Si schiatta di caldo e in questa sporca estate fatta di guerre in Medio Oriente e nel resto del mondo, in Italia la polemica del giorno è sul clima. In politica si dice che gli estremi coincidano, e da Claudio Borghi a Marco Rizzo, sul tema del cambiamento climatico destra e sinistra si toccano con un dito come ritratti nella Cappella Sistina, negando che sia l’uomo la causa di questo mutamento. Abbiamo allora pensato di sentire il buon Rizzo, frontman zanzaresco del Dsp “ormai lo facciamo siglato, eh!”, non una band rock della Germania Est, ma il suo partito sovranista. Abbiamo cercato di mettere in luce qualche contraddizione insita nell’improbabile connubio marxista-trumpiano sotto il sole ardente del cambiamento climatico, ma la grande dialettica del Segretario ultracomunista ci ha spezzato le reni a suon di Marx. Buona lettura!

Fa un caldo boia. Secondo lei, perché Bezos sceglie di fare un matrimonio a Venezia con 40 gradi all’ombra? Non è una scelta piuttosto infelice?
Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi... Anche i ricchi sudano. Il tema è... (ride) il tema non è il matrimonio, ma quello delle tasse nel nostro Paese. È incredibile che ci siano lavoratori dipendenti che pagano una marea di tasse, e lavoratori come artigiani, commercianti, partite IVA, professionisti, che sono letteralmente distrutti dalle tasse. E poi, in alto, ci sono le multinazionali che, di fatto, non pagano le tasse in Italia. Questo è il tema vero. La cosa che fa ridere è che si discuta o si contesti un matrimonio e non si contestino queste cose. Quando io sento parlare del matrimonio, penso alle tassazioni. Il tema sono le tasse. Questo è il tema.
Qualcuno che ha protestato però effettivamente c’è stato, a Venezia... alla fine sono i soliti attivisti per il clima, che però fanno così tanto incazzare il popolo italiano e che a lei non stanno molto simpatici...
No. A parte che, di tanto in tanto, questi attivisti probabilmente sono stipendiati — perché abbiamo scoperto, anche se in parte lo scandalo è stato soffocato sotto gli occhi di tutti — che l’Unione Europea ha erogato finanziamenti, peraltro non in chiaro, a questi soggetti. Per decine di migliaia di euro. Le stesse ONG, e anche vari giornalisti, hanno ricevuto soldi per raccontarci una balla sul clima. Su questo voglio essere molto preciso. Il clima è sempre cambiato, probabilmente sta cambiando anche adesso. Ma il cambiamento climatico non è dovuto all’azione dell’uomo. L’azione dell’uomo è molto dannosa per l’inquinamento, ma è una cosa diversa. E poi, il 70% dell’inquinamento al mondo viene prodotto dalle prime cento multinazionali. Sono gli stessi capi che vanno in giro con elicotteri e jet privati, inquinando tantissimo, e poi obbligano noi a non girare più con la nostra Panda. E questo mi fa girare la testa, mi fa girare le palle.
Certo, ma come giustifica, le azioni di Trump – di cui lei che è stato ed è ancora suo grande sostenitore, nella direzione del “Back to plastic”?
Non sono informato su questa cosa specifica.
Trump è un personaggio che sta disarticolando questo "stato profondo" che ha guidato finora il totalitarismo globalista neoliberista, no?
Chi fa questo non può che farmi un favore. Oggi si chiama Trump — viva Trump — ma potrebbe anche essere chiunque altro. Questo è il motivo per cui, sui temi specifici, si può essere più o meno d’accordo con lui. Trump ha una specificità, ovvero, vuole fare gli interessi degli Stati Uniti. È vero infatti che in UE siamo in difficoltà, perché è da tanto tempo che non abbiamo più governanti in Italia e in Europa che facciano gli interessi dell’Italia e dei popoli europei. Questo è il problema.
Certo. Ma secondo lei è il caldo che ha portato Trump a bombardare l’Iran?
Questo si vedrà alla fine di questo periodo storico molto particolare, in cui accadono cose molto rapidamente. Non sono davvero in grado ora di esprimermi. Kamala Harris e Biden ci stavano portando coi piedi giunti dentro la terza guerra mondiale. E forse Trump è stato meglio... però vedremo.

Tornando al clima... secondo lei, la catastrofe climatica è il discorso dell’Apocalisse declinato in chiave marxista?
Non mischiamo la merda col risotto!
Marx, ad esempio, ha parlato dell’esercito industriale di riserva rispetto all’immigrazione selvaggia. Quindi ci ha dato delle buone indicazioni.
