Il risiko bancario italiano si arricchisce di un nuovo, inatteso capitolo. Se le cronache finanziarie degli ultimi mesi avevano già acceso i riflettori su UniCredit, Banco Bpm, Montepaschi e Mediobanca, ora è Bper Banca a sorprendere i mercati con un'operazione che ridisegna le geometrie del settore: un'offerta pubblica di scambio (Ops) da 4,3 miliardi di euro per acquisire il controllo di Banca Popolare di Sondrio.
La mossa di Bper: tra strategia industriale e ambizioni di crescita
L'offerta, annunciata nella serata del 6 febbraio, mira a ottenere almeno il 50% del capitale sociale della Popolare di Sondrio, con la possibilità di accontentarsi di una quota superiore al 35% qualora le condizioni di mercato lo rendessero necessario. Se il superamento del 90% diventasse realtà, l'obiettivo finale sarebbe il delisting dell'istituto valtellinese.
Bper offre 1,45 azioni proprie per ogni azione di Popolare di Sondrio, con un premio del 6,6% rispetto al prezzo ufficiale del 5 febbraio 2025 e del 10,3% sulla media degli ultimi tre mesi. Le azioni target vengono così valorizzate a 9,53 euro, poco sopra gli attuali 9,27 euro di mercato.
Nonostante l'offerta "non concordata ma non ostile", come ha sottolineato Gianni Franco Papa, ceo di Bper, il mercato ha reagito con una certa volatilità: il titolo Popolare di Sondrio è salito del 5,6% a 9,8 euro, mentre Bper ha perso il 7%, attestandosi a 6,4 euro. Un andamento che riflette le dinamiche già viste in recenti operazioni simili, come l'opa da 1,6 miliardi di Banco Bpm su Anima e l'ops da 10,1 miliardi di UniCredit su Banco Bpm.

Unipol, il regista nascosto?
Dietro le quinte dell'operazione si intravede la regia di Unipol, socio di maggioranza relativa sia di Bper che di Popolare di Sondrio. L'obiettivo, guidato dal presidente di Unipol Carlo Cimbri, è ambizioso: creare un polo bancario di peso nazionale, con un asse strategico Modena-Bologna. "Questa operazione rappresenta un'opportunità unica di creare un gruppo bancario leader in Italia, con due banche complementari che condividono gli stessi valori", ha dichiarato Papa.
Obiettivi industriali e finanziari
La "business combination", come definita nella nota ufficiale di Bper, punta a consolidare la posizione del nuovo gruppo come uno dei principali operatori bancari in Italia. Le sinergie stimate parlano chiaro: 100 milioni di euro annui di ricavi aggiuntivi e risparmi sui costi per 190 milioni di euro, con un impatto significativo sull'utile netto, previsto oltre i 2 miliardi di euro entro il 2027.
Il nuovo gruppo godrà di una forte solidità patrimoniale (Cet1 ratio atteso superiore al 15%) e di un ritorno sul capitale (Rote) vicino al 15%, con un payout ratio medio del 75%. Numeri che riflettono la volontà di creare valore per gli azionisti, rafforzando la presenza territoriale e l'efficienza operativa.

UniCredit: tra Mosca e Milano, un dilemma strategico
Mentre Bper e Popolare di Sondrio tessono le trame di una nuova alleanza, UniCredit si trova al centro di un altro tipo di risiko, più geopolitico che finanziario. L'istituto guidato da Andrea Orcel è l'unica grande banca europea a non aver abbandonato la Russia, nonostante le pressioni della Bce e le sanzioni internazionali. Un'operazione che rappresenta il 7-8% dei profitti del gruppo, ma che comporta rischi reputazionali e sanzionatori significativi.
Il governo italiano, preoccupato per le implicazioni dell'offerta pubblica lanciata da UniCredit su Banco Bpm, potrebbe attivare il "golden power" per bloccare o condizionare l'operazione, utilizzando proprio la presenza dell'istituto in Russia come leva.
La Bce ha già espresso preoccupazioni per i rischi operativi e reputazionali, sottolineando la necessità di ridurre l'esposizione di UniCredit in territorio russo. Orcel, però, resiste: "Un'uscita dalla Russia potrebbe costare fino a due miliardi di euro, con un impatto significativo sul capitale".
Il risiko bancario italiano si conferma un gioco complesso, dove strategie industriali, ambizioni geopolitiche e logiche di mercato si intrecciano in un equilibrio precario. Bper, UniCredit, Banco Bpm, Montepaschi e Mediobanca sono solo alcune delle pedine di una scacchiera in continua evoluzione. E mentre le mosse si susseguono, una ragionevole certezza rimane: sarà il mercato a decretare i vincitori di questa partita ad alta tensione.
