Bianca Berlinguer è stata invitata ad Atreju come moderatrice del panel sulla famiglia: tra gli ospiti la ministra Eugenia Roccella, Gian Carlo Blangiardo (es presidente dell’Istat), Domenico Menorello e Massimo Gandolfini. Il tema è serio e a fare da controcanto ai relatori, pressocché tutti con la stessa opinione, è senatrice del Movimento 5 stelle Alessandra Majorino. Già questa disparità lasciava intuire come sarebbe andata. Prima il tema delle famiglie omogenitoriali e dei diritti civili per la comunità lgbtqia+. Rispondendo alle obiezioni di Gandolfini, Majorino dice: “So di non incontrare il favore del pubblico e sarebbe strano il contrario, ma devo rilevare che il dottor Gandolfini è rimasto al 1921, perché nel frattempo le cose sono cambiate. Queste famiglie di cui si sta parlando anche in maniera irrispettosa, esistono. I loro bambini e bambine esistono e sono anche già grandi. Aggiungiamo una cosa: molti bambini sono anche nati con la gpa [gestazione per altri, ndr], molti di questi hanno diciotto anni e sapete cosa dicono? Che la cosa che più li ha feriti è sentirsi dire di essere chiamati un prodotto, come fa questo tipo di propaganda, mentre sono invece nate dall’amore. Le coppie dello stesso sesso, che esistono in Italia, e sono tante, hanno subito sotto questo governo una persecuzione che non si era mai vista prima”.
A quel punto è il pubblico che inizia a lamentarsi e ad alzare la voce per protestare. Ma Bianca Berlinguer ferma tutto: “Scusate, scusate! Se non è possibile per chi non la pensa come voi esprimere le proprie opinioni, io e Alessandra Majorino ci alziamo e il dibattito ve lo fate voi”. Subentra anche Giovanni Donzelli, che da dietro monitorava l’incontro, e prende il microfono per cercare di placare il pubblico: “Abbiamo invitato a post persone che la pensavano diversamente da noi. Quindi vi prego e vi chiedo di avere la storica accoglienza che abbiamo sempre avuto. Quando uno non è d’accordo rimane in silenzio, quando è d’accordo applaude. Da sempre è la nostra tradizione, da sempre facciamo così. Alle feste dell’Unità non ci invitano nemmeno, noi siamo diversi, grazie”. Ma a Berlinguer non basta e continua: “Francamente, se Alessandra Majorino non può esprimere la propria opinione ed è l’unica opinione differente rispetto a queste quattro persone sedute qui, Alessandra Majorino giustamente se ne va”. E Donzelli: “Majorino non se ne va, perché è una combattente. È giusto accoglierla. Solo chi non è forte delle proprie idee non teme il confronto”. Appena appena sopita la rivolta dal basso, il dibattito continua e si arriva presto al tema della gestazione per altri (gpa), resa reato universale dal governo Meloni.
Anche su questo interviene Berlinguer, mentre in modo compatto i quattro ospiti vicino (o dentro) al governo attaccano Majorino: “Gpa reato universale e poi portiamo in palmo di mano che ne ha due di figli? Ma non è un opportunismo insopportabile che i ricchi miliardari possono fare quello che vogliono e gli altri no?” Poi tocca a Majorino che ricorda che non tutta la gpa è “utero in affitto”: “Esiste quella volontaria. Per quale motivo se mia sorella non può fare un figlio io non posso portare avanti la gravidanza per conto suo? Perché mi deve essere vietato?” E la risposta: “Perché figlio diventa un oggetto”. E Majorino alza la voce: “Ma come si permette!” Ci si avvia alla conclusione e tocca ancora a Giancarlo Blanciardo: “Voglio far sapere una cosa sulle unioni civili. Le unioni civili riguardano ventimila donne e dodicimila uomini, fine”. Berlinguer allora interviene un’altra volta, ormai non più moderatrice ma relatrice: “Che vuol dire? Ma se io la voglio fare perché lei me la deve proibire? E lei che gliene…” E si ferma, perché il tempo è scaduto.