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Nuda e cruda

Dopo il funerale di Giulia Cecchettin superiamo gli slogan. Non dobbiamo vergognarci di essere bianchi e cristiani. Guardate l’arte blasfema (che accettiamo solo in Occidente)

Michela Morellato

6 dicembre 2023

Dopo il discorso di Gino Cecchettin al funerale di sua figlia Giulia, ora che Turetta è in carcere, possiamo superare gli slogan. Non dobbiamo vergognarci di essere bianchi e cristiani. Ce lo spiega Michela Morellato che tira dentro anche l’arte “blasfema” per dimostrare che…

di Michela Morellato Michela Morellato

Diciamocelo, la superiorità di noi cristiani è un po’ come nascere bianchi ed etero: è veramente una grazia divina. Con questo non voglio dire che gli altri non sono bravi o belli, siamo tutti unici, è vero, però il punto è un altro. Che colpa ho io se qualcuno si sente disagiato di fronte ai propri difetti interiori, spirituali e fisici soprattutto in questo momento storico di gran confusione spirituale e culturale? Io non mi voglio nascondere e per nessun motivo non intendo chiedere scusa per essere nata “fantastica”! Io amo essere bianca e me ne faccio un vanto. Amo essere nordica, amo discendere dai popoli del Nord, amo avere gli occhi azzurri e i capelli biondi, per me è naturale tanto quanto essere cristiana.  Credo nella mia religione e amo Gesù Cristo che, ve lo ricordo, è morto sulla croce per tutti noi. Quando parlo di superiorità religiosa e soprattutto della nostra bontà d’animo, mi riferisco a quando vedo dei mostri - tendenzialmente tutte persone disturbate - che vigliaccamente prendono in giro il mio Signore ritraendo Lui con tatuaggi e la Madonna come un uomo trans. Questo accade in Germania, a Düsseldorf, dove un sedicente artista tedesco Harald Glööckle, vestito da pagliaccio che si definisce “fluido” presenta questo dipinto nella sua mostra. Il dipinto svelato ad agosto 2023 ha ricevuto molta eco fra gli ospiti, ma all’inizio ben poca attenzione mediatica: solo ieri è riapparso, condiviso da un utente molto seguito su X di nome Radio Genova e, questa volta, è diventato virale nei social. Il dipinto in questione mostra una donna trans, la Vergine Maria, che tiene in braccio un Gesù tatuato da adulto, che raffigura il viso dello stesso Glööckler. Guardando la sua foto, si può dire che questo Gesù si è fatto fare anche le labbra e le unghie. La scultura originale della Pietà, alla quale Glööckle si “ispira”, è custodita alla Basilica di San Pietro in Vaticano e fu realizzata da Michelangelo fra il 1498 e il 1499: è una rappresentazione in marmo del momento in cui il corpo di Gesù viene deposto dalla croce e donato a sua madre Maria, ed è considerata l’opera chiave della scultura rinascimentale italiana, per l’inarrivabile bellezza senza precedenti.

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Il set fotografico de “La Pietà” di Harald Glööckle

Solo vent'anni fa questo genere di provocazione artistica sarebbe stata considerata come minimo sovversiva e mi chiedo perché invece all’artista non sia venuta la geniale idea di proporre qualcosa di simile raffigurante il profeta Maometto: se si vuole essere davvero sovversivi, perché non raffigurare in quel modo le altre religioni anziché concentrarsi a vilipendere solo l’iconografia cristiana? Questo perché gli artisti sanno di essere al sicuro, sanno che noi cristiani porgiamo l’altra guancia anche di fronte a certe schifezze (ricordiamoci anche il Cristo immerso nell’urina di Andres Serrano) e quindi, con codardia, questi artisti da strapazzo continuano a produrre queste opere prosaiche, noiose e patetiche. Katie Hopkins, commentatrice britannica conservatrice, commenta su X: “Che (non) ovazione!”. Quel quadro, infatti, rappresenta uno dei troppi casi di lucro sacro-religioso e osceno sul più grande artista italiano del mondo. È una presa in giro di tutto ciò che è sano e dignitoso. È la misura di quanto profondamente putrefatta sia diventata la nostra società, è un abominio! Altro che ovazione!

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Manifestazione contro la supremazia bianca

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