“Cimitero di prima porta, appena a nord di Roma, nelle campagne, oltre il grande raccordo anulare. ‘Cari tutti, siamo davanti a una cosa che tutti quanti affronteremo: siamo davanti alla morte. Uno può scappare da qualsiasi cosa, può nascondersi, però dalla morte non c’è scappatoia… Allah Akbar.’ Questo non è un è funerale qualunque, è la porta che apre a un mondo, che ci farà fare un viaggio all’interno del male più imperdonabile…” (estratto della prima puntata del podcast Sangue loro – Il ragazzo mandato a uccidere)
Dopo l’enorme successo del podcast d’inchiesta Veleno (2017) dedicato all’oscuro caso dei “Diavoli della Bassa Modenese”, e dopo la fortuna di Dove nessuno guarda (2023), dedicato invece al caso di Elisa Claps, arriva Sangue loro – Il ragazzo mandato a uccidere, il nuovo podcast originale di Sky Italia e Sky TG24 realizzato da Chora Media, scritto da Pablo Trincia e Luca Lancise. Il podcast, disponibile a partire da lunedì 19 febbraio, è il racconto di una storia nascosta e per lungo tempo dimenticata, che ha come teatro la Roma degli anni Ottanta. Nello specifico, a partire dal 1985 la Capitale fu al centro di una serie sanguinosi attacchi terroristici, prima all’aeroporto di Fiumicino e poi anche presso gli uffici della British Airways di via Bissolati, che sconvolsero l’opinione pubblica. Proprio a partire di quei tragici eventi, si dispiega anche il racconto di Pablo Trincia, voce narrante della storia. Il progetto, sviluppato in 6 puntate, è stato presentato dallo stesso Pablo Trincia, insieme a Sky e Sky TG24, in occasione del Festival dell’Ascolto, della Voce e delle Storie di Chora Media sabato 17 febbraio presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Davanti a una gremita platea di oltre 1400 persone, Trincia ha raccontato: “É stato uno dei progetti più difficili a cui abbiamo mai lavorato, e la lavorazione è durata ben tre anni”. Il titolo del podcast, Sangue loro – Il ragazzo mandato a uccidere fa riferimento alla storia di Hassan, un ragazzo di origine palestinese, che, una volta arrivato nella Capitale italiana, in quel periodo simile a un crocevia di spie, sicari e doppiogiochisti, si ritrova invischiato in una serie di violente vicende e attentati terroristici di matrice mediorientale. Nella seconda metà degli anni Ottanta, un gruppo di terroristi di origine araba inizia infatti a sferrare attacchi nel cuore di diverse capitali europee - tra cui anche Roma - per tentare di attirare l’attenzione internazionale rispetto alla causa palestinese e contro alcune azioni dello Stato d’Israele, dove allora, proprio come oggi, il Medio Oriente vive in uno stato di tensione perenne, anche in seguito alla guerra in Libano, conclusasi poco prima, nel 1982.
Fra le voci narranti dei racconti, oltre a Pablo Trincia, anche alcuni diretti protagonisti della vicenda, presenti all’aeroporto di Fiumicino e miracolosamente sopravvissuti agli attacchi di quel tragico 27 dicembre 1985, fra cui: Ugo Gargiulo, dirigente della Canadian Airlines; Vincenzo Zampelli, agente del nucleo antiterrorismo della polizia, e Sandra Milo – scomparsa subito dopo le ultime registrazioni - che in quella giornata divenne testimone accidentale, insieme alla figlia Azzurra, delle aggressioni nell’area check-in. La prima puntata del podcast si apre con un lento e malinconico lamento in lingua araba, accompagnato da una triste musica di sottofondo, che immergono l’ascoltatore in un’atmosfera intima e lontana, con la sensazione di trovarsi in Medio Oriente, in qualche Paese arabo. In realtà, si scopre molto presto che siamo invece a Roma, in un cimitero oltre il raccordo anulare dove un muezzin, in mezzo a una piccola folla, piange la scomparsa di un uomo. La morte è infatti costante protagonista, in un beffardo gioco del destino che vede incrociarsi fra loro tante vite: quella di Hassan, mandato a uccidere, una madre e una figlia, insieme a una serie di sfortunati incontri casuali fra persone che, una volta varcata la soglia dell’aeroporto di Roma Fiumicino, non raggiungeranno mai la destinazione per cui erano partiti. Tuttavia, l’approccio di Pablo Trincia per ricostruire le vicende è – come lui stesso afferma – not judgemental, ovvero ‘non giudicante’, poiché, nonostante l’efferatezza, non s’intende dare un giudizio morale sulle ragioni dei violenti attentati, quanto piuttosto narrare le dirette esperienze e sensazioni dei sopravvissuti, attraverso i loro ricordi.
Durante la presentazione di sabato 17 febbraio, a proposito della realizzazione del podcast Trincia ha esclamato: “Un film, che nessun regista, neanche il più grande premio Oscar, potrà mai realizzare: un film bello, intenso e vero come quello che ognuno di noi si fa nella sua testa quando ascolta…”. Il podcast, realizzato è disponibile su tutte le piattaforme di streaming a partire da lunedì 19 febbraio, con una nuova puntata allo scoccare della mezzanotte di ogni giorno successivo.