Il governo di centrodestra mette a segno un’altra vittoria a livello europeo. Infatti è arrivato il rinvio, a data da destinarsi, del voto sullo stop a partire dal 2035 della vendita di auto a benzina e diesel. Il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha commentato così: "Si tiene giustamente conto di una forte resistenza di alcuni Paesi europei, con l'Italia in prima fila, a un'impostazione del Regolamento troppo ideologica e poco concreta. L'elettrico non può essere l'unica soluzione del futuro, tanto più se continuerà, come è oggi, ad essere una filiera per pochi. La decarbonizzazione del settore dei trasporti deve tenere conto delle peculiarità nazionali e di tempistiche compatibili con lo sviluppo del settore dell'automotive". Per il governo questo rappresenta il raggiungimento di un traguardo importante, soprattutto perché ancora non è dato di sapere quando verrà fissata la votazione degli ambasciatori a proposito dell'entrata in vigore del nuovo Regolamento sulle emissioni di Co2 per auto e furgoni. Massimiliano Salini: "Sulla transizione ecologica l'esecutivo Ue sta sbagliando, o corregge subito il tiro oppure saranno i cittadini a imporre il cambiamento, spazzandola via con il voto europeo del 2024".
Per Matteo Salvini questo rinvio è un "grande segnale" che va a testimoniare quanto il lavoro portato avanti dall’esecutivo abbia "offerto argomenti di buonsenso sui tavoli internazionali, a difesa della nostra storia e del nostro lavoro". Il ministro delle Infrastrutture ha dichiarato che: “E’ stata ascoltata la voce di milioni di italiani. La strada è ancora lunga ma non ci svenderemo alla Cina". Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera: "Questo stop accoglie le nostre rimostranze: l'augurio è che il buonsenso continui a prevalere. Il termine del 2035 sarebbe troppo breve sia per permettere ai cittadini di adeguarsi sia per le industrie italiane che dovrebbero produrle, smantellando di fatto un'intera filiera". Il motivo del rinvio a quanto pare starebbe nell'incertezza del risultato finale, per via delle varie posizioni critiche che sono state manifestate, con conseguente mancanza della maggioranza qualificata per l'adozione finale. Da qui la decisione di prendere tempo. Tra le varie ipotesi che si sono ventilate quella di continuare a usare i motori a combustione ma con carburanti a zero emissioni.