Il crucianesimo è una religione. C’è un Papa, Giuseppe Cruciani; un Antipapa, David Parenzo. Poi ci sono i cardinali, i vescovi, i parroci: tutti quegli strani personaggi urlanti che telefonano in trasmissione, il cui nome da presbiteri viene spesso accompagnato dalla città di provenienza. La dottrina è semplice. Pochi precetti, possibilmente nessuno. Nessuna regola, se non l’insulto. Raffinato, volgare, gratuito, fa lo stesso. In qualche modo è una religione terapeutica, perché consente libero sfogo alla rabbia, anche se poi la rabbia non si può mai sfogare veramente: la si trasferisce soltanto da un soggetto all’altro, che può scegliere di tenerla oppure restituirla, tanto a chi gliel’ha concessa, quanto ad altri. Ci sono alcuni personaggi che ce l’hanno nelle vene, il crucianesimo. Alcuni ci arrivano per illuminazione, convertendosi. Qualcun altro riceve la chiamata, divina o terrena, da Cruciani stesso. Il professor Alessandro Orsini è da un po’ di tempo che fa sfoggio laico di crucianesimo, ma ora è arrivato il tempo giusto per una professione di fede pubblica. Il suo ultimo post su X, infatti, è una smisurata preghiera crucianista. “Giuseppe Cruciani è la persona limitata più simpatica che conosca insieme con Calenda”. Inizia così, con questo amalgama di rancore dal tono dolcemente passivo-aggressivo, la professione di crucianesimo da parte di Alessandro Orsini. Già da queste parole è evidente che anche lui voglia entrare a far parte della religione che fa capo al giornalista radiofonico di Radio 24. E il resto del post è un vero paternoster del crucianesimo: “Per questo motivo, rispondo a Cruciani ricorrendo a una metafora ricavata dal gioco del calcio, l’unico argomento che egli capisca, nemmeno tanto bene [...] Non so Calenda che cosa capirà. Credo niente, ma tentar non nuoce”. Amen. La cosa bella del crucianesimo sta nel fatto che è l’unica religione in cui si arriva alla santità bestemmiando: più si insulta il pontefice, più ci si avvicina al paradiso. Nel caso, va bene anche insultare Parenzo, ma il professor Orsini sceglie una strategia più raffinata. Nel post attacca direttamente Cruciani, scegliendo di ignorare deliberatamente Parenzo. Peggio ancora, decide di sostituire Parenzo con Calenda, che già aveva avuto modo di insultare poco tempo fa, sempre su X, dove li chiamò coniglio, populista demagogo, cinico opportunista della guerra, piccolo demagogo a capo di un partito culturalmente violento che non vale niente. Vera ortodossia del crucianesimo. Parenzo, poi, interviene a difesa di Cruciani, anche solo per il gusto crucianista di poter insultare di nuovo Orsini, dopo che già nell’ottobre del 2023 venne querelato da quest’ultimo per averlo chiamato ripetutamente feccia intellettuale in trasmissione. Parenzo risponde così a Orsini, commentando direttamente sotto al post originale: “Oramai le provi tutte pur di farti notare… ora anche @giucruciani tiri in mezzo. Ho parlato con amico psichiatra il quale mi faceva notare che ‘Il disturbo narcisistico di personalità’ si manifesta con 3 sintomi principali: 1) egocentrismo patologico, 2) deficit nella capacità di provare empatia verso altri individui 3) bisogno di percepire ammirazione. Che pensi? Non che tu ne sia affetto… figuriamoci”.
