Ricorre oggi l'ottantaseiesimo anniversario della morte di Antonio Gramsci, fine intellettuale che nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Comunista Italiano. La sua riflessione, nel tempo, riscontrò un eco che riuscì a scavalcare i confini di stato, influenzando non solo la politica italiana ma anche quella di altri paesi, grazie, soprattutto, al profondo acume con cui sapeva indagare la realtà, in cui cultura e politica si intrecciano fino a diventare un tutt’uno. Autore di testi, pubblicati postumi nel secondo dopo guerra, che come molto spesso accade in un Italia che cambia rimanendo sempre la stessa, non hanno mai perso d’attualità, e che hanno fatto sì che la sua figura diventasse un punto di riferimento dal respiro internazionale, nonostante le storiche ingessature di pensiero che si sono susseguite negli anni. Per ricordarlo abbiamo intervistato il filosofo Diego Fusaro, profondo conoscitore dell’ideologia di Antonio Gramsci, che ci ha raccontato cosa resta di lui nella politica attuale, quale la sua eredità, e di come in Italia il comunismo sia ormai un capitolo definitivamente concluso, a fronte di un governo, quello guidato da Giorgia Meloni, che definisce un maggiordomo con il grembiule al servizio del capitale, dell’imperialismo statunitense e dell’Unione Europea.
Cosa resta del pensiero di Gramsci oggi?
Di Gramsci resta un poderoso impianto filosofico e politico, custodito non solo nei quaderni del carcere ma anche negli scritti precarcerari. Una miniera imprescindibile, da cui dovrebbe ripartire un serio progetto di emancipazione. Se la sinistra smette di interessarsi a Gramsci, occorre smettere di interessarsi alla sinistra per continuare a seguire Gramsci. È la tesi al centro del mio libro "Bentornato Gramsci".
Qual è la sua eredità politica?
L’eredità politica purtroppo è stata dissipata totalmente dalla new left fucsia e liberista, che ha tradito completamente Marx e Gramsci, e che è divenuta stampella del nuovo ordine mondiale turbocapitalistico. Per questo dobbiamo ripartire da Gramsci, e dal suo progetto di un ordine nuovo fondato su libertà ed uguaglianza.
Si può ancora parlare di comunismo oggi?
La parola comunismo è stata compromessa da larga parte della storia del Novecento, ma se per comunismo intendiamo da Platone a Gramsci, l’idea di una società giusta fondata sulla ragione, o come diceva Bertolt Brecht “la semplicità che è difficile da farsi”, non dobbiamo avere paura a parlare con rispetto, anzi con l’intenzionalità progettuale di chi non può accettare la barbarie capitalistica oggi dominante.
La storia del PCI è portata avanti da qualche partito o è ormai conclusa?
La storia del Partito Comunista purtroppo si chiude tragicamente con la fine dell’Unione Sovietica, quando anche il comunismo con Occhetto critica l’Unione Sovietica come totalitarismo, senza comprendere che è stato un baluardo di resistenza alla barbaria capitalistica e al suo imperialismo. La storia del Partito Comunista in Italia purtroppo è chiusa.
Nel Pd c’è qualche traccia di PCI?
Nel Pd non c’è alcuna traccia del vecchio PCI, c’è semplicemente il neoliberismo che si è spostato anche a sinistra, e che ha abbandonato completamente Gramsci e Marx.
Gramsci definiva corrotto tutto l’organismo politico, cosa avrebbe pensato dello scandalo in Qatar?
Gramsci del Qatar avrebbe pensato esattamente quello che pensiamo noi, cioè che è uno scandalo vergognoso che rivela il livello bassissimo della politica.
Ritiene che le sue opere, e la sua figura, nel tempo siano state in qualche modo strumentalizzate?
Gramsci viene celebrato in maniera geografica, quanto più viene dimenticato e rimosso in chiave politica e filosofica. Questo è il segreto per capire la valorizzazione solo fittizia che viene fatta di Gramsci oggi in Italia.
Cosa penserebbe della composizione del governo di Giorgia Meloni?
Il governo di Giorgia Meloni è pietoso, perché si rivela semplicemente un maggiordomo con il grembiule al servizio del capitale, dell’imperialismo statunitense e dell’Unione Europea. Lo trovo squalificante parlarne quando si ragiona di un gigante come Gramsci.
Chi è oggi l’erede di Gramsci?
Non credo che ci siano eredi di Gramsci oggi, anche se dobbiamo continuare ad assumerlo come modello di riferimento.