Roberto Alessi bacchetta con eleganza Alessandro Sallusti. Quest’ultimo, in un fondo in prima pagina su Libero di martedì, aveva scritto che la segretaria del Pd, Elly Schlein, azzannando il governo Meloni su “storie private” (quali, secondo lui, sarebbero casi come quello del figlio di Ignazio La Russa, o della ministra Daniela Santanchè), si ispira a Novella 2000 anziché ad Antonio Gramsci. Citazione di cui Alessi, nell’intervista che segue, lo ringrazia sentitamente e con stima, aggiungendo però che il Pd in realtà non sembra leggere né Novella 2000 e nemmeno più, e da mo’, Gramsci nonchè gli altri mostri sacri del pensiero di sinistra. E gli ricorda, sottilmente perfido, che fino a poco tempo fa sulle pagine di Novella 2000 aveva una rubrica tutta sua Vittorio Feltri, che di Libero è il direttore editoriale. Ma nelle righe sotto il lettore troverà l’Alessi-pensiero su molti fronti caldi, dalla prossima stagione delle televisioni, con opinioni sulla D’Urso e sulla Merlino, su Report di Sigfrido Ranucci e su Massimo Gramellini a La 7 al posto di Giletti, fino alla guerra in Ucraina (“ci vorrà un compromesso con la Russia”) e sulla precarietà lavorativa (“il posto fisso non può essere un motivo per adagiarsi”). Con una certezza di fondo: “Ho fiducia in Giorgia Meloni: è brava, studia e finalmente è una premier eletta dagli italiani”
Com’è l’Italia di oggi, a dieci mesi dall’insediamento del nuovo governo? Com’è percepita l’Italia della Meloni da Roberto Alessi?
Io la percepisco da italiano. E come tutti gli italiani, che ormai non sono più né di destra né di sinistra, guardo semplicemente alle persone. E devo dire che ci siamo tutti un po’ più tranquilli con una Meloni che studia, fa, che affronta i problemi e cerca di avere una trasparenza che è mancata in passato. Una Meloni che, soprattutto, è stata eletta dagli italiani. Si parla tanto di centrodestra e centrosinistra, ma credo che oggi si guardi più alle persone.
Posso chiederti per chi hai votato?
No, perché ho un ruolo da direttore di un giornale che in copertina ha da una parte la Meloni che va in sopralluogo nell’Emilia-Romagna alluvionata, e dall’altra, nella stessa copertina, Luxuria, che di certo ha altre posizioni politiche, che parla invece di altri argomenti. Io sono assolutamente trasversale e per un giornalismo trasversale, volutamente non schierato, non tanto per mancanza di idee, ma perché preferisco guardare alle persone e non alla connotazione di parte. Ci sono persone che abbiamo ammirato, come Bonaccini (presidente Pd dell’Emilia-Romagna, ndr), altre, che potevano appartenere alla destra, che abbiamo criticato per posizioni che non si ispiravano al buonsenso. Ecco, credo che gli italiani cerchino il buonsenso.
Usando il metro di guardare alle persone, hai trovato qualcuno dall’altra parte, rispetto alla destra della Meloni, con le stesse qualità, in un precedente governo di centrosinistra?
Farti un nome, al momento, è un po’ difficile. Diciamo che c’è stato un Matteo Renzi che in un primo momento poteva avere la fiducia di noi italiani, poi invece ci ha un po’ deluso. Per esempio che se non fosse passato un certo referendum (sulla Costituzione, nel 2016, ndr) si sarebbe dimesso, cosa che poi non è avvenuta.
Non hai apprezzato la mancanza di coerenza.
Beh, se uno dice una cosa e ci mette la faccia poi deve mantenerla. Mi è pure simpatico. Anche lui grande citatore di Novella 2000.
Non ci trovi una nota umana di arroganza?
Sai, l’arroganza viene fuori quando sei su un podio e ti metti a parlare. Ma non è neanche l’atteggiamento di arroganza che mi fa paura, quanto piuttosto quando ci sono promesse che non vengono mantenute.
Alessandro Sallusti nell’editoriale di martedì su Libero ha scritto che Elly Schlein, attaccando il governo secondo lui su storie “private”, come l’inchiesta che riguarda uno dei figli di Ignazio La Russa, anziché a Gramsci si ispira a Novella 2000. Come replichi?
A me sta molto simpatico Sallusti, scrive bene e sa fare molto bene i giornali. Allo stesso tempo vorrei sottolineare che a sinistra non si ispirano né a Gramsci né a Novella 2000. Prima di tutto perché gli attuali leader della sinistra dubito che conoscano la letteratura alla base di quello che è il fondamento della sinistra, ovvero il marxismo-leninismo, tanto è vero che abbiamo avuto segretari del Pd che venivano dalla Democrazia Cristiana. Dubito che abbiano mai letto le Lettere dal carcere di Gramsci, ma neanche Il Manifesto del Partito Comunista fu scritto da Karl Marx e Friedrich Engels. Se vai a chiedere a bruciapelo a uno di sinistra cosa ha fondato Gramsci, non credo sappiano che assieme a Bordiga, a Livorno nel 1921, ebbe l’idea di dar vita al Partito Comunista d’Italia, non italiano ma d’Italia.
