Il documentario su Laura Antonelli “Senza malizia”, diretto da Bernard Bédarida e Nello Correale, andato in onda ieri sera in prima serata su Rai 2 non è piaciuto a tutti. Non a Roberto Alessi, direttore di Novella 2000, che in un post su Instagram l’ha bocciato, rammaricandosi per aver visto una ricostruzione, a suo dire, che non avrebbe messo in risalto “la sua bontà, il suo talento, la sua generosità”. I due registi hanno scandito la vita dell’attrice scomparsa nel 2015 attraverso le voci di ex amori, amici e colleghi della Antonelli, come Jean-Paul Belmondo, Giancarlo Giannini, Michele Placido, Claudia Gerini e Marco Risi, assieme a foto, spezzoni di film e con l’analisi cinematografica del critico Valerio Caprara. Il risultato, naturalmente, è lasciato al giudizio dello spettatore. Che nel caso di Alessi, è totalmente negativo.
“Sono molto dispiaciuto nel vedere su Rai 2 il docufilm su Laura Antonelli. Storie di droga, di bustine di bianca, di decadenza, di povertà”. Inizia così il post del direttore di Novella 2000. Laura, così la descrive Alessi, “era di una bellezza assoluta: la vera bellezza è quella dell’anima e lei era un’anima bellissima. Avrei preferito che si parlasse della sua bontà, del suo talento, della sua generosità. Han parlato della sua bellezza poi sfiorita. Dei suoi vizi”. Poi, la stoccata polemica diretta a Bédarida e Correale : “Ma pensano davvero che si diventi una star perché si è giovani, belle, ricche, famose? Laura era magnifica anche quando era sola, povera, in una casa semplice. Non si può giudicare una persona dalla metratura del suo appartamento. Chiedete a Lino Banfi, che le ha voluto davvero bene”. Lino Banfi era un grande amico della Antonelli, e difatti fu uno dei pochi a presenziare al suo funerale, pagandone le spese di tasca propria. In ogni caso, secondo Alessia il documentario avrebbe dato, della mitica protagonista di “Malizia”, un ritratto troppo in scuro, sottolineando eccessivamente il lato sventurato della sua esistenza.
Laura Antonelli, nata in Istria nel 1941 e approdata a Roma a inizi Sessanta come insegnante di educazione fisica, esplode come attrice nel 1973 con il film di Salvatore Samperi, “Malizia”, che la consegnerà alla storia del cinema italiano. Aveva appena girato “Il merlo maschio” con Lando Buzzanca, ma è con Samperi che si consacra come figura-simbolo della commedia sexy. Fu un trionfo che le aprì le porte del bel mondo di cellulosa: da lì macinò infatti film d’autore (con Dino Risi, Luigi Comencini, Luchino Visconti) e film più popolari, ma di grande successo, al botteghino, come “Grandi Magazzini”. Nel 1991 fu ritrovata nella sua villa a Cerveteri una notevole quantità di cocaina, per cui fu condannata e poi assolta. Quello stesso, per girare “Malizia 2000” (che andò malissimo) si fa ritoccare chirurgicamente il viso fino a perdere per sempre le sembianze che l’avevano resa, assieme alla sua bravura, un mito per gli italiani. Da lì cominciò la parabola discendente, con una lenta e progressiva chiusura in sé stessa e un declino economico che indusse l’amico Banfi a fare appello a Silvio Berlusconi, nel 2010, per farle ottenere un aiuto. Nel frattempo, la Antonelli scopriva la fede religiosa, diventando devotissima. Nel 2015, a 73, muore, sola, d’infarto nella sua casa di Ladispoli.
Nei commenti al post di Alessi, la maggior parte dei follower concorda con l’opinione del direttore. La showgirl Sara Tommasi, ad esempio, è dell’idea che la l’ultima fase della Antonelli sia stata “una piccola parentesi negativa” che non meritava tanto spazio. L’attrice Sara Pellegrino scrive: “Hai ragione”. Per Angelo Sanzio, il Ken italiano, la Antonelli “era diventata grazie alla Fede una creatura nuova”. Un’altra lettrice rammenta che Claudia Koll, anch’ella da tempo convertitasi e religiosissima, andava a trovarla spesso, pregando con lei. Altri invece difendono il documentario su Rai 2, sostenendo che la Antonelli “è stata anche quello”, cioè la donna scesa negli inferi della depressione, ma non solo quello. Un’altra scrive: “non mi è parso irrispettoso, mi ha fatto vedere il lato malinconico della bellissima attrice, mi ha fatto riflettere”. Sia come sia, Laura Antonelli, con quel suo sguardo malizioso e malinconico, resta ancora oggi un’icona che fa tornare alla mente i tempi passati di una femminilità e gioia di vivere che forse oggigiorno si son perse nell’esibizionismo da social.