Ok i guru da TEDx, gli influencer che pensano solo all'engagement e gli startupper col portatile al bar, ma i “sognatori” di Luca Telese sono di un’altra razza. Brunello Cucinelli che trasforma un borgo medievale in un’utopia gentile, Renzo Rosso che vende jeans strappati agli americani a 100 dollari, Sergio Dompé che scommette su un farmaco che nessuno vuole e ci costruisce un impero. Non sono santi né supereroi, ma gente con coraggio da vendere e l’intuizione al posto del sangue. Visionari che, tra un fallimento e un azzardo, hanno costruito imperi senza che nessuno li applaudisse davvero. E infatti Telese non li mette su un piedistallo: li ascolta. Ci parla. E li mostra per quello che sono: matti lucidi, testardi, radicati nei loro territori come ulivi secolari, ma capaci di vendere il vino siciliano (José Rallo docet) a chiunque abbia un palato in giro per il globo.

Sette ritratti, uno per puntata, da guardare come si guardano i film: Tornatore per Cucinelli, Scorsese per Rosso. E forse è proprio questa la chiave. In un’Italia che rende tutto piccolo, loro sono rimasti grandi. E no, nessuno si è montato la testa. “Sognatori” va in onda su La7 dal 7 maggio, seconda serata. Ma fossimo in voi, lo registreremmo. Perché questi, altro che talk show: sono lezioni di vita travestite da televisione.
