Sono tutti fro*i col cu*o di Alessandro Giuli. E a quanto si è capito, vedendo la puntata di Report (e come anticipato da Dagospia – “Avvertite i trombettieri di Palazzo Chigi: il servizio Giuli-Spano di Report non conterrà dettagli piccanti da treschetta gay”) questa faccenda dell’omosessualità di Spano è una questione tutta interna alla Destra. Apro una parentesi etero: ma quanto è bella Antonella Giuli, sorella del ministro Alessandro e ufficio stampa della Camera (ma sempre appresso ad Arianna Meloni). Adesso che pare abbia sfanculato in transatlantico Federico Mollicone, alla contemplazione “estetica tedesca” si aggiunge l’ammirazione intellettuale sicula. E niente, da quando ho visto le foto di sua sorella sono diventato pro-Giuli, senza se e senza ma. Ma stavamo parlando di fro*i. Io che antico sono, mica l’avevo capito che c’erano in giro voci su una presunta liason ficchi-ficchi tra il ministro Giuli e Francesco Spano (alla quale va d’obbligo la solidarietà per quell’aggettivo orripilante, “pederasta”, che si rifà senz’altro alla cultura classica greca, ma non dobbiamo dimenticare il caro Gottfried Benn, che definiva i greci antichi: “Un geniale popolo di merda”). Ad avvertirmi – praticamente mi sto rincoglionendo – di queste maldicenze è stato il pezzo di Salvatore Merlo su Il Foglio, che ha parlato di “insinuazioi da trivio” da parte della “trilateral della sporcizia (Verità, Report e Dagospia). In tale articolo c’era una intervista a Vittorio Feltri in cui, notizia data da Feltri (o almeno io era la prima volta che sentivo una cosa del genere) pare ci sia stato un chiacchiericcio intorno a orge gay al ministero della Cultura. Da dove viene la sporcizia? Dagospia è un sito Queer (ce ne vorrebbero), Ranucci non lo vedo così interessato a chi fa ficchi ficchi e con chi lo fa (come dimostrato ieri sera), La Verità ha Francesco Borgonovo, che, non si sa perché, non vuole rispondere chiaramente sul suo orientamento sessuale dopo l’outing di Massimiliano Parente sulla sua omosessualità. Borgonovo, vicedirettore de La Verità, ha partecipato a molti eventi – lo dice Wikipedia – dell’Associazione Faimily Day e de Il Popolo della Famiglia, e certo non credo che il suo quotidiano credo vada a fare insinuazioni su un eventuale ficchi ficchi di Alessandro Giuli e Francesco Spano: almeno non credo; non leggo La Verità, ma ne leggo i sunti su Dago (ma da oggi in poi aggiungerò il quotidiano alla mazzetta) e non mi sembra che La Verità possa marciarci su, a insinuazioni del genere che hanno, appunto, sfiorato Borgonovo. (A proposito: perché risponde che “sono fatti suoi” mentre dei fatti degli omosessuali dichiarati vuole occuparsi? Mistero gaudente).
