Rispetto per il corpo, per la famiglia. Per il dolore. Queste sono le caratteristiche che non possono mancare per chi, come la funeral planner Lisa Martignetti, si occupa di temi così delicati. “Non siamo tutti degli sciacalli”, ci tiene a precisare. Il riferimento è al video pubblicato da Selvaggia Lucarelli in cui la tanatoestetista Irene Mele parla di una futura live su Instagram. Il tema? La cura della salma di Giulia Cecchettin prima del funerale: “È inaccettabile, è una violazione chiara della privacy”, sottolinea Martignetti, “veramente vergognoso”. Sensibilizzare il pubblico su certe questioni è già di per sé difficile e l’accaduto rischia di rappresentare un critico passo indietro: “Stiamo facendo una fatica enorme e ora la massa penserà che siamo tutti così. Mi vergogno”. Un danno collaterale che impatterà sull’intero settore, quindi. Parlare di morte è necessario, inevitabile. Farlo nel modo giusto, però, è ancora più importante. Non si fanno nomi e cognomi. Non si entra per forza nei dettagli macabri, dandoli in pasto alla propria community. Di nuovo: “Non siamo tutti così”, dice Martignetti. Le sue parole servono a scansare ogni semplificazione, ogni vicinanza dei professionisti veri a una persona che ha mancato di rispetto al corpo una donna appena morta. E sulle parole di Gino Cecchettin...
Lisa Martignetti, cosa pensi del video che ha pubblicato Selvaggia Lucarelli?
Quello che è successo è gravissimo, sono cose che non dovrebbero succedere, soprattutto nel nostro settore, dove già facciamo fatica a farci accettare. Perché quando ti presenti e dici che lavori nel settore funebre partono gli scongiuri, quindi le corna, le toccatine. Insomma, le solite cose. Io insieme ai miei colleghi e colleghe cerchiamo sui social di sensibilizzare, ma se fai cinquanta passi avanti e poi arriva una che strumentalizza un momento così diventa tutto inutile. Siamo scioccati.
Qual è la cosa davvero inaccettabile?
Ieri sera quando l'ho visto mi tremavano le mani, ti dico la verità. Nei corsi di formazione ci insegnano che la prima cosa è il rispetto della privacy. In quel video c'è stata una chiara violazione. La cosa ancora più grave, oltre al fatto che c’è qualcuno che desidera sapere come è stato trattato il corpo di Giulia, è il coinvolgimento di altri professionisti. Per chi fa divulgazione è inconcepibile.
Su questo c’è consenso tra voi che vi occupate di quei temi?
Io parlo un po' a nome del settore funebre. Ci siamo confrontati tra colleghi, tra fornitori, tra colleghe. Inoltre, qui parliamo di una donna e già noi facciamo fatica a entrare all'interno di questo mondo, ma così è bruciato tutto. Poi voglio capire chi sono queste persone che volevano fare la live con lei. Ti ripeto, mi auguro che non venga mai fatta. Quello che è accaduto è aberrante.
Nel tuo ambiente è facile fare dei passi falsi viste le tematiche?
A volte sono stata io stessa, essendo un po’ più esposta a essere titubante. A volte dicevo, oddio, magari diventerò io preda di Selvaggia Lucarelli (ride nda), contro cui, ci tengo a sottolinearlo, non ho nulla, anzi. Io e molti altri proviamo a far vedere il nostro settore con occhi diversi, con sensibilità e soprattutto con rispetto.
Ci sono tante persone che costruiscono la loro carriera e la loro immagine su casi di cronaca come quelli di Giulia, qual è la differenza?
Io sono mamma. Io mi metto nei panni di un genitore che viene a sapere che qualcuno vuole fare una live parlando di come è stato trattato il corpo di sua figlia. È vero, ci sono dei content creator che parlano dei casi di omicidio passati, storici. Se ne può parlare, certo, ma puoi fare una live del genere. Non è umano questo e non voglio neanche definirlo animale, perché sarebbe un’offesa contro gli animali. Dove sta il rispetto? Dove sta l'etica?
Qual è il messaggio che voi del settore mandare?
Il messaggio che, spesso non viene capito è che, quando moriremo, i nostri cari avranno già tutto pronto. È una tutela per noi stessi e per chi amiamo. Cerchiamo di fare divulgazione parlando di cosa sta dietro al nostro settore, di far vedere anche il cimitero come un museo a cielo aperto e siamo tantissimi a farlo. Spiegando, tra le altre cose, anche come si può trattare una salma. Però non si fanno nomi e cognomi e non si entra nel dettaglio quando c'è un'indagine in corso. Qui stiamo violando tutto. Ma la cosa ancora più grave non è soltanto lei che si è esposta dicendo questa cosa: è chi ha accettato di fare una live. Qui si entra nel penale, perché stai violando la privacy. E questo è gravissimo.
Ovviamente tutto ciò avrà delle ricadute su tutto il tuo settore.
