Nessuna assoluzione. Niente. Sotto la falce anti-burinate di Roberto Parodi ci finiscono tutti, ma proprio tutti. Dopo Salt Bae, i ricchi senza classe e i sostenitori del linguaggio inclusivo, Parodi – a rischio implosione per via dello «squallore che si vede sui social» – tira sotto Eddy Beef, l’influencer da 400mila follower su TikTok che ferma la gente con la supercar per chiedere “Cosa fai nella vita per poterti permettere questa macchina?”. Parliamo di un ragazzo milanese classe 1999, diplomato allo scientifico e laureato in Economia alla Cattolica. Cameriere, fattorino e poi commesso da Libraccio («la peggior esperienza della mia vita») che sembra aver trovato la sua strada. Ma davvero è la sua?
Parodi dice di no. «C’è un poveraccio che ogni volta che vede una macchina da tamarro – che so, una Lamborghini fucsia, una Hummer canna di fucile – gli si fionda addosso urlando “Ma questa macchina è bellissima? Posso chiederti cosa fai per potertela permettere?”, ma con un tono da leccaculo … una roba disgustosa» e nota: «L’idea non è neanche sua, perché c’è un tizio in America che fa la stessa cosa e ha 13milioni di follower, quindi ha sciacallato anche l’idea». Primo strike. E incalza: «Ma poi, dov’è la dignità? Genuflettersi di fronte all’ostentazione pacchiana dei soldi. Non ultimo anche la maleducazione. Oh, ma saranno pure un po’ cazzi miei?». Eddy Beef non è azzecca una. Non solo avrebbe rubato l’idea, ma risulterebbe anche maleducato, oltre a dar dimostrazione ogni volta di usare un metal detector per le pacchianate fluo. Insomma, un altro fenomeno del web bocciato per il prof. Parodi. Ma fosse solo questo.
Vogliamo parlare degli intervistati? «Il vero squallore sono le risposte di questi figuri che si pavoneggiano, con il loro ego che trabocca dal finestrino. Ma poi, oh, mai uno che dica “Faccio il notaio”, “Sono il primario di una clinica”, “Sono il direttore generale di una fabbrica che fa incudini”. No, è tutto un ammiccamento, strizzare l’occhio, mezze risposte». E ne elenca qualcuna: «”Sai, criptovalute …”, “Consulenze a Dubai …”, “Ho un e-commerce …”, “Sono uno Youtuber …”» che destano a Parodi un’unica reazione: «Ma chi cazzo sei?». Ma son tutti uomini? Ovviamente no e “il Parods” ne ha anche per loro: «”Ho sposato uno ricco!”, “I soldi sono del papi”, “Faccio contenuti su Internet”, ma contenuti de che? Ma chi ti conosce. “Cioè, no, veramente ho Onlyfans”», apriti cielo. «Ah, ecco, con un abbonamento di 8 euro al mese fai vedere le zinne a tutti. Va bene, contenta tu».
«Il messaggio che esce da queste porcherie è che se sei un furbo e conosci il modo, si diventa milionari. Ti fai l’auto da 300K, avrai i peones che vengono a bussarti sul finestrino per chiederti come fai a essere così ricco. Ecco il messaggio. Che farsi il culo, farsi la gavetta, non serva a niente». Per Parodi è una trappola per i più fragili: «Sono quelli che vanno male a scuola, abbandonati a se stessi, famiglie problematiche che magari non se li cagano neanche di striscio. Questi ci cascano». E chiude impartendo una lezione: «I soldi facili non esistono. Non ci sono i guru di TikTok, i business magici. On fatevi abbindolare da questa parola, “imprenditori”. Un tempo gli imprenditori erano quelli che avevano un’azienda e degli operai. E ora vedi quello che fa il galoppino a provvigione per un e-commerce, un franchising su AliExpress? E si dice “imprenditore”. Ma vaffan…» sigla.