Allora, la Terra ha quattro miliardi e mezzo di anni. 300 milioni di anni fa era una palla gelata. 50 milioni di anni fa aveva una temperatura media di 8 gradi superiore a quella di oggi. L’uomo arriva un milione di anni fa. È chiaro quindi che il cambiamento climatico nella storia della Terra sia sempre stato un su e giù. Probabilmente anche questo è un periodo di cambiamento climatico. Quello che è falso è che sia indotto dall’azione dell’uomo. L’uomo produce danni all’ambiente, cancro, piante, animali... ma non il cambiamento climatico. Ci hanno raccontato questa balla per cambiare i temi di fondo dell’economia. E ora se ne stanno accorgendo, stanno facendo marcia indietro un po’ precipitosamente. Tutto qua. Questo è il mio parere.
Certo. Ma sa che nell’Apocalisse si parla dell’innalzamento dei mari, delle stelle che cadranno dal cielo… forse le bombe di queste guerre. Coincidenza?
Io sono un lettore di fumetti. Diciamo che l’uomo... l’uomo non tocca mai il fondo. E ho l’impressione che questo periodo molto strano, in cui anche tecnologia e scienza non vengono usate per il benessere dell’uomo, ma quasi a sostituzione dell’umanità...
Si spieghi meglio.
Non voglio arrivare a parlare di transumanesimo, ma qualche messaggio c’è. Io credo che bisognerà stare con i piedi per terra ed evitare di affidarsi a questi gusti che sono indotti dal mainstream. Bisogna tornare alla formazione, alla cultura, allo studio. Bisogna tornare a investire sulle nuove generazioni. Tra un po’ avremo generazioni che non sanno neanche più scrivere.
Davvero?
Sì. Mio padre aveva una cultura profonda, pur avendo fatto solo la terza media. Ai miei tempi, col diploma, avevamo una cultura profonda. La terza media o il diploma di tanti anni fa equivalgono tranquillamente alla laurea di oggi. Non vuol dire che i ragazzi di oggi siano stupidi. Vuol dire che c’è stata una riduzione della profondità dello studio. E quando c’è questa riduzione, non vengono dati gli strumenti. Noi non abbiamo bisogno di nozionismo, ma di senso critico. Capacità di interpretare il mondo. Di interpretare anche le scienze. Noi stiamo facendo esattamente il contrario.
A questo punto allora, reintroduciamo la leva militare per gli attivisti del clima?
Io sono stato — sono ancora — tra quelli che danno un parere positivo alla leva di popolo. Perché la leva di popolo univa sud e nord, ricchi e poveri. Faceva uno screening sanitario a tutta la popolazione maschile. E poi c’era l’idea di difendere il proprio Paese. Un’idea di patria e sovranità. Probabilmente un anno era troppo, ma sei mesi non sarebbero stati male. Va vista in un contesto come questo. Non come carne da cannone da mandare a combattere chissà dove, come vogliono i giornalisti del mainstream o i vari Calenda. Noi abbiamo bisogno di un’Italia neutrale. Un’Italia neutrale deve anche avere la capacità di difendere i propri confini. Oggi la leva sarebbe più un elemento di cultura, di sveglia per i giovani, che non tanto di difesa o attacco. Anche perché non c’è nessuno che vuole attaccare l’Italia. Noi siamo attaccati solo dalle migrazioni selvagge che stanno cambiando il panorama delle nostre città. L’esercito industriale di riserva, come diceva Marx, sta cambiando i connotati della società. Se arrivano milioni di persone pronte a qualunque lavoro, a qualunque prezzo e salario, salta tutto lo stato sociale, le pensioni, la sanità pubblica, i trasporti, la scuola, le case popolari... Salta tutto. Forse è proprio quello che vogliono quelli che vanno in giro con gli aerei privati, perché loro non vivranno questa condizione. Ma questa sorta di Macedonia, che si schiaccia verso il basso, fatta di popolo italiano e immigrati, cancellerebbe l’Italia come l’abbiamo conosciuta.
Il crollo dell’insegna sul grattacielo delle Generali a Milano, progettato da Zaha Hadid. È il simbolo di cosa, secondo lei? È il caldo? È la tigre di carta del capitalismo?
Questo non lo so. Certamente, se esiste una simbologia nei fatti, dà l’idea di quanto l’idea della finanziarizzazione del mondo, del profitto sopra ogni cosa... Ecco, quella caduta lì può essere simbolica. Un avvertimento a non pensare che il profitto e il denaro siano tutto.
