image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Nuda e cruda
Nuda e cruda

Avete visto cosa è successo a Genova? I portuali si ribellano e fermano i container con le armi per Israele: fanno bene, ma in questo modo non rischiano di fare un favore a Hamas?

Michela Morellato

3 agosto 2025

Ma avete visto cosa è successo al Porto di Genova? Dei portuali si sono rifiutati di scaricare container contenenti armi destinate a Israele. Una presa di posizione decisa, forte. Giusto protestare, ma questo apre anche una questione geopolitica delicatissima

Foto di: Ansa

di Michela Morellato Michela Morellato

Il 31 luglio 2025, nel porto di Genova, è successo qualcosa di simbolico e potente: i portuali si sono rifiutati di scaricare container contenenti armi destinate a Israele, ritenendo di non voler essere complici del massacro in atto a Gaza. È un gesto che, a prescindere dalle opinioni politiche, merita rispetto: perché viene da lavoratori, non da politici; da cittadini, non da generali. È stato un atto di coscienza civile e umana. Di fronte a un conflitto che ha già fatto oltre 60.000 vittime civili palestinesi, la maggior parte donne e bambini, c’è chi ha deciso di non voltarsi dall’altra parte. L’idea che i porti europei diventino stazioni logistiche per la morte è una vergogna che qualcuno, finalmente, ha avuto il coraggio di denunciare. Ma la realtà è più complessa di quanto sembri… Il gesto dei portuali italiani (così come dei francesi a Marsiglia e dei greci al Pireo) ha una forza etica enorme, ma apre anche una questione geopolitica delicatissima: cosa succederebbe se davvero il mondo smettesse di finanziare Israele militarmente? Molti risponderebbero: “Finalmente! Così smette di bombardare i civili.” Ma c’è anche un’altra faccia della medaglia. Israele, circondato da nemici storici e attori ostili (Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano, milizie iraniane in Siria), è uno Stato che vive in uno stato di assedio permanente. Disarmarlo improvvisamente – senza un piano diplomatico, senza garanzie – significa esporlo a nuovi attacchi, terrorismo e instabilità. Hamas non è un esercito regolare: è un movimento radicale islamista che ha come obiettivo dichiarato la distruzione di Israele. È giusto fermare il massacro a Gaza. Ma è anche giusto domandarsi: che alternativa costruttiva stiamo proponendo a Israele? Non dimentichiamoci che Hamas (per quanto inferiore tecnologicamente) non è isolata: riceve fondi e armi dall’Iran, ha coperture politiche in Qatar e Turchia e gode del silenzio complice di chi, in nome dell’“antisionismo”, legittima ogni atrocità, anche quelle terroristiche. Se l’Occidente smette di sostenere Israele senza costruire un sistema di garanzie per entrambi i popoli, il rischio concreto è che la regione sprofondi in una nuova ondata di guerra totale, con migliaia di morti da entrambe le parti e la fine di ogni spiraglio di pace. Il gesto dei portuali è stato un richiamo alla coscienza, non un piano di pace. E oggi serve proprio questo: un piano, non solo una protesta. 

