La notizia, come tante altre che periodicamente trovano spazio su quotidiani regionali e nazionali, rientra perfettamente nel genere turismo sconsiderato. Tra la coppia che si tuffa nella Fontana di Trevi e l’australiano che entra negli scavi di Pompei con lo scooter, Venezia è da sempre fonte inesauribile di trafiletti in tema. Grandi classici: il bagno in canale e la passeggiata in costume. Grandi momenti: ubriachi, con la macchina sul ponte di Calatrava, mentre gli addetti alla sorveglianza vagliano l’ipotesi attentato. L’ultimo, imprevedibile: due ragazzi con un surf elettrico attraversano il Canal Grande. Solo che, ovviamente ripresi, i due hanno suscitato le immediate attenzioni del sindaco Luigi Brugnaro, che ha emesso il suo personale mandato di cattura via Twitter con annessa ricompensa: “Ecco due imbecilli prepotenti - si legge - che si fanno beffa della Città… chiedo a tutti di aiutarci a individuarli per punirli anche se le nostre armi sono davvero spuntate… servono urgentemente più poteri ai Sindaci in tema di sicurezza pubblica! A chi li individua offro una cena!”.
Entrando nel merito: fare surf in Canal Grande non è una buona idea. Anche se evitare di farlo, quando hai vent’anni e una tavola elettrica che costa come un’automobile - siamo, in media, attorno ai 10.000 euro a seconda del modello - è praticamente impossibile. Con tutte le probabilità, gli “imbecilli prepotenti” non avevano idea di infrangere una legge che tutt’ora, a fatti avvenuti, resta poco chiara anche per chi a Venezia ci abita. Che il primo cittadino debba chiedere “di aiutarci a individuarli per punirli anche se le nostre armi sono davvero spuntate”, invece, ha del ridicolo: Venezia, da inizio 2021, ha una “Smart Control Room” ampiamente pubblicizzata dall’amministrazione comunale, in cui - si legge in un comunicato stampa: “Confluiscono le immagini delle 400 telecamere di sorveglianza, le previsioni meteo, i dati sulle presenze fisiche sul territorio, che permettono per esempio di individuare eventuali assembramenti (elemento critico soprattutto in questo periodo di emergenza) e dati sull’andamento del traffico sia su acqua che su terra”.
Passiamo invece ai sofismi: non è chiaro se Brugnaro offrirà una cena, ovverosia il riscatto della taglia esposta su Twitter, con denaro suo o del Comune. Anzi, a ben vedere non è chiaro come, da anni, il denaro venga gestito in generale. La sua Umana Spa è infatti parte di una holding da quando, passato dal mestiere dell’imprenditore a quello del sindaco, Brugnaro è stato accusato di conflitto d’interesse. D’altronde, a dirlo è stato lui stesso, “Se c’è una cosa che sono capace di fare, il politico no, ma i schei si”. Lo scorso ottobre, il quotidiano Domani ha pubblicato una lunga inchiesta in cui racconta di come il primo finanziatore di Coraggio Italia - partito con cui Brugnaro è candidato alle prossime elezioni del 25 settembre - sia proprio Umana Spa, che ha già elargito 95 mila euro alla causa. A questi se ne aggiungono 50 mila direttamente dalle tasche di Brugnaro stesso, così come altrettanti liquidi sono giunti da Locapal, sponsor della Reyer Venezia - squadra di basket di proprietà del sindaco - che nell’agosto 2020 ha ottenuto circa 120 mila euro direttamente dal comune. Come deciderà di pagare la cena, quindi, resta un mistero, ma non è certo l’unico.
È più chiaro, invece, il motivo per cui il turismo lagunare sia da anni fuori controllo. L’amministrazione vuole inserire dei tornelli in città, punta a far pagare il biglietto ai visitatori, ad istituire un numero chiuso. E, costantemente, cataloga questi provvedimenti come misure per la salvaguardia della città, ma non è così. I cittadini, a Venezia, sono colpiti da un’erosione ben più violenta di quella che impatta sui palazzi che affacciano i canali: ad oggi i residenti sono meno di 50.000 - la metà rispetto agli anni Settanta - mentre ogni struttura diventa albergo e ogni esercizio commerciale si trasforma in bar, complici destinazioni d’uso che vengono semplicemente ignorate. Se trovare una casa a Milano è dura, a Venezia lo è di più, con l’unica differenza che nella prima sei spesso costretto a trasferirti e dalla seconda sei obbligato a fuggire. Chi osserva da fuori si chiede come sia possibile, d'altronde con le pile di denaro ricavate dal turismo i residenti dovrebbero nuotare nell’oro. Buona parte dei ricavi invece finiscono a Mestre, dormitorio per turisti e lavoratori che non possono permettersi un posto nell’isola nonché capitale italiana dell’eroina.
Così, mentre Brugnaro chiama a raccolta testimoni su Twitter per incastrare i due criminali del surf manco fossero i protagonisti di Point Break - ricevendo, infatti, una caterva di insulti - la città piange lacrime amare. Le navi da crociera entrano in città devastando l’ambiente e le attività rivolte ai cittadini, gli affitti schizzano fuori controllo, le scuole rischiano la chiusura e la Polizia gira in moto d’acqua come se stesse pattugliando la baia di San Francisco. A proposito: come mai non c’erano loro, le forze dell’ordine in jetski, a fermare i due ragazzi? Eppure il sindaco lo ha ribadito più volte, sempre senza ironia: “I mei vigili sono come Batman, li assumiamo col metodo del cronometro così prendono i nigeriani in fuga”. Evidentemente coi surfisti serve ancora un po' di pratica.