Fedez, tra le altre, ha una grande fortuna: nessuno fa caso ai testi delle sue canzoni, se non per individuare riferimenti a potenziali corna e/o frecciate alla ex Chiara Ferragni. Se non ce ne sono, chissenefrega, passiamo tutti al testo di Tony Effe per scovarne possibili versi misogini, via, con qualche cosa bisogna pur titolare anche oggi. 'Battito', il brano che Federico Lucia porta in gara al Festival di Sanremo parla di depressione. E, altrettanto indiscutibilmente, torna ad attaccare gli psicofarmaci perché, generalizzando assai, li definisce 'veleno'. Fedez qui sta, ovvio, parlando della sua esperienza personale. E non è la prima volta che ha da dire quanto l'assunzione di medicinali per curare la propria salute mentale non lo abbia aiutato a stare meglio. Fin qui, nulla di male. Ma l'ex 50 % dei Ferragnez può davvero comunicare a 10 milioni e passa di spettatori che gli psicofarmaci siano il male assoluto? No. Eppure, nessuno dice niente. Neanche vedendo i suoi occhi, ingranditi a dismisura da apposite lenti, che diventano così, durante il brano, per 'simulare' l'effetto di 'due gocce' terapeutiche. Per Fedez gli psicofarmarci rendono mostri. Ma non ha alcun titolo per poterlo affermare. E il fatto che lo dichiari con tanta veemenza in un pezzo così orecchiabile è grave. Nonché l'ennesima dimostrazione che lui, l'ex reuccio di Instagram, possa fare tuttora qualunque roba gli salti per la testa. Senza alcuna conseguenza.
"Vedo il bicchiere mezzo pieno con due gocce di veleno" canta Fedez nel ritornello di 'Battito'. Verso che, inevitabilmente, ripeterà più volte nella canzone. "Mi sento annullato, Dottore che cosa mi ha dato?", domanda nella seconda strofa per poi rispondere di sentirsi "Socialmente accettato, anestetizzato da un metodo legalizzato". E tale 'metodo legalizzato' che lo annulla e lo anestetizza sarebbe proprio la cura medica tesa a regolargli serotonina e altri ingarbugliati grovigli della sua psiche. Nientedimeno? Nientedimeno.
Se è pacifico che gli psicofarmaci abbiano effetti collaterali, di certo non ingrandiscono le pupille come quelle di Fedez a Sanremo che si mangiano tutta l'iride restituendogli uno sguardo inquietante assai, da film horror. Certo, questa può essere ed è finzione scenica. Ma si tratta di una finzione scenica atta comunque alla rappresentazione negativa delle terapie farmacologiche in caso di disturbi mentali e/o di depressione. Un argomento di cui sarebbe possibile dibattere al minimo tra professionisti del settore, non è roba su cui schierarsi di fronte a oltre 10 milioni di spettatori che, pure non volessero ascoltare con attenzione il brano proposto dal nostro Lucia, matureranno sicuramente una certezza: io quegli occhi lì non li voglio mica.
Ora pensate a quell'amico, ne avrete sicuramente uno così, che va in terapia da qualche tempo e ha preso a 'piscoanalizzare', pressoché a casaccio, ogni vostro comportamento. Talvolta, magari, vi rifila pure diagnosi un tanto al chilo e vi invita a farvi vedere da uno bravo perché sì, ne avete bisogno, lo dice lui che sta alla quarta/quinta seduta, è un esperto. Ecco, in questo caso, quell'amico è Fedez. E la differenza, anzi, il problema è che le proprie personali illuminazioni riguardo alla cura della salute mentale di terzi non le va a pontificare a un gruppetto di conoscenti suoi ma all'Italia intera durante il Festival di Sanremo. È chiaro che qui qualcosa non funzioni.
"Non mi hanno mai portato niente di buono", così Federico Lucia, in una delle sue infinite interviste, diceva riguardo agli psicofarmaci. E non vogliamo certo invalidare l'esperienza di nessuno, nemmeno la sua: se ci si è trovato male, dispiace. Ma questa disavventura personale del signor Federico Lucia non è legge, non vale per tutti, non può né deve scoraggiare la gente a curarsi come un medico meglio ritiene che sia opportuno. Già in molti, purtroppo, hanno forte ritrosia verso la terapia, figuriamoci verso la sola idea di andare a farsi visitare da uno psichiatra. Fedez, influente come ancora oggi è, dovrebbe fare attenzione ai messaggi che veicola, specie quando riguardano la salute (mentale) di noi tutti. Non è la prima volta che blatera a riguardo, ottenendo massima esposizione mediatica, non sarà neanche l'ultima. Va bene così? Ma sì, dai, tanto, come canta lui, "un po' di zucchero e va giù pure il cianuro".