Chiunque conosca Taffo conosce Riccardo Pirrone, uno dei social media manager (smm) più popolari d’Italia. Pirrone ha fondato un’associazione, l’Ansmm (Associazione Nazionale Social Media Manager) e la storia parte da qui. Alcuni degli associati, infatti, hanno portato Pirrone davanti all’Agcom per via di alcune attività dell’Ansmm e della KirAcademy, la scuola di formazione per smm gestita da Pirrone. La ricostruzione è stata fatta su Young, la testata di slow journalism diretta da Germano Milite, in un articolo a firma di Beatrice Elerdini. Lo trovate qui. Ecco quali sarebbero le ragioni della segnalazione: ingannevolezza sui servizi offerti, false dichiarazioni sul numero di iscritti, prezzi promozionali non veritieri, mancata verifica delle competenze degli iscritti. A questo si aggiungono le contestazioni alla KirAcademy, anch’essa, pare, colpevole di aver impostato una comunicazione ingannevole per i propri corsi e di aver messo in atto pratiche di pubblicità aggressiva. A tutto questo si aggiungerebbe un paradosso, cioè la violazione dello Statuto dell’Ansmm e del Codice Etico che la stessa associazione ha sottoscritto. Dopo l’articolo di Young, anche noi abbiamo ricevuto altre segnalazioni che sembrerebbero andare nella stessa direzione.
Sul sito fondato da Germano Milite, Young.it, è stato pubblicato un articolo in cui veniva analizzata la posizione di Riccardo Pirrone, tra i social media manager più in vista e noto per la sua esperienza a Taffo. In particolare, veniva evidenziato come in alcune situazioni potesse configurarsi un conflitto d’interesse tra la posizione ricoperta da Pirrone all’interno dell’Associazione Nazionale Social Media Manager (Ansmm) e la sua Kiracademy. Alcune pratiche, stando a quanto sostenuto nel pezzo di Young.it, andrebbero a violare persino lo Statuto sottoscritto dalla stessa Associazione. Si ricorda infatti come a valutare la pertinenza o meno del conflitto d’interessi sia un consiglio direttivo composto da stretti collaboratori dell’ideatore delle campagne di Taffo. Insomma, una valutazione che potrebbe dunque non essere imparziale ma, al contrario, condizionata dalla vicinanza dei controllori e del controllato. In seguito alla pubblicazione dell’articolo ci sono arrivate altre segnalazioni da alcune fonti (che manterremo anonime) relativamente a delle presunte opacità nella fase di iscrizione all’Associazione, la formazione e la verifica della preparazione dei soci (i nostri interlocutori sono stati iscritti fino a gennaio 2024 e hanno anche segnalato le possibili irregolarità all’Agcm). Vediamo cosa dice il sito dell’Associazione in merito. “La valorizzazione delle competenze e delle professionalità del social media manager attraverso lo strumento associativo con lo scopo di fare pressione sull’opinione pubblica e sulle imprese per vedere finalmente riconosciuti Diritti e Doveri. Essere riconosciuti come Associazione di Categoria ed essere coinvolti nel dibattito pubblico”, leggiamo nella home page. Il riconoscimento di Diritti e Doveri, quindi, passa inevitabilmente dal potenziamento delle competenze e del know-how, così come, si specifica, “del rispetto di regole deontologiche da parte della categoria dei social media manager, prevenendo ed ostacolando atteggiamenti che istigano all’odio o alla violenza o che mirano alla diffusione di fake news predisposte ad arte per orientare e/o disorientare la pubblica opinione”. Dunque l’Anssm non può prescindere dal proporre corsi adeguati al raggiungimento di simili obiettivi. Leggiamo ancora nella sezione “Iscriviti”: “Ansmm verifica che gli associati svolgano corsi di formazione o partecipino ad eventi nelle seguenti modalità: online e/o offline; durata minima di 2 ore; inerenti all’attività del Smm (marketing digitale, strategia social, social advertising, social legal, community management, content management, project management, social analytics); corsi o eventi con attestato di frequenza da caricare nell’area riservata personale di ogni socio e verificata ogni anno dal consiglio direttivo dell’associazione”. Ed è proprio su questi punti che le nostre fonti hanno messo in luce alcune possibili criticità.
