Elisa Claps è stato per diciassette anni uno dei più grandi misteri della cronaca nera italiana. La sedicenne scomparve da Potenza nel 1993. Uscita per andare a messa con un'amica, non fece più ritorno a casa. Ad aspettare (e reclamare) che venisse fatta luce sulle sorti della giovanissima, la famiglia Claps, rimasta inascoltata dalla polizia come dai compaesani che ritenevano che questo caso facesse cattiva pubblicità alla città, in genere molto tranquilla. Fino a che nel 2010, quasi per caso, il corpo di Elisa viene ritrovato nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. Sul colpevole, per quanto orrendamente protetto, non ci sono mai stati grossi dubbi. Chi ha taciuto rendendo possibile questa storia intrisa di dramma, follia, omertà e malagiustizia? Pablo Trincia riprende le fila dell'intera vicenda nel podcast "Dove nessuno guarda - Il Caso Elisa Claps" per Chora Media. Il primo episodio è uscito il 25 agosto e ogni giorno viene resa disponibile una nuova puntata, da 40 minuti circa, fino al 12 settembre quando sarà rilasciato il finale. Il progetto diverrà anche una docu-serie Sky, in uscita nell'autunno prossimo. Intanto, si sta già dipanando di fronte a noi uno dei casi di cronaca nera più sconvolgenti mai avvenuti nel nostro Paese.
Fin dall'inizio, l'impressione è quella di trovarsi in una dimensione che non può essere reale. La scomparsa della ragazza, descritta dai suoi stessi famigliari che mai si sono dati pace, dal giorno zero non assume i contorni dell'allontanamento volontario. Eppure, gli inquirenti sembrano aver deciso dal primo momento che sia andata così. Punto. Chi ha cercato, negli anni, di scoprire la verità, si è puntualmente ritrovato a rimbalzare contro un muro di gomma. Come mai? Tanti potrebbero essere i motivi, c'è chi a una certo punto ha cominciato a mormorare che potesse centrare perfino la Massoneria.
In realtà, quello che più colpisce, nel complesso, della triste vicenda che è stata messa in scena dal giorno della scomparsa di Elisa Claps è la banalità del male. Una fitta rete di non detti, anche stupidissimi, ha permesso all'orrore di proliferare, nascosto in piena vista. E l'orrore ha proliferato, infatti. Anche al di fuori dei confini nazionali. È arrivato il momento di parlare, senza spoiler come abbiamo tentato di fare finora, di Danilo Restivo.
Esistono decine e decine di film e serie tv che raccontano serial killer. Il caso più recente e di successo è Dahmer, scritta da Ryan Murphy, che dettaglia gli orrori del cannibale di Milwaukee provando anche a entrare nella sua testa. In "Dove Nessuno Guarda - Il caso Elisa Claps" facciamo la conoscenza di Danilo Restivo, fin dalla sua infanzia (a oggi, l'episodio più choccante è il terzo, intitolato "Genesi"). A prescindere dalle implicazioni morali e agli occhi bendati della giustizia italiana, il podcast ne tratteggia un approfondimento psicologico, avvalendosi di esperti e testimonianze di chi lo ha conosciuto fin dalla più tenera età, magistrale. Per quanto, ovviamente, da brividi. E qui siamo a Potenza, non negli Stati Uniti.
Danilo Restivo è una figura che viene descritta come profondamente disturbata e a dir poco problematica dalle elementari, almeno. In paese, tutti sapevano. Ma nessuno ha voluto interessarsene veramente, "creare" il problema. La "scomparsa" di Claps è stato solo l'ultimo atto, e il più feroce, di una lunga parabola di comportamenti perversi, lasciati passare come ordinaria bambinate, piccole cose. O insabbiati tramite assegni, raggiri, belle parole da parte del padre del ragazzo. Ragazzo all'epoca dei fatti appena ventunenne che poi, una volta diventato adulto, ha lasciato la sua città natale per trasferirsi all'estero. Dove altre donne sono state uccise in modo molto simile alla sorte toccata a Elisa Claps. Per pura casualità, intorno al domicilio di Restivo.
"Dove Nessuno Guarda - Il Caso Elisa Claps" è una storia che sconvolge perché rende evidente quanti quintali di polvere e catrame possiamo essere disposti a nascondere sotto al tappeto in nome del quieto vivere. O dietro pagamento. Non c'è nulla di giusto in questa vicenda atroce, piena di colpi di scena che ora possiamo ascoltare tutti di fila. Ma che, per avvenire, hanno impiegato anni riuscendo a rimanere nascosti più tempo possibile. Il fatto, anche se sarebbe più coerente usare il plurale, ha ancora molti punti oscuri e porta con sé diverse incognite che, si spera, il clamore mediatico di questo podcast possa finalmente svelare una volta per tutte.
L'ultima puntata uscirà il 12 settembre, per il trentennale della "scomparsa" di Elisa Claps. Anche a non essere appassionati di podcast, come per esempio chi scrive, si tratta di un progetto che va ascoltato pure "soltanto" perché per dicassette lunghissimi anni, e oltre, nessuno lo ha mai potuto o voluto raccontare a voce alta dall'inizio alla fine. Un'Italian Horror Story in cui non si finisce mai di contare i "cattivi" che possono essere preti, perfino insospettabili donne delle pulizie, compaesani "brava gente" che, nei fatti, avrebbero (o hanno?) mantenuto un segreto impossibile da tenersi dentro anche solo per cinque minuti, convivendo con l'orrore come fosse parte del vivere quotidiano. Lo è stato. E le conseguenze si piangono ancora oggi. Ribadiamo: non c'è niente di buono, giusto o rassicurante in questa storia. E allo stesso tempo nessun dettaglio che non valga la pena di essere ascoltato e compreso. Anche per evitare che un silenzio pressapochista e vigliacco, un silenzio che dopotutto "non costa nulla" possa rendere possibili, nuovamente, atrocità tanto efferate. Dopo Veleno e Il Dito di Dio, Pablo Trincia riporta alla luce un nuovo caso che farà inevitabilmente discutere e tremare. Non fate l'errore di rimanere indifferenti.