Di Fleximan ormai non si sente più parlare. Ricordate quel misterioso (anti)eroe che passava le notti ad abbattere gli autovelox più discussi, vale a dire quelli che emettevano più multe nel nord Italia? Sì, proprio lui, adesso, dopo che le sue gesta sono state emulate anche al sud e addirittura in Gran Bretagna, sembra essere sparito; eppure la sua battaglia contro i rilevatori di velocità continua ad andare avanti. Anzi, forse si è appena conclusa, con una sua vittoria… Già, quello che veniva considerato, con buona ragione bisogna ammettere, un delinquente, adesso potrebbe passare dalla parte della ragione. Una sorta di Robin Hodd dei temi moderni, che non ruba ma distrugge e, secondo alcuni, vandalizza. Tante cose si sono dette (e cantate, visto il brano che gli è stato dedicato) su di lui, e adesso che sembra sparito nel nulla, a prendere il suo posto è addirittura la Cassazione. Sembra strano, ma, scrive Alessandro Dell’Orto su Libero, “la legge fa più paura di uno sgangherato supereroe e il Comune di Pordenone, terrorizzato da una recente sentenza, ha preso una decisione controcorrente: addio autovelox, impiantati tutti spenti e chissenefrega del solito e solido tesoretto guadagnato con le contravvenzioni”. Il riferimento è alla storica decisione della Cassazione che ha “respinto - riporta il giornalista - il ricorso del Comune di Treviso e annullato la multa presa da un automobilista nel 2021”. Il motivo? A quanto pare quel rilevatore, scrive Dell’Orto, “era stato solo ‘approvato’ e non ‘omologato’”…
Si tratta di un caso che ha dell’incredibile, e che potrebbe spingere migliaia di automobilisti a fare ricorso per delle multe prese in simili contesti, e soprattutto su quella stessa strada di Treviso. Così, si legge su Libero, gli autovelox si trasformano “da ‘bancomat dei Comuni’ a spauracchio”; e a sottolineare l’importanza della situazione è l’avvocato Fabio Capraro (vicepresidente nazionale dell’associazione Migliore tutela), secondo cui, riporta Dell’Orto, quella della Cassazione è una decisione “chiarissima”, e addirittura parla di truffa visto che “le ammende sarebbero ste elevate facendo credere che gli strumenti fossero a norma quando invece non lo sarebbero mai stati […] - e, continua se il Comune andasse avanti con l’emettere ammende grazie a questi autovelox si potrebbe ravvisare il danno erariale ogni qualvolta l’Ente resista contro una sentenza avversa sapendo di essere nel torto”. Si tratta, quindi, di un precedente che non può essere preso sottogamba. Questi possibili ricorsi, infatti, rischierebbero di mettere in ginocchio i Comuni. Il giornalista di Libero prende in esempio lo stesso autovelox del trevigiano, che solo nel 2023 ha emesso contravvenzioni che “hanno portato nelle casse comunali circa 8 milioni di euro”. E forse per non incorrere in questo rischio, a Pordenone “la polizia locale ha spento gli impianti elettronici contro la velocità”. Si tratta, però, di un caso isolato. Infatti, scrive ancora Dell’Orto, “ci sono sindaci che […] hanno deciso di andare avanti con le multe, fregandosene di tutti quegli automobilisti pronti a fare battaglie legali. Sì, quelli che hanno capito che la legge è più efficace di Fleximan”.