Nel nuovo capitolo del delitto di Garlasco, il generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, torna al centro della scena come consulente della difesa di Andrea Sempio. Una nomina che ha sollevato polemiche, con la difesa di Alberto Stasi che ne contesta l'idoneità. Garofano, però, non ci sta e replica punto su punto, ieri sera nella trasmissione di Telelombardia condotta da Marco Oliva. La difesa di Stasi, rappresentata dagli avvocati Antonio De Rensis e Giada Bocellari, ha sollevato dubbi sulla legittimità della nomina di Garofano come consulente tecnico, sostenendo che, avendo partecipato alle indagini iniziali, potrebbe essere chiamato come testimone. Garofano risponde con fermezza: "Io non sono così pazzo né scorretto da fare il doppio gioco. Ho specificato che proprio in virtù del fatto che erano accertamenti irripetibili, la Procura ha preteso che fossero nominati come consulenti due miei ex collaboratori di allora, il capitano Marino, che si è occupato della parte biologica, quindi del Dna, e il capitano Mattei, che hanno firmato le loro consulenze come consulenti, sulle quali io non ho avuto né alcun intervento operativo, né alcun intervento di revisione". Sottolinea inoltre: "Mi sono occupato come ufficiale di polizia giudiziaria della parte relativa alla BPA (Bloodstain Pattern Analysis, ndr), cioè allo studio delle macchie di sangue, ma non ho operato assolutamente come consulente".

Garofano spiega anche che la riapertura delle indagini è stata innescata da una consulenza della difesa di Stasi: "Tutto nasce da una consulenza della difesa di Alberto Stasi fatta dal dottor Ricci che per primo conclude che quella traccia di Dna trovata allora, cioè dal perito De Stefano nella seconda tornata, è utile per essere confrontata e mostra una compatibilità con Sempio. In quel momento la Procura nomina il suo consulente, cioè il professor Previderé, che conferma quanto detto da Ricci". Tuttavia, Garofano esprime scetticismo: "Mi sembra un po' la ricerca di qualcosa che non c'è". E Garofano analizza le differenze tra le analisi condotte nel tempo: "Quando è stata disposta la perizia invece nel secondo appello, al perito De Stefano sono state date soltanto le unghie, i margini ungueali, che lui ha lavato, quindi ha messo in una soluzione per recuperare tutto quello che residuava. Nella prima analisi del Ris è venuto soltanto il profilo della vittima, un profilo completo e diagnosticabile. Nella seconda invece di De Stefano le analisi degli autosomi, cioè non del cromosoma sessuale Y, ha confermato soltanto Chiara Poggi. Poi quei tre tentativi di Y hanno fornito un Dna parziale, quindi tutte le unghie". E aggiunge: "Poi attenzione, tra il 2007 e il 2014 erano passati sette anni, le tecniche si erano evolute, ecco perché De Stefano poi trova una frazione maschile. Ma siamo sempre ad una frazione maschile che il professor De Stefano ha dichiarato inutilizzabile".

Inoltre, alla domanda su cosa lo spinga a rientrare in un caso così complesso, Garofano risponde: "A me dispiace che sia stato messo su questo piano il perché di un mio intervento. Io sono un esperto, faccio il consulente, ritengo che avuto riguardo alla perizia nota del professor De Stefano, oggi ho sentito dire che il generale Garofano ha espresso pareri, ma chi è che non li ha espressi? La perizia del dottor De Stefano era pubblica, è stata dibattuta, c'è stato un giudicato penale, quindi era logico che noi tutti esprimessimo il parere. Sulla base di quello mi sembra che si stia facendo una grande ingiustizia su un'interpretazione che non condivido e quindi sono armato dalla volontà di dare un contributo di verità, visto che si gioca tutto sul Dna del quale ovviamente sono un esperto e quindi soltanto per far capire che siamo di fronte a una probabile forzatura". Infine, Garofano esprime perplessità sul recupero di nuovi reperti: "Sui sequestri e il recupero recente veramente non l'ho capito, perché non so quale nesso può avere rispetto all'indagine di allora. So che al signor Sempio sono stati prelevati altri campioni in maniera riservata, non so se per lo stesso fine sono stati recuperati altri reperti per individuare in maniera riservata altri profili di Dna che saranno poi confrontati, questo non lo so. Ma dei Poggi avevano già tutto".
