Annalisa, ma cosa ti fanno fare?! Spuntano sui social video tragicomici in cui la reginetta del pop nostrano si impegna, invano, a ballare sul palco la coreografia della sua ultima aspirante hit estiva, 'Maschio'. E, forse per la prima volta nella storia, sono partiti già gli sfottò anche da parte dei fan più accaniti. La 'danza' di Annalisa non s'affronta, lei è proprio di legno e spiace vederla costretta a sgambettare così malamente, andando verso un evitabilissimo disastro annunciato. Il corpo di ballo intorno alla queen fa il possibile per mascherare la goffaggine della cantante, ma finisce soltanto per rimarcare quanto colei che dovrebbe essere la protagonista della scena non sia all'altezza della performance. Già la canzone, 'Maschio', non sta facendo impazzire molti, avremmo tutti preferito immaginare Nali in meritata vacanza piuttosto di sentire la sua splendida voce su un brano tanto fiacco. Non ha alcun bisogno di umiliarsi così. E allora perché lo fa, scoordinata ragazza nostra?
Annalisa gattona, si fa il segno della croce, cerca di risultare sexy con movimenti, se così si possono definire, lascivi assai. Purtroppo, svolge il compito con la serietà di una supplente di chimica di Buccinasco. E, a farci ben caso, senza muovere nemmeno un piedino, non li scolla da terra manco per sbaglio. Ora, ognuno ha i propri limiti e Nali non ne ha quasi nessuno: bellissima, voce strepitosa, perfezionista, con il sacro dono di non sbagliare una hit commerciale oramai da tempo. Solo, non è Raffaella Carrà, per quanto qualcuno abbia deciso di fargliela scimmiottare, cosa che risulta evidente fin dal sound sotto marca di 'Maschio'. Unica nel proprio genere - mica ne nascono a mandrie come lei, nessun dubbio a riguardo - chi la gestisce decide follemente di renderla il più uguale possibile a qualunque altra wannabe Annalisa. Non deve ballare per forza, ma lo fa lo stesso. Perché? Perché lo fanno tutte. Altrimenti, stupida leggenda narra, non si vende. Quando è oramai cristallino che la nostra schizzerebbe in vetta alle classifiche pure un con una cover electro-pop de 'Nella vecchia fattoria'.
Dispiace vedere un'artista del suo calibro obbedire a dettami che, invece, avrebbe il pieno potere di dettare. Potrebbe serenamente regnare, da ferma, mentre tutte le altre si affannano per essere come lei. Invece no, per quanto non ci sia nulla di più lontano dalla propria indole, resta imbrigliata in queste coreografie imbarazzanti che fanno rivalutare le Letterine di 'Passaparola' in qualità di vere étoile. Un peccato. Nonché un potenziale danno d'immagine del tutto immeritato.

Ballerina traballante, Annalisa non merita di far figura tanto misera. Figura tanto misera che rivedremo in tv, sperando in inquadrature misericordiose, al Battiti Live, il Festivalbarino di Canale 5 in onda l'estate che viene per la conduzione di Ilary Blasi e Alvin. I fan più sfegati la trovano 'comunque migliiorata', forse non rendendosi conto che non stiamo parlando di un'esordiente alle prime-seconde armi ma della titolata 'regina del pop'. Altri, la buttano già sul femminismo spiccio: "Ah certo, dà sempre fastidio il successo di una donna e quindi la dovete affossare per forza (emoji del faccino arancione, quello arrabbiato)!". No, non è questo.
Muovere una critica ad Annalisa per il 'balletto' che porta sul palco non è prendersela con lei, ma con un'industria discografica che bistratta perfino le eccellenze, specie se femmine, in qualche misura 'costringendole' a sgambettare come se altrimenti non fosse possibile piazzarle sul mercato. È anche per questo che ci ritroviamo di fronte a una serie di cloni, fanciulle bellissime e talentuose ma riproducibili in serie che paiono cantare sempre lo stesso pezzo, scalmandosi alla medesima maniera. Con buona pace dell'identità artistica individuale di ognuna, quella non conta, non viene nemmeno presa in considerazione dalle emergenti alle 'regine'. È il sistema, la mentalità del sistema a non funzionare, non certo la povera Annalisa che resta comunque un diamante a cui speriamo presto o tardi venga concessa la possibilità di esprimersi come meglio crede e il più ad agio possibile. Lo stesso vale, ovvio, per chiunque altra. Sarà forse chiedere troppo? Osiamo dubitarne. Anzi, troviamo che pretenderlo sia la cosa più 'femminista' che si possa fare in merito. Siamo arcistufi di tutte queste artituscole dai grandi proclami su empowerment e dintorni che poi, stringi stringi, in scena si riducono a fare le Veline. Non dovrebbe essere - e non è - questo il loro lavoro.