Mentre l’Europa delle banche si gioca il futuro a colpi di offerte pubbliche di scambio (Ops) ostili e resistenze istituzionali, in Italia si apre un nuovo capitolo nello scontro tra UniCredit e Banco Bpm. La banca guidata da Andrea Orcel si prepara a presentare la notifica formale al Governo sulla sua Ops, avviando così il countdown dei 45 giorni in cui l’esecutivo dovrà valutare l’operazione e, se necessario, mettere dei paletti.
Non si tratta di un semplice passaggio burocratico. La Golden Power, il dispositivo che permette al Governo di intervenire su operazioni che coinvolgano settori strategici, è diventato negli anni uno strumento sempre più ampio e incisivo. E ora, oltre a telecomunicazioni ed energia, potrebbe estendersi anche al settore bancario.
Il Governo frena, Banco Bpm affila le armi
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non ha nascosto la possibilità di un intervento: «Vedremo, come è noto esiste la Golden Power. Il Governo farà le sue valutazioni». Ma su cosa potrebbero concentrarsi i rilievi? Due le aree sensibili: il presidio della rete territoriale e il mantenimento dei livelli occupazionali, oltre alla tutela del risparmio, questione cara anche alla premier Giorgia Meloni.
Banco Bpm, intanto, non resta a guardare e prepara una controffensiva con la revisione al rialzo del suo piano industriale, che verrà svelato l’11 febbraio insieme ai conti 2024. Il messaggio è chiaro: dimostrare di poter crescere in autonomia, senza bisogno di fusioni forzate.
Un déjà-vu spagnolo: il caso Bbva-Sabadell
Quello tra UniCredit e Banco Bpm, come ricordato dal Sole 24 Ore, non è l’unico caso di Ops ostile in Europa. In Spagna, Bbva ha lanciato sette mesi fa un’offerta simile per acquisire Banco Sabadell, ma l’operazione è ancora bloccata dalla resistenza della “preda” e, soprattutto, del Governo spagnolo. L’esecutivo di Madrid teme un oligopolio bancario e la distruzione di posti di lavoro, e per ora ha fatto muro.
La somiglianza tra i due casi non è solo formale: anche Banco Bpm, come Sabadell, è una banca radicata nelle aree più ricche del Paese (Lombardia e Veneto), e anche in Italia il Governo potrebbe frapporre ostacoli con motivazioni simili.
UniCredit e il nodo russo: un assist alla Golden Power?
C’è poi un ulteriore elemento che potrebbe complicare il quadro: la presenza di UniCredit in Russia. Malgrado le pressioni della Bce, la banca di Orcel non ha ancora completato l’uscita dal Paese, e questo potrebbe essere un pretesto per il Governo italiano per sollevare questioni di sicurezza nazionale.
Generali e Mediobanca: lo scontro sul futuro della finanza italiana
Ma mentre il risiko bancario si gioca tra Roma e Milano, un’altra partita si apre su un altro fronte: la governance di Generali. Con l’Ops lanciata da Mps su Mediobanca, la sfida per il controllo del Leone di Trieste si infiamma nuovamente.
Secondo Milano Finanza, Mediobanca potrebbe avere le mani libere per prendere a prestito titoli Generali e rafforzare la sua posizione in vista dell’assemblea di maggio, quando si deciderà la riconferma del ceo Philippe Donnet. «L’operazione non sarebbe in contrasto, né incompatibile o ostativa al conseguimento degli obiettivi dell’Ops», spiegano fonti legali.
Una strategia che riecheggia il caso Anima-Mps, quando la società di gestione acquistò il 3% del Montepaschi senza passare dall’assemblea, sfruttando un cavillo che ora potrebbe tornare utile anche a Piazzetta Cuccia nella sua battaglia contro Caltagirone.
Chi vincerà il risiko?
Tra la partita UniCredit-Banco Bpm e la battaglia su Generali, il sistema finanziario italiano si trova in un momento di svolta. La Golden Power sarà usata per fermare l’espansione di UniCredit? Mediobanca riuscirà a mantenere il controllo di Generali? E, più in generale, il Governo Meloni seguirà l’esempio spagnolo, opponendosi alle grandi aggregazioni, o lascerà che il mercato faccia il suo corso?
Le prossime settimane saranno decisive. Ma una cosa è certa: in questa partita, ogni mossa può ribaltare il tavolo.