Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha revocato con un decreto l’intera composizione del Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni (Nitag) — istituito appena l’8 agosto 2025 — dopo lo scoppio della polemica per la nomina, tra i 22 membri, di due medici noti per posizioni no-vax, Paolo Bellavite e Eugenio Serravalle. La rinuncia di Francesca Russo, dirigente della Regione Veneto, aveva acceso ulteriormente il dibattito già vibrante tra il mondo scientifico e la politica. Di fronte alla petizione sostenuta da figure prestigiose come il premio Nobel Giorgio Parisi, con oltre 16 000 firme, Schillaci ha deciso per lo scioglimento del comitato, motivando la scelta con la necessità di “un lavoro serio, rigoroso e lontano dal clamore”. Tuttavia, la decisione ha irritato la premier Giorgia Meloni, secondo fonti di Palazzo Chigi, per la mancata concordanza preventiva, scatenando tensioni interne alla maggioranza.

A commentare la notizia c’è anche Daniele Capezzone, che nella sua rassegna stampa “politicamente scorrettissima” interviene così: “Non è un figurone quello rimediato dal ministro Schillaci che ha ritirato un suo stesso decreto di nomina per la Commissione consultiva in materia di vaccini. Ora dovete spiegarmi che problema c’era se in una commissione consultiva, cioè chiamata a dare pareri, formata da una ventina di membri, ci fossero stati anche due membri, dotati di un significativo curriculum accademico, con un’opinione differente dal burionismo (o burionesimo). In contrasto con due tra i maggiori partiti politici della sua stessa maggioranza, Fratelli d’Italia e Lega, Schillaci ha sbaraccato tutto”. E aggiunge: “Per Schillaci anche per la scienza vale la regola di tenere separati i fatti dalle opinioni? Ah quindi la scienza è fatta con le tavole della legge. Noi credevamo che la scienza fosse fatta di tesi, di dimostrazioni, di tentativi. No, ci sono i portatori di fatti (cioè Burioni) e gli altri sono opinionisti”.

Capezzone riporta anche le risposte, a suo dire impeccabili, del deputato della Lega Alberto Bagnai, che su Repubblica dice la sua sul caso del Nitag: “Non è un bellissimo spettacolo vedere una sorta di compiacenza del ministero verso diktat di ricercatori per alcuni dei quali sinceramente da docente universitario ho difficoltà a capire la piena rilevanza scientifica”. Aggiungendo riguardo all’intervento dell’Ordine dei medici: “Bisognerebbe aprire un discorso sul ruolo degli Ordini, sul quale ci sono posizioni storiche del mio partito. Non credo sia tra i loro compiti discutere di questi temi, non sono enti di ricerca. Qui si parla di un attacco fatto in nome della scienza, che fondamentalmente manifesta una concezione molto medievale del dibattito scientifico. Questo preoccupa”. E chiude: “Essendo note le posizione di Bellavite e Serravalle la domanda alla quale non so rispondere è perché siano stati proposti. Proporli per ritirarli è un assist a persone la cui legittimazione scientifica è spesso scarsa, i cosiddetti paladini della scienza”.