposta su questo tema perché il dialogo fra prospettive diverse arricchisce tutti”. Anche l’autore dell’intervista, Carlo Moretti, ricorda di aspettare ancora la risposta di Ghali sulla mancata menzione dell’attacco di Hamas. A complicare le cose un dato di fatto: molti lettori di Repubblica sono a sinistra e molta sinistra la pensa proprio come Ghali. Allora perché “censurare”? Lo abbiamo chiesto al vicedirettore di Libero, Pietro Senaldi, che spiega la scelta di Molinari e attacca Ghali: “Un antisemita”.
Pietro, hai letto delle polemiche in merito a Repubblica sulla presunta censura di Ghali?
Sì, ma Ghali non rispondeva alle domande e Molinari ha scelto di non pubblicarla. Non mi sento molto di attaccare Repubblica. Se non rispondi alle mie domande non ti faccio l’intervista.
Non ha risposto, pare, solo alla domanda sul 7 ottobre, giorni dell’attacco di Hamas.
Ma loro lo intervistavano per quello che aveva detto sul palco di Sanremo: “Stop al genocidio”. Per cui la domanda sul 7 ottobre non era laterale rispetto al tema. Se noi concordiamo un’intervista sulla crisi a Gaza e tu non mi rispondi sul 7 ottobre mi sembra assurdo.
E non potevano lasciare in bianco quella risposta e sottolineare il fatto?
Potevano farlo. Loro hanno deciso di non farlo. Io probabilmente avrei lasciato in bianco la risposta e sottolineato il fatto. C’è modo e modo nel mestiere giornalistico di tirar fuori gli imbarazzi dell’intervistato. Anzi, sono stati gentili nei confronti di Ghali.
In che senso?
Se l’avessero pubblicata avrebbero fatto venir fuori la verità, ovvero il fatto che lui è un estremista. Loro hanno protetto Ghali non pubblicandola.
Quindi Molinari è diventato il difensore di Ghali?
No, ma dico che non ha voluto far venir fuori il fatto che lui sia un estremista, che difende i terroristi ed è antisemita. Questa è la critica che faccio a Repubblica.
Ma quale è la linea editoriale di Molinari? Come mai è così filoisraeliano pur avendo lettori pro-Palestina?
Lui ha sposato una causa. Non dimentichiamoci che non solo lui è ebreo, ma lo sono gli Elkann, gli editori. Dal nostro punto di vista Israele ha ragione. È un paese offeso, colpito a tradimento, che si è trovato solo contro tutto il mondo, perché alla fine non è che sta raccogliendo tutta questa solidarietà. Non dobbiamo dimenticarci perché esiste Israele, nasce dalla Shoah e dall’Olocausto, per cui non sono motivi banali. Questi vogliono l’estinzione di Israele.
Possiamo anche dire che Israele ha reagito in maniera durissima.
Sì lo possiamo dire ed è verissimo. Ma mi sembra che lui non sia un filoisraeliano cieco, semmai è uno dei pochi che tiene conto anche delle ragioni di Israele. Io leggo Repubblica e posso dire che ospita anche delle voci critiche.
Quindi tornando al caso Ghali non hai alcuna critica da fargli?
Sì ce l’ho. Lui non pubblicandolo lo ha protetto. Avrebbe dovuto pubblicarlo e far vedere che Ghali è un antisemita.
Tu come l’avresti gestita?
Io avrei fatto un’intervista insistendo con le domande, chiedendo come mai non rispondesse proprio a quella domanda, chiedendogli se fosse o meno antisemita. Ma così mi sarei inimicato i lettori di sinistra che stanno con Ghali. Hai capito il cerchiobottismo? Lui ha dovuto difendere Ghali perché altrimenti avrebbe fatto un dispiacere ai suoi lettori e l’unico modo per difenderlo era quello di non pubblicare l’intervista.
Quindi mi stai dicendo che Molinari ha fatto l’operazione migliore per non andare contro Israele e per non inimicarsi i suoi lettori? Sarebbe ancora peggio della censura.
Sì esatto non ha voluto scontentare i suoi lettori. Se lui invece avesse pubblicato l’intervista sarebbe emerso che Ghali è un antisemita e questo non avrebbe fatto minimamente piacere ai suoi lettori. La sinistra è antisemita ma non vuole sentirselo dire. Quindi un giornale per gente di sinistra non può far vedere ai propri lettori che il loro idolo del momento, ovvero Ghali, è un antisemita.
Quindi Molinari si è tutelato.
A lui non importa di Ghali ma dei suoi lettori sì e per difenderli non ha fatto emergere la natura politica di Ghali.
Il Fatto quotidiano li ha spinti a pubblicare l’intervista dopo averli accusati di aver censurato il cantante.
Repubblica lo ha fatto perché così nessuno può accusarla di censura. Bisogna dire che molto spesso però la pezza è peggio del buco. Però io non sono così favorevole alla guerra tra giornali. Repubblica non aveva il dovere di pubblicare Ghali. se Il Fatto Quotidiano lo voleva sentire potevano fargli benissimo un’intervista e dedicargli anche diciotto pagine, non capisco perché debba andare a rompere i coglioni a un giornale che non la pubblica. Ognuno pubblica chi vuole. Perché devo fare le pulci a uno che non pubblica Ghali? Che ti frega, pubblicalo tu! Allora chiedo: perché loro non pubblicano un’intervista a Calderoli che difende l’autonomia? O a Nordio? Il fatto quotidiano sta facendo concorrenza a Repubblica, che ci sta tutta, visto che il mercato è libero, per cui è evidente che ci sia una concorrenza tra i due per accogliere il pubblico della sinistra, ed è per questo che hanno accusato Molinari di essere un censore.