Orsini poi risponde dando dell’Hitler a Parenzo, e la tempesta di preghiere viene poi lasciata in mano al rosario di commenti da parte degli accoliti fanatici del crucianesimo. La messa non finisce mai, non andate in pace. Volendo entrare nel dettaglio, la predica parte da un video pubblicato su YouTube dal Professor Orsini, sul suo canale. Orsini è fermo in un parcheggio, e dice a Cruciani due cose. La prima è che ha frainteso le sue parole su Putin. Non le ha capite, e le ha riportate male, un po’ come quando si giocava al telefono senza fili, e dovevi sputazzare nell’orecchio al tuo vicino. Dire che le parole di Putin sono oro colato, sottolinea Orsini, è completamente diverso dal dire che le parole di Putin, come ripreso da Cruciani, devono essere prese come oro colato. Quisquilie lessicali, diremmo. Non è nemmeno il caso di entrare nel merito della specificazione perché già risulterebbe noioso introdurre l’argomento. La seconda cosa che Orsini ricorda a Cruciani è che ha riportato una fake news per cui lui aveva già querelato il Corriere della Sera. La notizia, poi risultata falsa, era che Orsini fu licenziato, come docente, dalla Luiss, l’ormai onnipresente università di Confindustria. Quella del monologo della Cortellesi, per capirci. La Libera università internazionale degli studi sociali “Guido Carli”, fondata da Umberto Agnelli, le cui tasse per un anno di iscrizione ai corsi vanno dai tredicimila euro a salire. Ok, ma che cazzo c’entra tutto questo con l’eterna polemica crucianista tra Parenzo e Orsini, che adesso ha tirato per la giacchetta anche Papa Cruciani? Non c’entra un caz*o di niente, se non fosse che anche dietro a Radio 24, l'emittente in cui ronza la Zanzara di Cruciani e Parenzo, c’è l'imperioso aquilotto blu di Confindustria. Tra l’altro, anche se la cosa sembra passare in secondo piano, nel post pubblicato da Orsini su X ritroviamo anche il nome del solito Carlo Calenda, eterno nemico del professore, e sapete cosa? Anche Calenda, dal 2004 al 2008, ha avuto a che fare direttamente con Confindustria, in qualità di direttore dell'area Affari Internazionali, nello stesso periodo in cui il suo caro amico Luca Cordero di Montezemolo, già compagno di classe del papà di Calenda, nonché datore di lavoro di Carlo in Ferrari, ne fu presidente.
Di che cazzo stiamo parlando, allora? Di scaramucce interne a Confindustria? Di catfight tra borghesotti iracondi e facili alla querela? Lite politica di quelle che avvengono a tavola, tra zii brillocci in famiglia, la domenica mentre si pranza? Querelle degenerata in querela? Noia intellettuale? I personaggi coinvolti sono certamente fumantini, però viene un po' da chiedersi da dove provenga tutto questo astio. Qualcosa c’è che va fuori tempo, in questo piccolo walzer isterico. Cruciani e Parenzo si scannano quotidianamente alla Zanzara, ma quello fa parte dello spettacolo. Lo stesso David ha confessato che sono grandi amici, nonostante Crux dica spesso in onda che Parenzo porti sfiga. Entrambi dispongono di un esercito su X, il social che tutti quanti per atavismo chiamiamo ancora Twitter. Il fatto che passino le serate in radio a insultarsi è semplicemente funzionale. Il programma piace per questo. Gli insulti piacciono a tutti, da sempre. Il crucianesimo funziona, ed esiste da prima del cristianesimo. Il grande commediografo Aristofane che perculava Euripide. Il divino Catullo che lo metteva poeticamente in culo e in bocca a Furio e ad Aurelio. Schopenhauer che diceva testa di legno ad Hegel. Tutta la storia della filosofia è un intreccio di insulti e litigi concettuali e metafisici. Palesemente, il triangolo Orsini - Parenzo - Cruciani non ha lo spessore logico delle diatribe letterarie, ma ciò che attira è comunque lo spargimento di sangue. Ci sarà bene un motivo se le prime forme di spettacolo di massa hanno sempre contemplato la lotta, come forma estetica. Pensiamo al successo dei gladiatori, ad esempio. Uno share pazzesco, un engagement totale. Così, partiamo dall'inizio. Parenzo e Cruciani, quando sono in onda, non si limitano a insultarsi reciprocamente. Spesso insultano gli ospiti, ancora più spesso mandano a fare in culo chi interviene telefonicamente. Sono le basi del crucianesimo, la pura dottrina, i comandamenti minimi. Quando Parenzo definì Orsini feccia intellettuale, durante la trasmissione, a ottobre dello scorso anno, il professore decise di querelarlo, ma non parleremo qui di beghe legali, di tribunali o di avvocati. Quelli sono effetti collaterali del crucianesimo, non hanno niente a che fare con il misticismo dei conigli, dei caz*i in culo e dei coglio*i. La serietà della legge non c’entra un cazzo di niente con il fottuto spettacolo. Lasciate che gli insulti vengano a me, disse il profeta. Tutto il resto è apocrifo, e se Orsini vuole davvero prendere il posto di Parenzo a fianco di Papa Cruciani, per poi fare telefonate di insulti a Calenda, questo non lo sappiamo. Però ci sembra evidente che faccia parte anche lui di questa antica religione che batte il gonfalone di Confindustria. D’altronde, è tutto guadagno.