La guerra nella Striscia di Gaza divide: opinione pubblica, politici, artisti. E divide anche i giornalisti. “Poi ci sono quelli come Antonino Monteleone, che oltre a sostenere ciecamente la propaganda israeliana si vanta di aver contribuito a censurarlo...”: è Pablo Trincia a parlare in relazione a un post che la iena Monteleone avrebbe fatto rimuovere a Motaz Azaiza, uno dei reporter più seguiti tra quelli che stanno raccontando il conflitto. Ancora nelle sue storie, Trincia ha scritto che questo sua vicinanza al regime israeliano è una delle ragioni che gli hanno fatto smettere di seguire Monteleone: “Vi consiglio di fare lo stesso”, chiude. La risposta dell’avversario, comunque, non si fa attendere e arriva direttamente sui social: “Caro Pablo Trincia, pensavo stessi attraversando un brutto momento. E ho taciuto. Ma invece mi rendo conto che quelli come te vanno aiutati. Mi appello a chi ti sta vicino: aiutate Pablo, ha bisogno di attenzioni. lo non sono in grado di provvedere ai suoi bisogni”. Un incipit provocatorio che prosegue nelle storie Instagram: “Pensavo, ad esempio, che nel 2019 tu scherzassi. Invece è chiaro che il tuo odio antisraeliano e antiebraico è qualcosa di serio e profondo. Oggi non sprechi occasione per renderlo noto a tutti. Approfittane finché ti porta like e follower”. Ma a cosa si riferisce Monteleone quando parla del 2019?
“Ho sottovalutato la gravità della situazione anni fa”: la iena posta una vecchia chat WhatsApp, in cui i due stavano discutendo appunto della situazione della Striscia di Gaza. “Ma ti pagano? “Lo fanno (Israele, ndr): hanno un network di giornalisti sionisti”, scrive Trincia, “Solo tu e Rubio potete prendere soldi dall’Anp e Hamas?”, controbatte Monteleone. “Fatti aiutare. Voi che gli volete bene, aiutatelo!”, chiosa la iena. Insomma, un conflitto verbale che rispecchia la spaccatura dell’opinione pubblica. Nell’ultimo periodo, infatti, il dibattito è esploso anche nelle università. E la guerra non accenna a finire.