C’era una volta una coppia da copertina: lui, Flavio Briatore, imprenditore da jet set con l’elenco contatti che parte da Donald Trump e finisce a Dubai; lei, Elisabetta Gregoraci, bellezza mediterranea con anima calabrese e cuore in vista. Ora, a distanza di anni dalla separazione, Elisabetta torna a parlare del loro rapporto con una dichiarazione che sembra scritta da uno sceneggiatore di Beautiful dopo una serata a base di Netflix: "Una notte, mentre Flavio dormiva, ho preso il suo dito e l’ho usato per sbloccare il cellulare. Volevo leggere i messaggi. Sul momento mi sono pure un po’ vergognata. Poi mi ha fatto ridere". Cosa ha scoperto? Niente, a quanto pare. Ma è il gesto che conta. Perché dietro al dito di Flavio c’è una storia che parla di amore, gelosia, famiglia e affetto che continua nonostante tutto. "Flavio è famiglia – dice – ci vogliamo bene, ma non saremo mai più una coppia". I paragoni si sprecano: da Al Bano e Romina a una possibile sitcom stile Casa Vianello, con loro due a punzecchiarsi sul divano mentre Nathan Falco chiede la paghetta con l’inflessione svizzera.

La Gregoraci non ha peli sulla lingua. Non li ha mai avuti. Né quando le davano della “mantenuta” ("Io lavoro, non mi sono mai fermata"), né quando le affibbiavano il solito cliché della bella raccomandata. "Se non fossi stata innamorata, non ci sarei rimasta 13 anni. Tredici, mica sei mesi". Il passato è archiviato, ma senza rancore. L’attualità? Una storia chiusa da poco con “Giulio”, un amore finito per qualcosa di cui non vuole parlare ("C’è stato dispiacere, ma fa parte del gioco"). E sul tema tradimento è categorica: "No, non lo perdonerei. Sono calabrese. Se lo fai, devi essere proprio bravo, sennò sono cavoli". Elisabetta è così: sensibile, permalosa, con i piedi freddi anche ad agosto – "dormo con i calzini" – e una voglia matta di vivere tranquilla, col mollettone in testa e il telefono in mano a parlare con le amiche. Niente mondanità, niente pose. Solo una madre, una donna, una showgirl che continua a mangiare biscotti quando è triste e che oggi, più di ieri, sembra sapere chi è quando si guarda allo specchio.
