Nel 2014 uscì una canzone che si chiamava Endorfine, suonata dai Nobraino. Fu un piccolo tormentone alternativo. Il ritornello era orecchiabilissimo, e faceva così: “Se ci pensi scopri che / ti droghi pure te”. Se volete fare un'esperienza immersiva di lettura, ascoltatela mentre leggete questo articolo. Sono passati dieci anni dal 2014, ma in questi giorni non riesco di nuovo a levarmelo dalla testa, quel ritornello. La colpa è di Matteo Salvini, che nel climax ascendente della sua ira funesta pre-elettorale ha rispolverato le sue armi migliori. O peggiori, dipende dai punti di vista. Durante un comizio in Sardegna, è tornato a bomba sul discorso droga. Lo ha fatto, tra l'altro, scopiazzando Marco Mazzoli dello Zoo di 105, che in trasmissione usa spesso la stessa identica frase, quando si tocca l'argomento. Per quanto riguarda il programma radiofonico più ascoltato d'Italia, le parole sono sicuramente adatte al contesto, che è comico. In un comizio politico, però, dire che “la droga è mer*a, e chi si droga è un c*glione”, se da un lato può fare contento un certo tipo di elettore, dall'altro ti espone per forza di cose a critiche che nei confronti dello Zoo non verrebbe nemmeno in mente di fare. Questo perché la droga è una questione davvero complessa, e trattarla in maniera così ovvia ti fa entrare in un vortice lisergico di problemi, anche se sei dichiaratamente sobrio. Se ci pensi scopri che - diceva il ritornello. Chissà se è tornato in mente anche a Luca Bizzarri, che ieri ha postato sui social un video rivolto direttamente al linguaggio diretto e antimetaforico del nostro ministro dei trasporti (piccolo appunto per i language nerd: il significato originario, dal greco, della parola metafora è trasportare, trasporto. Tant'è che sui camion in Grecia, ancora oggi, troverete questa parola). Il comico genovese, come spesso accade, ha evidenziato e riportato al ridicolo il discorso politico, toccando diversi nervi scoperti che Salvini avrebbe fatto meglio a coprire anzitempo. Il primo punto toccato da Bizzarri è stato l'alcol, spesso sponsorizzato da Salvini che, come risaputo, è appassionato di vino made in Italy (ma per essere davvero made in Italy non dovremmo dire italiano?) e di esterofilo mojito. Argomento classico e valido: anche l'alcol è una droga, quindi il Ministro dovrebbe dire che è me*da e autoingiuriarsi, anziché abusarne e pubblicizzarlo. Anche l'alcool è una mer*a da coglioni, dice Luca Bizzarri. Sono d'accordo con il ministro, aggiunge beffardamente, anzi, rilancio con una proposta: “Controlli a sorpresa, a campione, ai parlamentari e ai ministri. Visto che è una merda, non vorremmo mica avere dei coglioni in Parlamento, no?”.
Qui esce fuori tutta la psichedelia in cui si è infilato Salvini che, a questo punto, dovrebbe essere in “para dura”, come dicevano gli Skiantos nella intro di Eptadone. Perché la droga, in Parlamento, c'è sempre stata. Nell'ormai lontano 2006, Le Iene, programma di cui lo stesso Bizzarri è stato inviato e conduttore, si videro bloccare la messa in onda di un servizio che parlava esattamente di questo. Il Garante della Privacy motivò la censura argomentando che ci fu “raccolta illecita di dati di natura sensibile in quanto attinenti allo stato di salute”. Un parlamentare su tre risultò positivo ai test fatti dal programma di Italia Uno. Anche in questo caso ci furono effetti stupefacenti, tipo Alessandra Mussolini che protestò contro il blocco del programma, dicendo di essere “al regime”. Detto da lei, è una bella botta. Per aumentare l'effetto psicotropo, aggiungiamoci che al governo c'era Romano Prodi. Qualcuno ci dia un succo di frutta. Andiamo avanti, barcollando. Perché se è vero che la droga cancella la memoria, è altrettanto vero che Google tiene a mente ogni cosa, e ricordarsi di tutto può essere ancora più lisergico della memoria confusa. Infatti, poi viene fuori in un flash che nel 2017 ci fu un'altra inchiesta, condotta nei bagni del Parlamento con un semplice kit da piccolo chimico, dalla quale vennero fuori tracce di cocaina. Ma il top dello sballo, il momento in cui non ci si capisce più niente, arriva dopo. Nel 2020, infatti, la questione tornò in auge, e ci fu un botta e risposta tra Matteo Viviani, giornalista e inviato delle Iene, e Matteo Salvini. Il Ministro disse che lui avrebbe fatto il test antidroga “anche domani mattina”, in quanto è donatore di sangue e sicuro al 100% di non aver assunto nulla. Viviani rispose che comunque un test su base volontaria è insensato, perché è ovvio che se uno decide di andare a farsi un test antidroga non si sfonda di canne la sera prima, ed è altrettanto vero che essendo un esame su base volontaria, si può anche scegliere di non farlo affatto. Dunque, casomai Salvini dovrebbe fare un alcol test, e ammettere che anche l'alcol è droga, e il fatto che soltanto lui faccia un test non è indicativo di nulla sullo stato psicofisico degli altri parlamentari. Ora, per far scendere un po' l'effetto psicoattivo di questa discussione, ricordiamoci anche un'altra cosa. La droga è merd*, i drogati coglioni. Salvini l'ha detto in Sardegna, ma nessuno si ricorda che qualche mese fa, ad Atreju, si era fatto un orgogliosissimo selfie con Elon Musk? Lo stesso Elon Musk che ha fumato una canna in diretta? Lo stesso Elon Musk che è stato accusato di essere spesso e volentieri sotto l'effetto di stupefacenti? Salvini gli avrà detto cogli*ne? Gli avrà chiesto, come se fosse attaccato al famoso citofono: scusi, lei spaccia? Salvini, che ai tempi di Luca Morisi come social media manager ha costruito la sua fortuna elettorale sulle fake news, non ha in qualche modo drogato il modo di fare politica? Salvini, che nel 2018 fu immortalato dal settimanale Chi di notte, tutto marcio di sudore, mentre correva vicino al Colosseo, conosce l'effetto del runner's high, il rilascio di endorfine che avviene dopo l'attività sportiva, e che può creare dipendenza dagli allenamenti? Forse aveva davvero ragione la canzone: se ci pensi scopri che / ti droghi pure te.