L’arrivo dell’anno nuovo porta tanta consapevolezza. E io sento il bisogno e il dovere di fare chiarezza. Lo devo a me stessa, ma soprattutto a tutti coloro che mi seguono e si sono affidati al mio consiglio: chiedo perdono a tutti. Ho preso un abbaglio e vi ho portato tutti appresso a me. Sono caduta a terra, mi sono fatta male, ora mi rialzo. Sono pronta a combattere di nuovo, a vedere gli errori fatti in passato, rettificarli e, dall’importantissima lezione imparata, sistemare le cose e ripartire più forte e sincera che mai. Nei social sono ormai anni che lotto per dire le mie verità. Lo faccio col cuore e senza nessuna dietrologia o interessi economici, ma soprattutto ci metto l’anima e la faccia. Questo non è sempre facile. Cerco di avvalermi di più informazioni veritiere possibile e di associarmi a chi, come me, cerca di sensibilizzare i consumatori confusi su scelte ponderate, sane e consapevoli. È stato questo il motivo principale per il quale ci unimmo alla Codacons con tanto amore.
Assieme alla mamma Ornella (Muti), e sempre a nostre spese, siamo andate a sostenere la Codacons ogni volta che c’è stato possibile. Non solo quando abbiamo potuto portare il Codacons con noi nelle nostre battaglie, lo abbiamo sempre fatto pensando di fare del bene e la cosa giusta. Se tutto questo fosse stata solo una scelta personale, mia e della mamma (che io ho coinvolto), allora questa lettera l’avrei scritta in privato direttamente all'associazione dei consumatori. Ma siccome ogni mossa fatta assieme alla Codacons per i consumatori l’abbiamo fatta pubblicamente, mettendoci la faccia sia io che la mamma, non possiamo non metterci la faccia anche ora che ci siamo completamente dissociata da loro e dallo (a mio avviso) strano e controverso modo di proteggere i consumatori dei quali io faccio umilmente parte. Mi avvalgo quindi del mio avvocato, Antonio Pelle, per scrivere questa lettera, anche con la paura di eventuali ripercussioni che queste mie personali, oneste, parole possano avere una volta lette dalla Codacons. Dico questo perché, quando mi dissociai mesi fa pubblicamente, ricevetti da parte dell'associazione dei messaggi non proprio edificanti.
Sono tantissimi i motivi - che a elencarli ci metterei davvero troppo - per me molto validi e che mi spingono a dire a tutti che, né io né la mamma, affianchiamo più la Codacons. Dei premi ricevuti da loro non vado più orgogliosa come un tempo e li ho messi da parte. Tutto il lavoro fatto assieme fino a poco tempo fa, oggi mi sembra più uno sfruttamento mediatico ricercato per avere più visibilità, ma per loro. Conoscendoli meglio, ho avuto la bruttissima sensazione che fossero vere delle dietrologie per le quali mi hanno chiesto di collaborare, a differenza dei valori che non sono per niente validi come invece credevo. Non entrerò nei dettagli, perché questo lo sta facendo il mio legale. Io sento il bisogno di puntualizzare che né Carlo Rienzi né la Codacons si sono comportati (a nostro avviso) in maniera trasparente e coerente nei nostri confronti rispetto a quello che pensavamo stessimo facendo assieme. Dopo averci chiesto di affiancarli su varie battaglie contro “influencer dubbi”, oggi ci troviamo, non solo molto confuse, ma anche prese in giro da associazioni nelle quali non crediamo ci sia la stessa verità che cerchiamo noi. Mia nonna mi diceva sempre: le bugie hanno le gambe corte. Così noi ci sentiamo di aver fatto parte di una "grande bugia" e quindi in dovere di chiedere scusa per l’errore fatto e che ha coinvolto altre persone. Addio Codacons, preferisco seguire tutta la vita il salvagente.it. Magari non ci daranno dei premi, ma almeno dicono la verità, proteggono il consumatore e si concentrano sul loro lavoro senza passare il tempo a dedicarsi alla visibilità, ai social e all’apparenza. Un ultimo saluto da consumatrici che hanno sperimentato una grandissima delusione!