Nel giorno della sentenza sull'estradizione (che ha stabilito che il fondatore di WikiLeaks potrà fare appello, rimanendo nel frattempo in carcere in Gran Bretagna), la giornalista Stefania Maurizi, che ha lavorato con Julian Assange e si batte per la sua liberazione da anni, spiega perché è così importante il video: Collateral Murder. Ma che cos’è? Come ci spiega la giornalista sul Fatto quotidiano, “era un file segreto del Pentagono, che l’agenzia internazionale di stampa Reuters aveva cercato di ottenere dalle autorità americane, utilizzando la legge che consente l’accesso ai documenti del governo: il Freedom of Information Act (Foia). Reuters è uno dei più grandi organi di informazione del mondo: ha corrispondenti su tutto il pianeta, mezzi economici e avvocati. Ma nonostante tutte le sue risorse, non era riuscita a ottenere una copia del video”. Ma in quanti hanno visto quel video? “Dagli Stati Uniti all’Europa, dall’America Latina all’Asia, non ci fu televisione, sito Internet, giornale, notiziario che non riprese quel video: WikiLeaks lo rivelò il 5 aprile del 2010. Soltanto su YouTube fu visto da due milioni di persone in ventiquattro ore. Un elicottero americano Apache che sparava su civili inermi a Baghdad, sfondando i loro corpi con proiettili calibro 30 millimetri, mentre l’equipaggio rideva”. Poi ci ricorda che cosa disse alla stampa americana Ethan McCord, un soldato statunitense, accorso sul luogo della carneficina pochi minuti dopo la strage pochi giorni dopo che WikiLeaks pubblicò Collateral Murder: “Fu uno shock quando arrivammo a vedere quello che era successo, il massacro e tutto il resto. Prima di allora non avevo mai visto nessuno ucciso da munizioni di 30 millimetri. Non sembrava vero, non sembravano neanche esseri umani”.
Poi la giornalista prosegue dicendo che “se l’opinione pubblica mondiale ha potuto vederlo è solo grazie al coraggio di Chelsea Manning, la fonte che lo passò a WikiLeaks, e al coraggio di Julian Assange e della sua organizzazione che lo pubblicarono. È per questo coraggio che Assange non ha più conosciuto la libertà dal 2010 e rischia di perderla per sempre, se le autorità inglesi confermeranno la sua estradizione negli Usa. La sentenza della High Court è attesa in ogni momento. WikiLeaks non si era limitata a ricevere il video e i documenti e a diffonderli acriticamente su internet, come una buca delle lettere. Prima di pubblicarli aveva fatto le verifiche giornalistiche necessarie e aveva lavorato anche per far emergere la storia delle vittime, collaborando con il giornalista investigativo islandese Kristinn Hrafnsson, che allora lavorava per la televisione di stato di Reykjavík, Ruv, e oggi guida l’organizzazione. Hrafnsson volò a Baghdad per rintracciare i due bambini iracheni e la loro madre. I soldati statunitensi che hanno massacrato il loro padre, i giornalisti della Reuters e i civili, che si vedevano nel video Collateral Murder, non sono mai stati condannati: si godono le loro famiglie, impuniti. L’unica giustizia che le vittime hanno avuto è la verità rivelata da WikiLeaks. Con un grande sacrificio personale di Julian Assange e di Chelsea Manning. Un sacrificio che ha permesso altre rivelazioni eccezionali”.