Nelle scorse ore la tv di Stato iraniana ha ufficialmente confermato la morte dell’(ormai ex) presidente iraniano Ebrahim Raisi, che si trovava a bordo di un elicottero in volo sopra all’Azerbaijan assieme a al ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian e al governatore dell'Azarbaijan orientale Malek Rahmati. Dopo un primo momento di incertezza nella giornata di domenica 19 maggio, quando l'elicottero con la delegazione era stato dichiarato scomparso, sono stati infine trovati i resti dei corpi, completamente carbonizzati, che non hanno lasciato spazio a dubbi. Se la tv iraniana, così come la guida suprema dell’Iran, l'Ayatollah Ali Khamenei, hanno espresso il proprio lutto, definendo persino Raisi come un “martire”, la stampa di tutto il mondo si chiede cosa sia realmente successo a bordo di quel velivolo e soprattutto, se non ci sia stata un’intromissione di terze parti. Le cause poco chiare dello schianto, hanno infatti generato numerose teorie complottiste, tra sospetti e insinuazioni su un possibile intervento dell’intelligence israeliana, di quella americana o persino un attacco della resistenza interna. Ma qual è la verità?
Come molti tecnici e analisti hanno evidenziato, fra cui l'analisi di StartMag a cura di Gregory Alegi, più che complotti di natura politica, si tratterebbe in realtà di problemi tecnici, accentuati dalla probabile inesperienza dei piloti, e soprattutto dalle condizioni meteorologiche decisamente avverse. I primi lanci di stampa sullo schianto, parlavano inizialmente di un elicottero di medie dimensioni modello Mil Mi-17, di produzione sovietica, che si è poi rivelato essere invece – probabilmente – un Bell 412 di produzione americana. A prescindere dal modello, però, in entrambi i casi si tratta di tecnologia datata, con apparati di navigazione e sistemi di sicurezza non equipaggiati per un volo in condizioni meteo avverse. È proprio qui che si inserisce difatti il cruciale fattore maltempo, che ha reso ancora più difficile il volo, soprattutto nell’attraversamento di un tratto sopra le montagne fra Azerbaijan e Iran, luogo dello schianto mortale. Un altro aspetto da non sottovalutare è poi l’embargo americano verso l’Iran, che negli anni non ha agevolato l’approvvigionamento di pezzi di ricambio dei velivoli, già datati, così come l’accesso a tecnologie nuove per l’aggiornamento dei piloti, poco abituati a guidare in condizioni avverse. Sono stati dunque queste le vere cause dietro al misterioso incidente, che poco hanno a che fare con interventi d’ingerenza straniera. Inoltre, il presidente Raisi aveva particolare premura di rientrare in patria dopo la sua ultima visita diplomatica in Azerbaijan; pertanto, non ha prestato attenzione al rischio di volare in quelle condizioni rischiose, trovando però, la morte. L'Iran intanto ha dichiarato 5 giorni di lutto nazionale.