E fin qui Sallusti avrebbe ragione. Ma su Novella 2000?
Ecco, dove ha torto Sallusti? Quando scrive che a sinistra si ispirerebbero a Novella 2000 perché frugano nella spazzatura. Io ho la fortuna di lavorare e collaborare con ottimi giornalisti che di certo non guardano nella spazzatura ma cercano le fonti. Le notizie noi le cerchiamo anche per parlare del primato del privato, e io dico sempre che se uno si comporta bene nel privato è molto difficile che si comporti male nel sociale.
Della serie: predicare bene in pubblico, razzolare male in privato.
Guarda, mi ricordo che in uno dei miei scoop di tanti anni fa scoprii che Elisabetta Tulliani era incinta ormai da sei mesi di Gianfranco Fini e Fini andò proprio in quei giorni, sotto braccio alla prima moglie Daniela Di Sotto, al Family Day a Roma. Ecco, quello è predicare bene e razzolare male. Poi, per carità, il matrimonio era finito e ha fatto una famiglia magnifica con questa donna stupenda, con due figlie che ora credo siano adolescenti. Secondo me, vale anche la pena condividere la propria vita privata in maniera assolutamente trasparente. Nella spazzatura io non frugo. Se la Schlein si ispirasse al metodo di Novella 2000, sarebbe ottimo giornalismo.
Bisogna vedere se anche ottima politica.
Ti ricordo, fra l’altro, che per anni Vittorio Feltri, direttore editoriale di Libero, fino a pochi mesi fa aveva una rubrica fissa su Novella 2000, per cui come puoi vedere il metodo è lo stesso.
Ma quindi Sallusti ha fatto una scivolata?
No, è stata una battuta. Anzi, approfitto di MOW per ringraziarlo della citazione. Meglio una citazione in più che una in meno.
Interessante quando dici che un giornale come Novella 2000, se mi permetti il termine forse esagerato, fa un po’ da “guardiano” della vita privata degli uomini pubblici. In genere si attacca questa tesi come moralistica, perché i fatti privati anche di personalità pubbliche non dovrebbero riguardarci fino a che, poniamo, non diventino reati. Me la spieghi meglio?
Anzitutto non sono un guardiano, sono semplicemente un cronista che descrive chi sale sul palco. E sul palco puoi prendere i fiori come puoi prendere i pomodori. Lì si apre e lì si chiude. Dopodichè ci sono temi come le leggi sulla famiglia in cui può dire una cosa e poi non farla. Ma non è che, nel momento in cui uno è un personaggio pubblico, si può fare qualsiasi cosa nei suoi confronti. Ripeto sempre di fare cento passi indietro ai miei giornalisti in tre punti: se si parla di malattia, di anziani e di bambini. Perché ci vuole un rispetto assoluto.
Pareva di capire che dessi quasi una funzione sociale al gossip.
No, dico semplicemente che il gossip è la prima forma di democrazia. Il re è nudo vuol dire che un regnante può avere delle debolezze e bisogna capire quali sono i valori che ha chi guida noi del popolo, chiamiamolo così.
Ti dà fastidio che il gossip si sia esteso a tutti i giornali?
Ormai tutti abbiamo accettato la parola gossip, ma in realtà è il privato, e da sempre si parla del privato. Ricordo le famose tre S di un grande giornalista popolare come Nino Nutrizio, fondatore de La Notte, “sesso, soldi e sangue”. Sono temi che vengono usati da sempre dal giornalismo popolare ma anche da magistrati per grandi inchieste.
Per esempio?
Falcone e Borsellino, con il loro grande insegnamento “segui i soldi e troverai chi stai indagando”.
Passiamo a un altro fronte politicamente caldo: i nuovi palinsesti televisivi, ormai svelati per tutte le principali emittenti. Cosa ti ha colpito di più?
È ovvio che dopo quindici anni che una Barbara D’Urso era a Cologno Monzese e oggi non c’è più, è evidente che questo colpisce. Ma anche il fatto che al suo posto vada una Myrta Merlino che ha un carattere completamente opposto. Così come colpisce che una Bianca Berlinguer che viene da una Rai 3 storicamente di sinistra e arriva a Rete 4. Ma io sono completamente d’accordo con Pier Silvio Berlusconi quando dice che una certa discontinuità non può che far bene a tutti.
A MOW sulla Berlinguer abbiamo titolato “è caduto il Muro di Berlino a Mediaset”. Con Silvio Berlusconi, probabilmente non sarebbe successo.
Mah, mi permetto di contraddire. Cologno non ha mai avuto censure né a destra né a sinistra. È sempre stata una televisione assolutamente trasversale, all’insegna della massima libertà. Non ho mai sentito nessuno dire di essere stato censurato, cosa che invece è avvenuto in altre reti.
Quindi vedi in positivo le novità, compreso il fatto che la D’Urso sia stata messa alla porta?
No, dico che Cologno potrà sperimentare altre strade, e d’altra parte credo che un cavallo di razza come la D’Urso avrà l’imbarazzo della scelta per dimostrare le sue capacità. È brava, e so per certo che è molto corteggiata da più di una rete.
