Non è più ministro dell’interno, Matteo Salvini, però continua a fare il duro. Peccato che poi nel giro di poche ore “molli” due gaffe, divenendo sì protagonista di cronache, trasmissioni e social, ma per il motivo sbagliato.
In occasione della presentazione del Rapporto Dekra sulla sicurezza stradale, arrivata dopo un weekend di sangue sulle strade italiane, il ministro delle infrastrutture ha parlato di stretta sulle sanzioni, con un riferimento boomerang all’incidente di Alessandria che ha causato tre morti e quattro feriti tra coloro che si trovavano a bordo di una Peugeot 807: “È giusto – le parole di Salvini – sanzionare gli automobilisti irresponsabili, e le cronache di questo fine settimana... È chiaro che non sali in auto in sette: su questo puoi fare l’educazione stradale che vuoi, puoi mettere la prevenzione che vuoi, però… Questo mi sembra oggettivo”. Il piccolo oggettivo dettaglio è che la Peugeot 807 è una grossa monovolume omologata proprio per sette persone.
Non pago – oltre ad aver parlato di chi “guida imbottito di cocaina o ubriaco marcio” come “una bomba e un potenziale assassino”, evocando “se non la revoca a vita, almeno la sospensione per 10 anni del diritto di guidare” – il vicepremier si è avventurato anche sul terreno del suo cavallo di battaglia dell’ultimo periodo, il ponte sullo Stretto. Ponte non ancora realizzato (e chissà se mai lo sarà) ma già crollato, almeno nella serie di Amazon Prime Video “The Bad Guy”: “In una nuova serie tv di Amazon, ennesimo stereotipo di pessimo gusto sull’Italia e sul popolo siciliano: dopo la sua realizzazione – ha scritto Salvini su Twitter – il Ponte sullo Stretto crolla perché la costruzione era stata affidata ad aziende legate ai clan mafiosi…”. E ancora: “Non possiamo più accogliere in silenzio insulti e offese al nostro Paese. L’Italia da sempre crea capolavori ingegneristici dentro e fuori dai confini: il Ponte sarà l’ennesimo esempio di genialità italiana nel mondo. Volere è potere”. Il problema è che “The Bad Guy”, al di là del titolo “forestiero”, è una produzione tutta italiana, realizzata da Indigo Film per la regia di Giuseppe G. Stasi (che ha firmato la sceneggiatura con Ludovica Rampoldi e Davide Serino) e Giancarlo Fontana.
Dalle un tempo efficaci salvinate, termine inserito persino nella Treccani stante a indicare le trovate e le uscite tipiche del Nostro, passando per la sgangherata epopea di TikTok, ormai si è arrivati ora alle vere e proprie… Completate voi la rima.
Anche Giuseppe Cruciani lo scarica: “Ormai – ha detto ieri sera a La Zanzara su Radio 24 – è completamente andato. Da quando imbraccia la Madonna invece di andare a legalizzare la prostituzione. Perché il signor Salvini è passato dalla battaglia giustissima sulla legalizzazione della prostituzione (in cui siamo andati insieme a firmare io, lui ed Efe Bal una volta al Comune di Milano) alle immagini della Madonna, ai rosari eccetera. Una roba insopportabile. E purtroppo il cervello quando funziona così ti porta a dire anche queste minchiate”. Ah, ecco forse la possibile rima di prima.
Fino a non molto tempo fa, forse non casualmente quando dietro di lui c’era Morisi con la sua bestia comunicativa, Salvini a molti faceva paura (si pensi alle polemiche allarmistiche perché si faceva fotografare con i fucili, alle accuse di sequestro di persona e disumanità e via dicendo). Ora a molti fa ridere, o sorridere. Ed è difficilmente opinabile che sia meglio morire dal ridere che di altro. In un momento in cui la comicità arranca, soffocata dal terrore della cancel culture e dal timore di rimanere mortalmente impigliata in uno dei cappi del politicamente corretto, quella involontaria (?) di Salvini è un buon surrogato. Un metadone. “Scusi, lei spaccia?” Sì. “Buonaseeeera”. Altri cinque anni così, grazie. Ce li meritiamo.