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In Europa tutti sulle auto elettriche nel 2035? Germania e Italia: neanche per idea

  • di Alessio Mannino Alessio Mannino

1 marzo 2023

In Europa tutti sulle auto elettriche nel 2035? Germania e Italia: neanche per idea
Al prossimo Consiglio del’Unione Europea i governi di Germania e Italia diranno no allo stop alle auto a motore termico entro il 2035. “Le auto elettriche devono essere accessibili economicamente”, fa presente il ministro italiano all’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. I tedeschi spingono per salvare gli e-fuels, ma “dall’Ue solo rifiuti”, si lamentano a Berlino

di Alessio Mannino Alessio Mannino

L’Unione Europa ha deciso di bandire le auto con motore termico entro il 2035, ma alcuni Stati non ci stanno. Capofila della protesta la Germania e l’Italia, che la settimana prossima renderà nota la sua contrarietà al Regolamento di Bruxelles che prevede lo stop alla produzione e alla vendita di auto e van con motore a combustione di qui a dodici anni. A metterlo nero su bianco è il Ministero dell’Ambiente in un dispaccio ufficiale. Da Berlino, il ministro dei Trasporti, Volker Wissing, ha prospettato la minaccia di un nein tedesco se nonc i sarà una deroga sull’uso dei carburanti sintetici (e-fuels). “Al momento non siamo a conoscenza di proposte, ma solo di esternazioni di rigetto da parte del commissario europeo Frans Timmermans”, si è lamentato il ministro. Più soft, ma non meno duro nella sostanza, il collega italiano titolare dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin: “I target ambientali vanno raggiunti attraverso una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa”, ha sottolineato nella nota formale.

Gilberto Pichetto Fratin
Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica

Il fronte del no mette in pericolo la compattezza che aveva fatto dare per scontato il nuovo corso, cioè sostanzialmente l’apertura e la spinta delle auto elettriche a basse emissioni. Perché, oltre a Italia e Germania, bisogna mettere in conto anche il voto sfavorevole della Polonia alla pre-intesa (Coreper) del Regolamento, e all’astensione della Bulgaria. Il punto politico, oltre che industriale ed economico, del disaccordo, lo ha chiarito proprio Pichetto Fratin: “Il successo delle auto elettriche dipenderà molto da come diventeranno accessibili a prezzi concorrenziali”. La linea del governo di centrodestra italiano si potrebbe definire non ostile, ma scettica riguardo la transizione ecologica affidata all’elettrico. “La transizione in cui tutti crediamo va incentivata e accompagnata ma correre rischia di produrre l’effetto contrario”, aveva già infatti dichiarato il leader leghista Matteo Salvini, ministro dei Trasporti. Il prossimo appuntamento per una partita che si annuncia difficilissima è il 7 marzo, al Consiglio dell’Unione Europea.

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