Puoi dirci qualcosa in più?
No, nel caso fattelo dire da lei. Potrebbe anche decidere in fermarsi per un po’. In ogni caso, fino alla fine dell’anno è ancora a Cologno, come contratto.
Non mi hai citato Massimo Gramellini al posto di Massimo Giletti la domenica sera su La 7.
Mi è molto simpatico ed è molto bravo, anche se ha un non so di che di borghese che non mi appartiene, mi sento lontano dal suo linguaggio molto sofisticato, molto molto intelligente.
E Report che resta in programmazione, sia pur spostato dal lunedì alla domenica sera, nonostante le inchieste sul governo, vedi caso Santanchè?
Non ne sono minimamente stupito. Non ricordo ci siano mai stati atteggiamenti censori da parte della Meloni o di chi le sta vicino. Ho letto un articolo di Aldo Grasso sul Corriere che stronca Report, e non sono neanche così d’accordo. Vedremo quel che sarà. Non l’ho mai seguito, ma solo perché mi addormento prima visto che mi alzo presto alla mattina.
Grasso ha scritto che o mente Report o mente la Santanchè, e quindi uno dei due dovrà lasciare il posto.
Questi sono pareri di Aldo Grasso che non commento.
Ma non hai un’opinione su Report?
No, perché non è che l’abbia mai molto seguito. Mi piaceva con la Gabanelli, per lo meno piaceva molto a mia moglie. Ogni tanto leggo gli articoli della Gabanelli sul Corriere.
E del Foglio che bastona la Meloni sostenendo che non sa scegliere le persone adatte, vedi caso Santanchè ma anche Delmastro, cosa dici? È vero? È un complotto?
Non sono all’altezza per giudicare. Mi fido molto della Meloni. Sallusti dice in quell’editoriale che figurarsi se la Meloni si fa impressionare da queste notizie rovistate nella spazzatura. Non lo so e non mi interessa. Io ho molta fiducia in Giorgia Meloni, e non perché di destra.
D’accordo, ma cosa ti piace o non ti piace delle sue idee?
Il Pil sta crescendo. Abbiamo avuto diversi casi di emergenza, come l’alluvione in Romagna da cui sono appena tornato. Milano Marittima è già un fiore di efficienza e bellezza. Sono molto incazzato con i giornali tedeschi che scrivono che la Romagna è un disastro e i tedeschi non ci dovrebbero andare. Certo, in campagna ci sono ancora distese di fango, ma mi sembra che il governo sia presente, con cifre molto alte già stanziate.
Calamità a parte, suggerisco io due esempi che dividono l’Italia: abolizione del reddito di cittadinanza e sostegno convinto all’Ucraina. Cosa ne pensi?
Da una parte ho apprezzato molto l’atteggiamento, anche rigido, della Meloni in appoggio all’Ucraina, ma dall’altro lato credo che occorrerà arrivare a un compromesso con la Russia. I trattati di pace sono sempre un compromesso. Riguardo al reddito di cittadinanza, non è stato del tutto cancellato, ma posso dire anche per esperienza personale perché parlo con la gente per strada, che c’è tanta gente che pretende di lavorare in nero per non perdere il reddito di cittadinanza. In maniera clamorosa, eh. Se tu passi adesso in Galleria Vittorio Emanuele a Milano c’è un cartello in un negozio in cui si legge “cercasi commessa”. In un ristorante “cercasi personale di sala”. Una volta non si poneva neanche una questione simile.
C’è chi afferma, come il segretario della Cgil Maurizio Landini, che i giovani fanno bene a rifiutare lavori precari.
È anche vero però che io a 14 anni lavavo i vetri, e mi è servito molto, per superare una certa timidezza che come tutti i ragazzini avevo, meglio di uno psicologo sicuramente. Lavoravo d’estate in un negozio di una catena, di comunisti tra l’altro…
Di comunisti?
Sì, era uno dei principali inserzionisti de L’Unità.
In ogni caso, la differenza con quel passato è che allora, dopo un tot di lavoretti così avevi la concreta possibilità di trovare un lavoro stabile, adesso no, ci sono persone con più di 40 anni ancora precarie e senza prospettiva di un contratto a tempo indeterminato.
Io purtroppo ho più di 40 anni, e sono ancora precario.
Beh, ci sono precari e precari.
Su questo non ci piove. L’importante è che il posto fisso non sia un punto di arrivo ma di partenza, mentre spesso vedo il contrario.
In che senso?
Che una volta ottenuto il posto fisso, molte persone si siedono. E potrei farti migliaia di casi.
C’è qualcosa dell’Italia di oggi che proprio non ti va giù?
La pressione fiscale. È ignobile. Dovremmo essere felici di pagare le tasse, invece lo vediamo come un nemico. Se l’altro giorno sono caduto in una buca attraversando la strada, a Milano, la città più cara d’Europa, c’è qualcosa che non va. Ornella Vanoni si è rotta un femore cadendo anche lei in una buca mentre portava in giro il suo barboncino, capisci che uno s’incazza pure.