Ah, le auto elettriche. Quelle meravigliose scatoline silenziose che dovevano salvarci tutti dal disastro ambientale. Dovevamo immaginarlo, vero? Bene, ecco l'ultima: Stellantis ha deciso di sospendere la produzione della Fiat 500 elettrica a Mirafiori fino all’11 ottobre. Oh, non vi preoccupate, non è la prima volta che la produzione si ferma. Ma questo stop ci dice molto di più. È il sintomo di un mercato elettrico che sta andando a rotoli, e onestamente, chi può essere sorpreso?
Pensiamoci: la Fiat 500, un'icona dell’era del boom economico italiano, è rinata in formato elettrico. Perfetto, vero? No, per niente. Le vendite sono state così ridicole che Stellantis è dovuta correre ai ripari, annunciando anche una versione ibrida per cercare di salvare il salvabile. Ma la verità è che nessuno sembra voler comprare queste elettriche. Lo stabilimento di Mirafiori, che una volta sfornava auto come se fossero caramelle, a quanto pare ora fatica persino a tenere accese le luci. Ed è tutta colpa di una "transizione energetica" che è stata forzata giù per la gola di un pubblico che, semplicemente, non vuole saperne.
Stellantis, con tutto il suo ottimismo corporativo, continua a parlare di nuovi investimenti e batterie "ad alto potenziale", ma chi stanno cercando di convincere? L’unico potenziale pare quello di licenziare persone. E mentre Mirafiori arranca con una previsione di produzione di 50.000 veicoli per il 2024 – 35.000 in meno rispetto all’anno precedente – ci si chiede se qualcuno, lassù, capisca davvero cosa sta succedendo.
Oh, e non pensate che sia solo un problema di Torino. In tutta Europa le vendite di auto elettriche sono stagnanti. Certo, l’Unione Europea, guidata da Ursula von der Leyen e dai suoi accoliti verdi vorrebbe farci credere che presto tutti noi guideremo auto silenziose, a emissioni zero. Ma non è proprio così, vero? No, il consumatore medio non è affatto entusiasta. Gli alti costi, la scarsa autonomia e quei tempi di ricarica che ti fanno venire voglia di tornare al cavallo e carrozza stanno frenando il passaggio al full electric. Chi avrebbe mai potuto immaginare che l’utente medio non volesse spendere cifre esorbitanti per un'auto che, a conti fatti, non è poi così pratica?
Non solo il mercato elettrico europeo sta collassando, ma anche le Borse lo dimostrano. Le principali case automobilistiche europee – Stellantis, Volkswagen, Renault, per citarne alcune – stanno perdendo miliardi. Sì, miliardi. Solo Stellantis ha visto la sua capitalizzazione di mercato scendere del 50%. Giusto per capirci: il titolo Stellantis è tornato ai livelli del primo giorno di Borsa, quando si era fusa con Psa nel 2021.
E mentre noi qui in Europa stiamo cercando di far funzionare una politica industriale fallimentare, dall'altra parte dell'oceano Stellantis ha deciso di investire centinaia di milioni di dollari per convertire tre stabilimenti in Michigan alla produzione di veicoli elettrici. Jeep, Ram, e chi più ne ha più ne metta. Ma c'è un piccolo problema: anche negli Stati Uniti, nessuno sembra volerne sapere di queste auto elettriche. I concessionari sono furiosi, e chi può biasimarli? Hanno parcheggi pieni di Jeep e Ram che nessuno vuole comprare. Come sempre, il mercato parla, e non sta dicendo quello che i dirigenti di Stellantis vorrebbero sentire.
E ora cosa facciamo? Continuare su questa strada porterà solo a più stabilimenti chiusi, più licenziamenti e, francamente, a un disastro occupazionale senza precedenti. E non pensate che siano solo i sindacati italiani a essere preoccupati. In Germania, Volkswagen e Audi hanno già fermato le loro linee di produzione e annunciato licenziamenti imminenti. Se anche i tedeschi, notoriamente i maestri dell’efficienza industriale, stanno avendo problemi, cosa possiamo aspettarci?
Il mondo dell’auto europea sta andando a rotoli, e tutto per una politica industriale che sembra più interessata a compiacere gli ambientalisti radicali che a considerare la realtà del mercato. Ci stiamo suicidando lentamente. Le fabbriche chiudono, le azioni crollano, e i consumatori... beh, i consumatori continuano a comprare auto a combustione interna, perché sono più economiche e, sorpresa sorpresa, funzionano davvero.
Il futuro, quindi? O qualcuno si sveglia e capisce che questa follia elettrica non è sostenibile, oppure ci aspetta un disastro economico. L'industria automobilistica europea è troppo importante per essere lasciata alla deriva in questo modo. Ma se continuiamo così, non ci sarà molto da salvare.