“Salvini, rilassati, gioisci con noi! E la prossima volta che gioca il Marocco, ti invito da me a mangiare il cous-cous”. Karima Moual, la giornalista di origine marocchina di Repubblica e La Stampa che sulle reti Mediaset, se occorre, non le manda a dire, dopo la storica vittoria del Marocco sulla Spagna e quella sul Portogallo che ha fatto sì che si arrivasse alla prima squadra africana in semifinale del Mondiali: manda un abbraccio virtuale al leader della Lega, precipitatosi a postare indignato un video sui danni fatti a Milano da alcuni tifosi della squadra africana. “Dovrebbe essere una vittoria da festeggiare anche per i non marocchini”, aggiunge. Moglie di Vincenzo Amendola (Pd), da ragazza a scuola giocava a calcio (“nella squadra femminile del mio istituto, in provincia di Vercelli”). Naturalmente, ha tifato per il suo Marocco, a casa, in famiglia, con i genitori e i parenti: “un tifo italo-marocchino”, sottolinea, spiegando che “ai mondiali passati tifavo Italia, ora che l’Italia in Qatar non c’è, seguo il Marocco, i cui giocatori, lo ricordo, per la maggior parte vestono nei campionati nazionali la divisa di squadre europee”.
Cosa rappresenta la vittoria del Marocco sulla Spagna?
È la prima volta che accade, è un evento storico. Non solo perché ha vinto la nazionale marocchina, ma per il valore che può avere per l’Africa. Gente che è abituata a non arrivare a quel livello, questa ce l’ha fatta. È una rivincita.
Con la Spagna, in particolare, ha l’effetto di aver battuto un Paese con cui i rapporti, guardando alla Storia, sono stati, e sono ancora, difficili. Sull’immigrazione, ad esempio.
Certo, anche se starei sull’attualità, e sottolineerei la voglia di riscatto di un popolo che si è visto proprio nel gioco della sua squadra.
Qual è la molla di questa volontà di riscatto?
La fame. I giocatori del Marocco hanno vinto perché pensavano alla loro gente, ai loro sacrifici, alla fame di raggiungere traguardi così. Senza questa, non ottieni questi risultati. Oltre, naturalmente, alla preparazione tecnica.
Dopo la precedente vittoria sul Belgio e poi con la Spagna sono avvenuti scontri e danneggiamenti in Italia e in giro per l’Europa. Reazioni di, ahinoi, “normale” violenza di parte delle tifoserie scatenate, o la spia di qualcosa di più, di una rabbia repressa per un’insufficiente integrazione?
Siamo realisti: i fatti violenti sono opera di pochi delinquenti. La stragrande maggioranza di chi ha festeggiato lo ha fatto in maniera pacifica, con gioia. Guardiamo la realtà, anziché gridare alla frustrazione che non c’entra con il senso di giornate come queste.
Speculazione politica? Matteo Salvini ha subito chiesto che i responsabili dei danni a Milano siano individuati e paghino.
Me lo immagino, Salvini, che va immediatamente a cercare i dieci violenti per scrivere il suo tweet. Mi mette una grande tristezza. Invece di essere contento, va subito a caccia di pochi delinquenti. Lo invito a casa mia, alla prossima partita del Marocco. Mangiamo insieme un buon cous-cous e gioiamo assieme. Salvini, rilassati!