La prima, forse, è evidente anche agli occhi di una persona non esperta in materia. Due ore di formazione in un anno non sono un po’ poche? O meglio: sono sufficienti alla formazione di un professionista? Il dubbio è quantomeno lecito. Ammettiamo però che per dei social media manager esperti due ore annuali di corso siano sufficienti. Questo presuppone che in maniera preventiva, al momento dell’iscrizione, avvenga una verifica delle competenze dei professionisti che vogliono entrare a far parte dell’Associazione. Secondo le nostre fonti, però, almeno fino a gennaio 2024, una simile verifica non sarebbe mai stata fatta. In effetti, sempre nella pagina dedicata all’iscrizione è possibile scegliere tra due opzioni: “Socio ordinario” o “Socio sostenitore”. In questo secondo caso, si specifica, “il socio sostenitore è un socio che vuole contribuire alla causa con la sua quota associativa ma non partecipa attivamente alla vita dell'associazione per vari motivi, per es. potrebbe non essere un smm quindi non coinvolto in servizi e cause relative alla professione”. Il punto è che, pur di fatto dichiarando di non essere un social media manager, chi sceglie questa opzione può comunque proseguire nell’iscrizione, quindi nel pagamento della quota associativa, e si assume l'impegno di completare le due ore di formazione annuali. Sembra dunque che non esistano differenze tra la formazione richiesta a un smm professionista da quella richiesta a qualcuno che non è del mestiere. Ma siamo certi che questa sia la strada giusta per valorizzare la categoria? Una simile equiparazione potrebbe invece andare nella direzione opposta. Da questo segue poi un’altra considerazione: coloro che hanno una reale esperienza alle spalle avrebbero davvero accettato di diventare soci se avessero saputo di questa presunta assenza di verifica delle competenze? Avrebbero davvero deciso di spendere dei soldi (la cifra è irrisoria, ma il principio non cambia) per completare l’iscrizione? In tal caso, infatti, almeno nelle ipotesi di coloro che abbiamo sentito, i richiedenti sarebbero stati indotti a compiere un’azione che con diversi presupposti non avrebbero fatto. Se poi consideriamo che Pirrone su Instagram (in una storia pubblicata a luglio 2023) invita a fidarsi “solo dei smm iscritti all’Associazione perché saranno sempre sul pezzo”, viene da chiedersi se questo possa valere davvero per tutti gli associati.
Stando a quanto dichiarato dalle nostre fonti, il mancato esame preventivo delle skills non sarebbe l’unica nota negativa. Infatti, almeno per quanto riguarda l’intera durata del 2023, l’Associazione non avrebbe mai verificato l’avvenuta formazione degli iscritti. In sostanza: nessuno avrebbe controllato che i smm avessero davvero completato le due ore di aggiornamento. Al tempo, ci dicono, erano previsti “esami intermedi e finali” che non sarebbero mai avvenuti (ora nella sezione “Requisiti per associarsi”, nel paragrafo “Formazione”, l’elemento della verifica intermedia è assente, come si vede dall’immagine caricata sopra). “Tutti i nostri soci si devono aggiornare come regola di associazione”, scriveva ancora Pirrone sui propri canali social: eppure, da quello che ci è stato riferito, risulta invece che sarebbe stato sufficiente il versamento dei 12 euro per il rinnovo automatico dell’iscrizione, a prescindere dal fatto che la formazione fosse stata svolta o meno. Anche qui: i “veri” smm avrebbero accettato di diventare soci se avessero saputo di questa presunta mancanza di verifiche? E sembrerebbe che non sia nemmeno mai stata creata una sezione per il caricamento degli attestati: addirittura, dicono gli interpellati, per 27 settimane, fino a gennaio 2024, sarebbero stati chiesti dei chiarimenti in merito senza ricevere risposte adeguate. In pratica la difficoltà (paradossale) sarebbe stata proprio la dimostrazione del completamento del percorso formativo, condizione necessaria per rimanere parte dell’Associazione.
La competenza di Riccardo Pirrone e la sua conoscenza del mondo dei social e della comunicazione non sono assolutamente in discussione. I suoi risultati con Taffo sono sotto gli occhi di tutti. E anche noi abbiamo spesso chiesto a Pirrone un parere sul caso di Chiara Ferragni e il pandoro-gate, l’esibizione di John Travolta a Sanremo, le novità di Instagram, gli adv. La sua autorevolezza come social media manager è solida. Ciò che abbiamo qui discusso sono certe presunte mancanze che alcuni iscritti all’Associazione hanno individuato. Le competenze sono l’elemento decisivo per il riconoscimento di una professionalità. Pirrone dice (e gli crediamo) di essere al lavoro per quell’obiettivo. E fare chiarezza potrà salvaguardare la credibilità di un’intera categoria.