È lui o non è lui? Ancora presto per saperlo, eppure in molti lo danno per certo: Fleximan è stato preso. Si tratta dello sterminatore di autovelox che nei mesi scorsi si divertiva, di notte, a buttare giù decine e decine di rivelatori di velocità nel nord Italia, e soprattutto in Veneto (con qualche imitazione in Puglia e addirittura nel Regno Unito). Ed è proprio in Veneto che adesso è stato fermato Enrico Mantoan, un operaio di quarantadue anni, perché accusato di essere il vero Fleximan. Su di lui, secondo quanto riportato da Libero, graverebbero le riprese delle telecamere di videosorveglianza di Rosolino, proprio dove l’anti-eroe delle strade italiane ha messo a segno il suo ultimo colpo, lo scorso 3 gennaio. “In Veneto - sottolinea ancora la giornalista Serenella Bettin -, in totale, gli autovelox abbattuti sono stati ben sedici”, e a Mantoan di questi ne vengono attribuiti cinque, tutti nella zona del Polesine. Da quando il suo nome e il suo volto sono stati sbattuti in prima pagina, l’operaio italiano si è trasformato in un vero e proprio fenomeno mediatico, “molti mi riconoscono al bar - ha detto il presunto Fleximan - e per strada, mi fotografano, mi chiedono addirittura un selfie. Mi hanno chiesto di partecipare a trasmissioni televisive, mi vogliono in radio, mi inseguono per intervistarmi”. Il caso ha interessato l’intero Paese negli scorsi mesi, e a quanto pare in molti sembrerebbero aver sempre parteggiato per il misterioso abbattitore di rivelatori, “al punto tale - scrive Bettin - che in questi giorni proprio per Mantoan […] è partita una raccolta fondi ‘per pagare le spese legali’”. Sì, perché adesso il quarantaduenne è indagato per danneggiamento e interruzione del servizio pubblico, anche se lui si dice “sereno […] stanno semplicemente facendo delle indagini e io sono semplicemente indagato, nulla di più”. Ma la gogna mediatica di questi giorni non sembra essergli piaciuta, e quell’ombra politica…
Uno dei dettagli che è stato fortemente evidenziato sulla personalità di Mantoan è stato sicuramente la sua appartenenza politica. Secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, l’operaio veneto “ha sempre militato in Forza Nuova [...] nelle foto sui suoi social guida manifestazioni contro l’arrivo degli immigrati in Polesine o con i no green pass a Trieste [...] - e - nel 2015 da segretario provinciale di Fn, si candidò a sostegno del candidato sindaco forzanovista Federico Donegatti”. Un interessamento, questo sulla sua vita personale, che non sembra essere andato giù allo stesso Mantoan, che nell’intervista a Libero ha dichiarato che questo “è il prezzo che si subisce quando sei di destra. Per la stampa di sinistra ha detto sono un criminale, un bandito. Poco importa del fatto che io sia semplicemente un indagato. Per loro sottolinea ancora -, evidentemente, io già merito una condanna per il solo fatto di essere dalla parte sbagliata […] non a caso, sono quelli che osannano la candidatura politica alle europee di chi è accusato di aver spaccato la testa a martellate a dei ragazzi di destra”, il riferimento a Ilaria Salis è camuffato ma evidente. Inoltre, ha detto sempre Mantoan sulla cosiddetta gogna mediatica, “alla fine non mi stupisce. È il modus operandi di fare informazione da parte della sinistra”. Ma in fin dei conti, Fleximan era davvero lui? A questo proposito l’uomo si limita a dichiarare che “sui giornali e in televisione sono state dette tante inesattezze e falsità […] alcuni giornali hanno persino parlato di una mia confessione, ma è assolutamente falso”. E allora si ritorna alla domanda iniziale: è lui o non è lui? Chissà, ma intanto le idee tra il supereroe misterioso e l’operaio sembrano combaciare, visto che per Mantoan gli autovelox “nella maggior parte dei casi si tratta di strumenti utilizzati unicamente per fare cassa, non certo per tutelare la sicurezza”; d’altronde, stesso concetto ripetuto più volte dal ministro Matteo Salvini.