Sì, siamo arrabbiati, perché noi proviamo a fare due passi in avanti e poi accade, perché purtroppo è così in Italia, che arriva uno e distrugge l'operato di tutti. Poi veniamo tutti declassati. Un po' come i pitbull, no? Facevo l’esempio con il mio collega stamattina. Un pitbull aggredisce una bambina e allora ogni volta che se ne vede uno al guinzaglio viene definito cattivo. Già facciamo fatica a farci accettare, figuratevi adesso. Questo lo voglio dire con chiarezza: noi non siamo così. Voglio difendere la categoria.
Ne hai parlato con altre persone che conosci?
Da addetta ai lavori mi vergono. Oggi comunque avevo il telefono in tilt, perché chiaramente tutti me lo hanno segnalato. Io mi sento un po' una portavoce. Stiamo facendo una fatica enorme e ora la massa penserà che siamo tutti così. Ripeto, mi vergogno.
Di nuovo, la differenza con chi fa contenuti relativi a questi temi è solo il tempismo?
Prendiamo un podcast true crime che espone casi del passato, ne parla, va ad analizzare quello che è capitato. Qui stiamo strumentalizzando il corpo di una ragazza appena morta in maniera brutale. Il tempismo è chiaramente errato, ma sarebbe stato vergognoso anche se l'avesse fatto tra dieci anni. Perché nel nostro lavoro ci insegnano che la privacy è fondamentale. Tu stai andando a violare il dolore di una persona. Essendo madre mi metto nei panni della famiglia e penso, ma cosa vuoi fare, vuoi lucrare sul corpo di mia figlia?
Cosa sono le pratiche di tanatoestetica di cui parla il video?
Si tratta di andare a correggere i segni della morte. Anche se qui si sarebbe parlato di un corpo dopo un'autopsia, per cui è diverso da altri casi. È un ambito molto delicato da trattare in punta di piedi.
Cosa intendi?
Siamo all'interno di un contesto familiare che sta vivendo un lutto. Dobbiamo essere consapevoli che stiamo parlando del dolore e, soprattutto, agire come se fosse un nostro caro. Io però non mi occupo nel profondo di tanatoestetica.
Chi invece lavora in quell’ambito sarà ancora più indignato di te…
Ti assicuro che ho due mie colleghe che sono incaz*ate come delle bestie. Perché già cerchi di far capire quanto possa essere importante il tuo lavoro su una salma, la sua cura. Poi arriva questa e la strumentalizza così, la dà in pasto a tutti.
La conoscevi già? Come valuti gli altri suoi contenuti?
Nel settore sappiamo chi è, ma io non la seguo.
Cosa pensi invece del funerale di Giulia Cecchettin?
Ieri in realtà non ho potuto seguirlo. Volevo documentarmi ieri sera, ma alla fine non l'ho fatto: ho voluto staccare da tutti i social. Poi vabbè mi sono arrivati i messaggi in merito al video... Ho però visto il discorso che ha fatto il padre e ho pianto.
Come ti è sembrato?
Quando l’ho ascoltato l'avrei tanto voluto abbracciare. Penso sia una persona che in questo momento abbia bisogno di tantissimo affetto. Ha una grandissima responsabilità e da mamma posso dire che le due cose, il video pubblicato da Lucarelli e il funerale di Giulia, fanno ancora più male viste insieme.
Era giusto renderlo un evento così partecipato?
Ti dico la verità, non saprei rispondere. Giulia è diventata un po' la figlia, la sorella di tutte noi. Forse era un modo per rendere partecipe l'Italia del suo ultimo saluto.
Tanti lo vedono come un atto mediatico evitabile.
Non mi permetto di giudicare, dovrei trovarmi nella situazione per capire come gestire un evento del genere. È sempre la famiglia che sceglie. Spesso, magari quando muore un personaggio famoso, i funerali si faranno in maniera privata. Perché è comunque una volontà della famiglia. Ma ognuno la vive in maniera diversa.
Il video della influencer è decisamente andato oltre la volontà della famiglia.
La morte di Giulia dovrebbe essere rispettata con la massima delicatezza e riservatezza. Ripeto, nei corsi di formazione la privacy è proprio uno dei temi principali. Noi siamo custodi delle informazioni personali. Sempre.
Tra colleghi come avviene lo scambio di informazioni?
Non si fanno mai nomi e cognomi. Già è difficile parlare di morte, in più ci sono persone che possono danneggiare tutto il tuo operato. Questo colpisce la reputazione di tutti. Noi siamo delle persone importanti, che agiscono in un momento doloroso e delicato per una famiglia. Ci dobbiamo prendere cura di una vita. Inoltre, in casi come questi di omicidio, c'è la riservatezza totale. Gli operatori non devono proprio dire nulla in merito. Quindi è sorprendente il fatto che ci fosse qualcuno disposto a raccontare come si è curato il corpo di Giulia. Ecco, questo è proprio quello che noi del settore non facciamo. Queste cose ci fanno passare per sciacalli.