Julian Assange ha ancora una possibilità per sfuggire all’estradizione negli Usa, che gli danno la caccia da circa quindici anni per aver diffuso documenti riservati del Pentagono e del Dipartimento di Stato contenenti non rivelazioni imbarazzanti. L'Alta Corte di Londra ha dato il via libera all'istanza della difesa del giornalista australiano e cofondatore di WikiLeaks, respinta in primo grado, per l’estremo appello di fronte alla giustizia inglese contro la consegna alle autorità d'oltre Oceano. Ma è o meno una vittoria? Che cosa ci si aspettava? Lo abbiamo chiesto al noto giornalista di guerra Fausto Biloslavo, uno dei più affermati giornalisti di guerra che ci sono nel nostro panorama: nel 2001 è uno dei primi giornalisti ad entrare a Kabul al seguito delle truppe occupanti statunitensi e nel 2003 segue le truppe anglo-americane nella guerra contro l’Iraq fino alla caduta del regime di Saddam Hussein. Rimane nella storia come l'ultimo giornalista italiano ad intervistare Gheddafi prima del suo assassinio. Biloslavo ci ha sorpresoche ci ha sorpreso, dicendoci che “se fossi stato in lui sarei andato a testa alta a rispondere in tribunale assumendomi le responsabilità, consapevole di un’inevitabile condanna. Non mi piace appellarsi alla libertà di stampa per una specie di immunità globale”. E sulle sue condizioni di salute? Rischiamo una fine come quella di Navalny? “Non siamo in Russia, le democrazie hanno difetti, ma risolvono queste vicende con il diritto”. Poi ci ha parlato dell’Ucraina, della Nato e della possibilità di un conflitto mondiale.
Fausto Biloslavo, è una parziale vittoria come la stanno definendo i media?
È una parziale vittoria, ma io penso che Assange non sia solo un giornalista. Secondo me ha superato la linea rossa rivelando diventando un attivista. Puoi anche decidere di rivelare informazioni segrete, ma sai a cosa vai incontro. E non puoi fare il martire dell’informazione. Devi assumerti le tue responsabilità.
Si aspettava che avvenisse la scarcerazione rispetto a quello che invece gli è stato concesso? E come andrà a finire?
Non è stato ancora scarcerato, ma gli concederanno la libertà sarà un gesto magnanime che dimostra come non ci sia accanimento. Gli Stati Uniti non molleranno la presa, ma neppure il sistema giudiziario inglese.
Quindi per lei sarebbe stata giusta l’estradizione?
No, mi sembra giusta la scelta della corte inglese.
Quanto c'è di politico che noi non vediamo in questa detenzione?
La storia di Assange, da quando ha deciso di trasformarsi in giornalista-attivista, è tutta politica. I giornalisti non devono trasformarsi in attivisti di fatto “politici” e poi chiedere di farla franca in nome della libertà di stampa. Se riveli i segreti di Stato sai cosa rischi. Nessuno è al di sopra della legge e Assange ha pagato la sua scelta con anni di odissea legale e rifugio in ambasciata. Se fossi stato in lui sarei andato a testa alta a rispondere in tribunale assumendomi le responsabilità, consapevole di un’inevitabile condanna. Quello che non mi piace è appellarsi alla libertà di stampa per una specie di immunità globale.
Ma come sta Assange? La moglie dice che sta morendo in carcere. Rischiamo un altro Navalny?
Non ho informazioni dirette, ma non penso stia bene dopo tanti anni di detenzione o chiuso in un’ambasciata. Per quanto riguarda Navalny mi sento di dire che non siamo in Russia oltre il circolo polare artico. Le democrazie hanno tanti difetti, ma risolvono queste vicende con un sistema di diritto.
E per quanto riguarda la guerra in Ucraina a che punto siamo?
In Ucraina le forze di Kiev sono sulla difensiva. Ma per i russi è una vittoria di Pirro con appena il 20% del territorio occupato dopo due anni di sanguinoso conflitto.
Gaza invece? L'Onu ha firmato il cessate il fuoco, con gli Stati Uniti favorevoli, e Israele non l'ha presa bene, che cosa significa?
A Gaza la guerra senza limite andrà avanti fino a quando Hamas non accetterà di liberare gli ostaggi. La risoluzione dell’Onu temo che servirà a poco sul campo. Gli israeliani andranno avanti, se i sequestratori non cederanno sugli ostaggi. Possono anche eliminare militarmente il gruppo armato a Gaza, ma, morto Hamas ne sorgerà un altro simile. E per di più Hamas sta diventando sempre più forte in Cisgiordania proprio per l’effetto Gaza.
E l'attentato in Russia? C'è chi parla di complotto putiniano, lei crede alla tesi Isis?
In Russia, in merito alla strage di Mosca, ci sono ancora tanti aspetti da chiarire. L’Isis ha rivendicato, ma potrebbe anche esserci l’influenza di un’operazione sotto “falsa bandiera”. È solo un’ipotesi tutta da provare, ma sia le fazioni estreme in Russia che in Ucraina hanno interesse ad aumentare la tensione con il rischio di un conflitto sempre più pesante e allargato.
Teme veramente una terza guerra mondiale?
Il Papa ha detto che si sta già combattendo una terza guerra mondiale a pezzi. Penso che se la linea di difesa ucraina rischiasse di cedere, alcuni paesi della Nato come Polonia, l’Inghilterra e i baltici potrebbero intervenire. Per questo è molto meglio trovare una soluzione che porti ad una tregua o a un cessate il fuoco. Il conflitto è già globale. È in atto un tentativo da parte delle autocrazie, a cominciare dalla Russia con la Cina, di insidiare le democrazie spostando l’asse geopolitico globale da Ovest ad Est.