corteo pro palestina milano
Corteo pro Palestina a Milano Ansa

Per me è chiaro. L’Europa dovrebbe bloccare ogni fornitura militare a chiunque violi il diritto internazionale. Israele compreso, se continua a colpire deliberatamente civili, ambulanze, scuole, ospedali, strutture Onu. Dovrebbe convocare una vera conferenza di pace, con garanzie reali per Israele (perché nessuno Stato può vivere nell’assedio perpetuo) ma anche con una rappresentanza palestinese libera da Hamas, e capace di proporre un’alternativa di convivenza. Ogni singolo aiuto militare, ogni euro, ogni arma dovrebbe essere vincolata al rispetto di condizioni umanitarie, diplomatiche, civili. Non si può più parlare di “difesa” mentre si polverizzano intere famiglie sotto le macerie. E sì, anche Hamas e chi la finanzia (Iran, Qatar, Turchia) dovrebbero essere messi davanti a una scelta: rinunciare alla distruzione di Israele o restare esclusi da ogni tavolo. Perché oggi Israele non sta perdendo solo l’appoggio delle Nazioni Unite. Sta perdendo qualcosa di più profondo: la pazienza dell’opinione pubblica mondiale. Persino alcuni suoi alleati storici iniziano a prendere le distanze. E se il mondo decidesse di abbandonarla del tutto, non trionferebbe la giustizia. Trionferebbe il caos. È tempo di uscire dalla logica del tifo pro Israele, pro Palestina, e iniziare a costruire soluzioni vere. Il gesto dei portuali di Genova è stato potente, umano, necessario. Ma non basta fermare un container. Ora serve il coraggio di sedersi a un tavolo, prima che a restare in piedi siano solo le macerie. Ma chi pagherà per tutto questo? Chi pagherà per le migliaia di vite cancellate? Chi si assumerà la responsabilità per ciò che è accaduto davanti agli occhi di tutti? La verità, durissima, è che nessuno pagherà, se non lo pretende la coscienza collettiva, se i popoli non si alzano in piedi e se le democrazie non smettono di essere complici. Questa non è stata una guerra. È stato un business e dovrebbe rispondere chi ha ordinato i bombardamenti, fabbricato e venduto le armi. Deve rispondere chi ha coperto tutto questo col silenzio, nella diplomazia o nei media, e un giorno dovrà spiegare perché. Israele si è nascosta dietro lo slogan della “guerra al terrorismo”. Ma i numeri non mentono: decine di migliaia di civili uccisi, quartieri interi distrutti, ospedali polverizzati.

Le immagini delle proteste pro-Pal
Le immagini delle proteste pro-Pal Ansa

Nel frattempo, l’industria militare ha fatto festa. Israele non solo compra armi: le produce, le testa a Gaza, e poi le vende. Elbit Systems: droni, missili, sistemi di sorveglianza. Rafael: creatrice dell’Iron Dome, co-finanziato dagli Usa. Iai: sistemi bellici aerei, terrestri e spaziali. Ogni nuova ondata di bombardamenti su Gaza è seguita da un balzo in Borsa. Le armi israeliane sono “battle-tested”. Testate su esseri umani. Gaza è il laboratorio. Il mondo è il mercato. Anche gli Stati Uniti ci hanno guadagnato, eccome. Ogni anno oltre 3,8 miliardi di dollari in aiuti militari a Israele. Migliaia di missili, bombe, F-35, tank, software di sorveglianza. Il Pentagono compra, Israele riceve, queste aziende Lockheed Martin, Raytheon Technologies, Northrop Grumman, Boeing Defense incassano. E molti membri del Congresso americano detengono azioni in queste industrie. È un Conflitto di interessi legalizzato. L'Europa? Complice silenziosa. Anche qui si vende e si tace. Thales (Francia), Leonardo (Italia), Bae Systems (Uk), Rheinmetall (Germania): vendono componenti militari a Israele e ai suoi nemici. Le licenze all’export non vengono mai bloccate, nemmeno sotto le bombe. Le banche – Barclays, Bnp Paribas, Deutsche Bank – investono nelle industrie belliche. Silenziosamente. Ma con profitto. Dopo ogni massacro, arrivano le offerte. Le scuole, gli ospedali, le case rase al suolo diventano contratti miliardari per Ong, appaltatori, imprese estere. Il ciclo è perfetto: bombardo, guadagno, ricostruisco, guadagno di nuovo. Chi paga con la vita sono i civili. Chi incassa con il sangue sono gli industriali, i politici corrotti, i consulenti di guerra e i media compiacenti. Ma c’è ancora tempo per cambiare direzione. Serve il coraggio di dire basta come hanno dimostrato questi portuali di Genova. 

https://mowmag.com/?nl=1

More

MATTEO BASSETTI VIRALE PER MOW: “Il virus West Nile? Altro che allarmismo. La pubblicità Autan sulle zanzare? Messaggio pericoloso”. E sulla gestione del Covid con Conte, la guerra Israele-Hamas a Gaza e Trump e la politica sulla scienza...

di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

INTERVISTA

MATTEO BASSETTI VIRALE PER MOW: “Il virus West Nile? Altro che allarmismo. La pubblicità Autan sulle zanzare? Messaggio pericoloso”. E sulla gestione del Covid con Conte, la guerra Israele-Hamas a Gaza e Trump e la politica sulla scienza...