Detto questo, la verità (in minuscolo) è che sono tutti un po’ fro*i. Tra eterocuriosi, criptopuppi e persone serene, a destra sono tutti un po’ fro*i. Come tutti noi, che abbiamo un pezzo di anima femminile incisa nella nostra coscienza e chi la nega poi diventa represso e odiatore eccetera eccetera. Che poi la puppaggine fa parte della cultura nazifascista (non sto dicendo che la destra odierna sia nazifascista, sto solo facendo un esempio e se devo farlo lo faccio bene e sto dicendo, semmai, che i nazifasci erano puppi). Non solo perché l’adorazione di un uomo – il Duce – da parte di un altro uomo è puppa in sé (poi certo, c’erano quelli obbligati da un regime violento che voleva che anche gli altri fossero puppi e amassero il Duce), ma anche e soprattutto perché il nazismo e la puppaggine hanno sempre avuto un rapporto molto stretto, strettissimo, da ficchi ficchi direi. Nicky Crane, attivista del neonazismo inglese, fece coming out. La National Socialist League, a volte indicata come Partito Gay Nazista fu un movimento politico di estrema destra americano. Uomini, eroi, gay e nazisti è un documentario del 2005 (sì, lo so, sembra un film della Troma: “I nazisti surfisti devono morire”) che racconta i gay skinhead. Susan Sontag (mica cazzi, cioè: a proposito di cazzi) in Sotto il segno di Saturno parla dei riferimenti omoerotici di Leni Riefenstahl. La conosciuta tesi di Pietrangelo Buttafuoco, sviluppata nei pomeriggi delle assolate campagne di Agira, quando le donne sono tutte in casa, è la seguente: “Se tu sei lattughina e io coltello, e io ti taglio, tu continui a essere lattughina e io coltello”. Ma su questa tesi io avrei da ridire, a me il cu*o piace se c’è attaccata una bella donna (è un mio vizio, faccio parte di una minoranza, vado protetto, non rompete le palle), e se un coltello taglia la lattughina secondo me è puppo: non siamo cubisti del cu*o che scomponi il cu*o dal resto. Però poi ognuno pensi quello che vuole, ovviamente. Tornando alla Destra contemporanea: Fabrizio Corona dice che Daniele Capezzone sarebbe gay (non capisco cosa potrebbe fottercene), Massimiliano Parente (scrive su Il Giornale) in una telefonata a tre con Gianmarco Aimi (ho detto “telefonata”) mi disse se l’avessi mai preso nel cu*o perché Parente ne fa un discernimento letterario: secondo Parente se non la prendi nel cu*o non puoi fare Letteratura (uh, sai quanti scrittori di Destra conosco!). Tommaso Cerno, Alessandro Cecchi Paone. Insomma, siamo tutti un po’ fro*i. Quello che la Destra non riesce a comprendere (a volte troppo impegnata a maneggiare caz*i) è che se si fa politica sul gossip puppo-ficchi è perché l’hanno voluto loro. O mi sbaglio?
Nicky Crane, attivista del neonazismo inglese, fece coming out. La National Socialist League, il Partito Gay Nazista, fu un movimento politico di estrema destra americano. “Uomini, eroi, gay e nazisti” è un documentario del 2005 (sì, lo so, sembra un film della Troma: “I nazisti surfisti devono morire”) che racconta i gay skinhead. Susan Sontag (mica cazzi, anzi, a proposito di cazzi) in “Sotto il segno di Saturno” prala dei riferimenti omoerotici di Leni Riefenstahl. La conosciuta tesi di Pietrangelo Buttafuoco, sviluppata nei pomeriggi delle assolate campagne di Agira, quando le donne sono tutte in casa, è la seguente: “Se tu sei lattughina e io coltello, e io ti taglio, tu continui a essere lattughina e io coltello”. Altro che futurismo, qui siamo al cubismo del cu*o, scomposto dal resto. Fabrizio Corona dice che Daniele Capezzone è gay. Massimiliano Parente (scrive su Il Giornale) in una telefonata a tre con il giornalista Gianmarco Aimi (ho detto “telefonata”) mi chiese se l’avessi mai preso nel cu*o perché Parente ne fa un discernimento letterario (lo disse anche in una intervista): secondo Parente se non la prendi nel cu*o non puoi fare Letteratura (uh, sai quanti scrittori di Destra conosco!). Tommaso Cerno è gay. Alessandro Cecchi Paone, che non mi pare di sinistra, è gay. Cose che nel 2024 non dovrebbero essere notizie, o oggetto di outing, o argomento di discussione. Ma se poi capita, mi pare, è proprio la Destra che l’ha voluto. O mi sbaglio? E niente, lo ripeto: sono tutti fro*i col cu*o di Alessandro Giuli.