Pandori Balocco, Oreo, Coca Cola, Safilo, Trudi e ora anche gli hotel. Intorno a Chiara Ferragni si sta creando il vuoto, chilometri di terra di nessuno. Dall’alto del suo impero, ovviamente, il danno è relativo. Ma pezzo per pezzo, mattone per mattone, qualcosa sta cambiando. Gli hotel, quindi: l’Hotellerie de Mascognaz di Champoluc, un albergo diffuso della Valle d’Aosta, non ha ricambiato i like e i flirt di Chiara Ferragni. Nonostante l’influencer abbia postato foto e storie, l’Hotel non ha ripreso nessuno dei contenuti, né nel feed, né nelle storie. Per dirla tutta, Ferragni ha semplicemente taggato l’Hotellerie, ma nei post c’è chiaramente indicato “no adv”. Non si tratterebbe, quindi, di una partnership commerciale. Piuttosto, una semplice vacanza e un “reale” apprezzamento per la qualità del soggiorno. Scrive “Adtoomuch” su X: “Nonostante i numerosi tentativi di farsi benvolere dalla struttura, i molteplici tag e apprezzamenti, l’hotel ha comunque deciso di non associarsi alla sua immagine non repostando nemmeno una storia”. Nei commenti al post le opinioni sono diverse. C’è chi sostiene che la colpa non sia solo di Chiara Ferragni e delle sue operazioni di promozione: “Se ha sbagliato è giusto che paghi, ha fatto una caz*ata enorme. Non mi piace mai questo dare solo la colpa a lei, quando a mangiarci sono stati in tanti”. Effettivamente, è un po’ ingenuo pensare che ad avere un riscontro positivo da quelle iniziative (commerciali e non benefiche, a questo punto) sia stata solo The Blonde Salad. Prosegue l’utente: “Ma ovviamente la Ferragni sta sul caz*o perché oltre a essere una donna è una privilegiata ricca che è ricca facendosi le foto (secondo l'opinione dei boomer) e quindi via libera all'odio nei suoi confronti”. Troppo diffusa, dunque, l’antipatia incancrenita nei confronti di Ferragni. Poi, la stessa persona chiude: “Mi stanno ancora di più (sul caz*o nda) i brand che ora fanno finta che lei sia il mostro e loro i puritani che non sapevano niente”. Ci sono poi quelli che, su questa stessa linea, gridano contro il “giustizialismo dei social” (della serie: “Siamo nel paese in cui se qualcuno fa un errore allora da lì in poi non fa più nulla di giusto”) e all’incitamento dell’odio verso Chiara. Insomma, un pretesto per darle contro.
Alcuni, però, sono più maliziosi: “Secondo me è un #suppliedby (una partnership commerciale nda) ma l’hotel le avrà chiesto di non specificarlo per non avere ritorni d’immagine negativi”. Per legge, replicano, Ferragni è obbligata a indicare questo genere di collaborazione: “La Lucarelli (mi rode citarla) ha fatto notare che magari non gliel’hanno regalata (cosa successa negli anni passati eh, non è la prima volta che ci va) ma potrebbero averle fatto un bello sconticino”. Niente da fare, Chiara non farebbe niente gratis. Lei, dicono, vuole il denaro: “Mi sembra strano che lei pubblichi tutti questi contenuti (addirittura un post) taggando ripetutamente il posto in cambio di nulla, non è da lei”. Vero o no, pubblicità o semplice elogio di un servizio, resta quel vuoto da cui siamo partiti: la fuga dell’esercito di partner, che al primo segno di cattivo odore preferiscono cambiare casa.