Non rompete il caz*o a Jovanotti! “E allora Gaza” è il nuovo “e allora la fame nel mondo”, ma l’unica cosa intelligente l’ha detta il cantante al Jova Bike Party

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

Buon senso

Non rompete il caz*o a Jovanotti! “E allora Gaza” è il nuovo “e allora la fame nel mondo”, ma l’unica cosa intelligente l’ha detta il cantante al Jova Bike Party

Non solo guerra per l'eredità Elkann: da chi e perché Andrea Agnelli (ex presidente Juventus) rivuole 5,7 milioni di euro?

di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

DEBITI?

Non solo guerra per l'eredità Elkann: da chi e perché Andrea Agnelli (ex presidente Juventus) rivuole 5,7 milioni di euro?

Tag

  • Israele
  • Italia
  • pace Gaza
  • tregua Gaza

Top Stories

  • Omicidio Chiara Poggi, la profezia di Fabrizio Corona sul delitto di Garlasco: “Entro il 30 agosto arresteranno qualcuno”. Chi?

    di Jacopo Tona

    Omicidio Chiara Poggi, la profezia di Fabrizio Corona sul delitto di Garlasco: “Entro il 30 agosto arresteranno qualcuno”. Chi?
  • MATERASSI AMARI. Ci voleva una sentenza Agcom per capire che nelle televendite qualcosa non andava? Sconti falsi e pressioni per comprare a prezzo più alto, ma perché continuate a farvi fregare?

    di Jacopo Tona

    MATERASSI AMARI. Ci voleva una sentenza Agcom per capire che nelle televendite qualcosa non andava? Sconti falsi e pressioni per comprare a prezzo più alto, ma perché continuate a farvi fregare?
  • TUTTO ASSURDO! Follower dell'ex influencer Andrea Pinna: “Ci ha truffati. Più di 20 mila euro intascati per borse ‘di lusso’ spesso mai spedite”. Quanto c'è di vero? Ecco i messaggi, gli audio, le storie delle Oche Spennate (si chiamava così la chat)

    di Grazia Sambruna

    TUTTO ASSURDO! Follower dell'ex influencer Andrea Pinna: “Ci ha truffati. Più di 20 mila euro intascati per borse ‘di lusso’ spesso mai spedite”. Quanto c'è di vero? Ecco i messaggi, gli audio, le storie delle Oche Spennate (si chiamava così la chat)
  • Ma davvero l’arcivescovo che s’è infuriato per i panini in Chiesa durante il temporale è lo stesso delle “cene di ‘ndrangheta a casa del parroco”? Sì, e qui vi raccontiamo proprio tutto

    di Redazione MOW

    Ma davvero l’arcivescovo che s’è infuriato per i panini in Chiesa durante il temporale è lo stesso delle “cene di ‘ndrangheta a casa del parroco”? Sì, e qui vi raccontiamo proprio tutto
  • Alberto Naska e la verità scomoda sull'omicidio di Venier (maschicidio): “Se fosse successo al contrario, ci sarebbero già i cortei in strada, e invece…”. Sì, perché se la vittima è l'uomo farà sempre meno rumore

    di Giulia Sorrentino

    Alberto Naska e la verità scomoda sull'omicidio di Venier (maschicidio): “Se fosse successo al contrario, ci sarebbero già i cortei in strada, e invece…”. Sì, perché se la vittima è l'uomo farà sempre meno rumore
  • Omicidio Poggi, gemelle Cappa “cattive con Chiara?” E la direttrice di Giallo Perri attacca il generale Garofano: “Arrivato a dire cose al limite del ridicolo”. Intanto Stefania e Paola denunciano

    di Otto De Ambrogi

    Omicidio Poggi, gemelle Cappa “cattive con Chiara?” E la direttrice di Giallo Perri attacca il generale Garofano: “Arrivato a dire cose al limite del ridicolo”. Intanto Stefania e Paola denunciano

di Michela Morellato Michela Morellato

Foto di:

Ansa

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Clarkson, il cane morto, la mucca malata, la tubercolosi e la polizia: cosa sta succedendo a Jeremy e alla sua Fattoria?

di Ilaria Ferretti

Clarkson, il cane morto, la mucca malata, la tubercolosi e la polizia: cosa sta succedendo a Jeremy e alla sua Fattoria?
Next Next

Clarkson, il cane morto, la mucca malata, la tubercolosi e la...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy