Ne L’impossibilità del racconto (pubblicato da Micromega nel 2022) Andrea Camilleri si guarda allo specchio e si parla addosso, perculandosi un po’, con la voce del suo personaggio principale, Montalbano. Chiede al suo ispettore un “racconto d’oggi”. Sono gli anni del G8 di Genova, della morte di Giuliani, degli abusi della polizia, la fin de siècle novecentesca spinge lo scrittore a impegnarsi con eventi che per Montalbano sono invece sovraccarichi, impossibili da imbrigliare. Può dare una storia al suo creatore? Forse un romanzo, anche lungo, dice, ma non di certo un romanzo. Gli butta lì degli appunti e aggiunge: “E mi viene francamente di catafottermi dalle risate all’idea di quali e di quante ‘aggiustatine’ il povero Camilleri dovrà fare uso per rendere «verosimili» storie dei giorni nostri, storie che una deriva delle leggi prossime venture trionfalmente avvia verso il mare aperto dell’inverosimiglianza assoluta.” Eppure, i giorni nostri sono totalmente impregnati, oltre che di assurdo, della verosimiglianza romanzesca dei libri di Camilleri, che ci parlano – e noi li capiamo – da un’altra lingua, da un altro stile, con un’altra ironia, che non sentiamo in tv, in parlamento, per le strade. Sono cento anni dalla nascita, 6 settembre 1925-2025. Come ha sostenuto Antonio Manzini nella prefazione alla nuova edizione Sellerio de La forma dell’acqua, Camilleri scriveva “dritto per dritto”, con un livello di consapevolezza che ricordava, in effetti, un suo riferimento letterario d’oltralpe, Simenon. E questa chiarezza di visione – possiamo dire chiaroveggenza? – che per decenni lo ha reso uno degli autori più apprezzati in Italia. Noi abbiamo chiesto a tre scrittori siciliani di dirci cosa ha significato Camilleri per la nostra letteratura e per quella terra. E le risposte sono state molto diverse, a dimostrazione che a un secolo dalla nascita e a quasi cinquant’anni dal suo primo romanzo, la sua eredità è ancora tutta da definire.

Il giudizio di Ottavio Cappellani
“Lo sento molto vicino: da parte di madre sono di Porto Empedocle. In Francia abbiamo avuto lo stesso traduttore, Serge Quadruppani. Vorrei soffermarmi su due aspetti che si affrontano poco. Il primo: era un grandissimo drammaturgo. I suoi testi sono macchine perfette di drammaturgia (viene dalla drammaturgia e fu il primo a portare Samuel Beckett in Italia). Il secondo: è stato l'ultimo a incarnare il "grande vecchio siciliano" figura mitologica nella letteratura siciliana (Pirandello, Bufalino, Sciascia). Questo penalizza gli Scrittori siciliani che non sono ancora vecchi. Nel frattempo l'editoria si è buttata sulle "aggattopardate", storie di nobiltà che profumano di scialle e biscotti della monaca con qualche brividino pomeridiano. Amen.”
*Ottavio Cappellani è autore, tra gli altri titoli, di Chi ha incastrato Lou Scortino? (2004), Sicilian Tragedi (2006) e Sicilian Comedi (2017). Il suo ultimo libro è Il carrubo e l'unità di misura del diamante (2024).

Il ricordo di Gaetano Savatteri
“Andrea Camilleri ha inaugurato un nuovo capitolo della scrittura dalla e sulla Sicilia. Dopo una Sicilia tragica, fatta di luce e lutto, praticamente in bianco e nero, con Camilleri è nata una Sicilia a colori che raccontava passione, dramma, gioco, cibo, comicità, paradosso. Camilleri ha aperto le porte a scrittrici e scrittori che grazie a lui hanno trovato la propria voce, costruendo una nuova isola narrativa.”
*Gaetano Savatteri è autore, tra gli altri titoli, di La congiura dei loquaci (2000), La volata di Calà (2008) e I ragazzi di Regalpetra (2009). Il suo ultimo libro è Il cantastorie di Vigàta. Andrea Camilleri in parole e immagini (2025).
Il ricordo di Fulvio Abbate
“Andrea Camilleri, come ho più volte detto nero su bianco, era uno Sciascia-Hag, cioè un succedaneo depotenziato. La sua prosa da proloco assente al senso sia del tragico sia dell’ironia che altrove muove ogni pensiero dei siciliani; un dialetto da parodia minore. Dopo sette righe rinunciavo a proseguire la lettura.”
*Fulvio Abbate è autore, tra gli altri titoli, di Zero maggio a Palermo (1990), LOve: discorso generale sull’amore (2018) e Lo Stemma (2023). Il suo ultimo libro, scritto insieme a Bobo Craxi, è I misteri di Monti Parioli (2025)
