Un intreccio di strategie, potere e finanza sta ridisegnando la mappa bancaria italiana ed europea. Da Londra a Francoforte, passando per Milano, ogni mossa è studiata per conquistare posizioni di forza o per difendersi da scalate indesiderate. Al centro della scena ci sono Mediobanca, Monte dei Paschi di Siena (Mps), UniCredit e la tedesca Commerzbank. E mentre i vertici delle banche si muovono tra roadshow e operazioni finanziarie, le istituzioni e i mercati osservano con attenzione.
Mps vs Mediobanca: la battaglia per il controllo
La sfida tra Mps e Mediobanca si gioca su più fronti. Dopo che il cda di Piazzetta Cuccia ha rigettato l’offerta pubblica di scambio di Mps definendola «distruttiva di valore», il ceo del Monte, Luigi Lovaglio, è volato a Londra per convincere gli investitori internazionali.
Incontri riservati con fondi come BlackRock, organizzati da Jp Morgan e Ubs, hanno l’obiettivo di spiegare la razionalità dell’operazione da 13,3 miliardi di euro. Il manager cercherà di convincere i grandi azionisti della bontà del progetto, evidenziando le sinergie e i vantaggi fiscali derivanti dall’integrazione tra le due banche.
Ma a Milano l’operazione non convince tutti. Il sindaco Giuseppe Sala ha espresso preoccupazione per l’ingerenza politica dietro la mossa di Mps: «Non si legge una logica industriale, si legge una presenza del governo che lascia un po’ preoccupati». E ha aggiunto: «Abbiamo salvato Mps con i soldi degli italiani e ora la sosteniamo in una scalata che sembra più un Roma contro Milano».
Intanto, gli equilibri azionari restano centrali: Delfin e Caltagirone sono protagonisti sia in Mps che in Mediobanca e Generali, e l’eventuale successo dell’Ops potrebbe avere effetti a cascata sull’assetto di tutto il settore finanziario italiano.
UniCredit vs Banco Bpm: guerra sui numeri
In parallelo, si consuma un altro scontro. L’offerta di UniCredit su Banco Bpm ha innescato un acceso dibattito sulla valutazione dell’operazione.
Banco Bpm denuncia uno sconto del 14,2% nel prezzo offerto, mentre UniCredit ribatte parlando di un premio tra il 6,3% e il 13,8%. La confusione nei calcoli ha costretto la Consob a intervenire, chiedendo chiarimenti su una forbice di valutazione che arriva al 28%.
Giuseppe Castagna, ceo di Bpm, sostiene che UniCredit ignori elementi cruciali come l’operazione su Anima e l’investimento in Mps. Andrea Orcel, invece, difende l’offerta e accusa Bpm di fuorviare il mercato. Nel frattempo, la banca di Piazza Gae Aulenti punta a ottenere il controllo di Anima Holding, aggiungendo un ulteriore livello di complessità alla partita.
Commerzbank: il baluardo anti-UniCredit
Mentre in Italia si lotta per il controllo degli asset bancari, UniCredit ha messo nel mirino Commerzbank. Ma la banca tedesca, sotto la guida della ceo Bettina Orlopp, ha deciso di resistere alla scalata con una strategia aggressiva.
Orlopp sta valutando acquisizioni mirate per rafforzare Commerzbank e renderla meno vulnerabile a un takeover. Secondo Bloomberg, tra le ipotesi ci sono Nixdorf Kapital, Hamburg Commercial Bank e Hanseatic Bank, oltre a una possibile operazione sulla divisione Global Investors di Allianz.
Parallelamente, la ceo sta lavorando su una maggiore efficienza operativa, un piano di tagli al personale e una politica di remunerazione più generosa per gli azionisti. L’obiettivo è mostrare che Commerzbank può crescere da sola, senza bisogno di un’acquisizione.
Dal canto suo, Orcel continua a difendere il progetto di fusione, sottolineando che l’operazione sarebbe «eccellente per la Germania e per entrambe le banche». Tuttavia, riconosce che le tensioni politiche stanno complicando il percorso: «Sono sorpreso dall’opposizione, c’erano state interlocuzioni con il governo». Ora, l’attesa è per le elezioni tedesche di febbraio, che potrebbero ridefinire gli equilibri della trattativa.
Il risiko continua
Mentre i banchieri si muovono tra Londra, Milano e Francoforte, il mercato segue con attenzione. La sfida tra Mps e Mediobanca potrebbe cambiare i rapporti di forza in Italia, mentre il braccio di ferro tra UniCredit e Commerzbank potrebbe avere ripercussioni sull’intero sistema bancario europeo.
Alla fine, chi vincerà? E soprattutto, chi pagherà il prezzo più alto per questa partita di potere? Il risiko delle banche è ancora tutto da scrivere.