Cavalcando – mmm… - la (non) notizia-du-jour ossia le accuse di presunte molestie subite della giornalista Alisa Toaff giornalista durante e dopo un’intervista con Rocco Siffredi, vorrei dire la mia in qualità di giornalista che ha intervistato il Superman del Sesso, Supersex, per questa rivista. La mia esperienza è stata, ahimè, solo orale perché Rocco era a Budapest e io a Bellano, toponomastica che ha molto divertito il nostro divo del cazzo. Rocco ha parlato a ruota libera, ha confessato quello che poi confessa in ogni intervista, è stato spiritoso e siamo entrambi stati al gioco. Inoltre, l’ho trovato spudoratamente vero. Nel bene e nel male. Essere se stessi dovrebbe essere un valore, no? Le interviste sono come dei passi di ballo, si coreografano insieme, funzionano quando ci si lascia andare e trasportare dai racconti, suoi e tuoi. Le interviste possono, anzi devono, essere erotiche, suadenti, spassose, indagatorie. Intervistando il re del porno è facile, e io aggiungo piacevole, che la chiacchiera finisca anche sul personale, con leggerezza e simpatia (inteso alla greca: mettici quel caz*o di pathos! Cristo, stai parlando con Lui, dagliela tutta la tua simpatia). Ci si stuzzica, ci si pungola, ci si diverte. Tuttavia alla luce della notizia che oggi predomina sul web – buono sapere che tanto domani tutto finirà nel proverbiale cesso virtuale – mi sovviene una dolorosa e aggiungo rancorosa riflessione: ma caz*o, Rocco, perché non mi hai molestato?! Sarà per la mia età over 50 – e a questo punto ti denuncio per “ageism” – o forse solo perché lontani?! E dire che ti ho anche mandato un paio di foto discinte solo per farti capire quanto volessi andare dentro la nostra intervista, penetrando ogni anfratto del tuo essere, cercando di sviscerare la tua natura, mettendo tutto a nudo. Non sia mai che venga denunciata io per molestie. Il che non mi stupirebbe se penso a quanto sono stata, e rimango, coraggiosamente e impudentemente libertina, molesta e leggera. Anche di superare i limiti e di suscitare sdegno per la mia irrefrenabile libertà. Ecco penso che abbiamo tutti scordato cosa sia la leggerezza, cosa sia prendersi per i fondelli, per il culo, cosa sia parlare liberamente di sesso, di porno, di desiderio, di libido. Ormai le avances, di qualsiasi genere, richieste o meno, sono diventate sinonimo di molestie. Non è così.
Orde di donne che si lamentano degli uomini – “non ci sono più gli uomini di una volta” è un refrain ben noto: di quali uomini parlate? Di quelli delle caverne? Dell’uomo Drakkar che non deve chiederla mai? Di Gabriel Pontello, il primo Supersex? O degli uomini che avete fracassato di menate e che si sono autodisintegrati?! C’è un detto inglese che dice “damned if you do and damned if you don't” traducibile in “come fai, sbagli” ossia una situazione dove comunque tu ti muova, finisci in un ginepraio. Così mi sembra che oggi si trovino a vivere le relazioni gli uomini, e di conseguenza le donne, e per fottuti che siano, a noi donne ancora piacciono. Ma sto divagando … a me preme capire perché io non sia stata molestata! Da Rocco … Insomma non parliamo della canonica trita e ritrita molestia da bar – mo’ le Erinni del politicamente corretto romperanno i coglioni anche ai disgraziati che ci provano in un bar – ma del Re del Porno. Da sentirsi molestata solo per non esserlo stata! Insomma a uno che la figa piace più della vita stessa sentirsi non “avances-ata” – per età avanzata?! - è davvero penoso. Io di questo scriverei … Facendo anche una doverosa distinta tra molestie e avance. Il dizionario definisce molestia come segue: una pungente sensazione di disagio, tale da alterare le normali caratteristiche di uno stato, di un'azione o di un comportamento, provocata da fattori o agenti interni o esterni, oggettivamente ostili o sentiti come tali. Avance invece è “Approccio”: fare delle avances, fare dei tentativi, delle proposte, tastare il terreno, sondare le intenzioni dell'altra parte (nel campo degli affari, in quello politico e soprattutto in quello del rapporto galante). L’attrice francese Catherine Deneuve, che sottoscrisse un manifesto contro la caccia alle streghe del #metoo, degenerato in un autentico Maccartismo sessuale, disse: “Lasciamo agli uomini la libertà di importunare le donne, indispensabile alla libertà sessuale.” E io in qualità di Donna desidero essere importunata perché so come agire e come rispondere. A volte può anche piacermi. Non è una molestia. È una cazzo di avance. Saremmo veramente il sesso debole se non fossimo in grado di mandare al diavolo senza piagnistei un approccio a noi sgradito. Trovo assolutamente fuori luogo e fuori campo, quantomeno il mio campo, le femminucce/femminazi che davanti a qualsivoglia broccolata simil-sessuale si offendono, si spaventano, si risentono e denunciano. Ma voi i calci nelle palle verbali, non siete capaci di assestarli? Mi sembra di vedere un Luis Sal in salsa Fedeziana: “Dillo alla mamma Dillo all’avvocato”. Io a 51 anni, posso affermare di aver saputo gestire le avance, di aver respinto molestie, di essere sopravvissuta ad abusi e di non aver mai confuso tra le tre situazioni. Forse perché le ho vissute entrambe e so bene la differenza.
Quando gli uomini accusano le donne di essere acide perché non prendono il cazzo, come da messaggi di Rocco alla giornalista (cit. “A te credo che manchi il cazzo perché se una donna arriva a essere così vuol dire che il cazzo le manca per davvero. Ecco fatti una pausa. Fatti una scorpacciata di cazzi e impara a essere una persona normale”), io da donna sono con loro. Non esiste alcuna cura per l’isteria come una grossa grassa scorpacciata di Siffredi! Mi prendo la responsabilità virtuale e non solo di ciò che ho scritto, immagino già che subirò una valanga di odio woke per le mie dichiarazioni ma me ne fotto. Perché sfotto tutta questa dittatura del politicamente corretto, perché mi viene noia a sentire notiziuncole senza arte né parte, perché le vere vittime sono altre, perché si è persa, quando addirittura alcune persone non l’hanno mai avuta, l’ironica capacità di contestualizzare gli approcci sessuali. Non conosco la verità, come del resto nemmeno voi, di ciò che è o meno successo tra la giornalista Alisa Toaff e Rocco Siffredi. Tuttavia mi sovviene dire … perché io non sono stata molestata?! Questa sì che è una notizia: Rocco con me non ci ha provato! Sarà gay?!
PS. Se Netflix cancellasse la serie Supersex per via di questa querelle mediatica, si dimostrerebbe per quello che è: una cagata americana serva della politica woke. E nell’intervista che la giornalista ha rilasciato a questa rivista lei dice testualmente: “In America per una cosa così, ma anche per molto meno (annamo bene, cit. mia), sei denunciato per stupro”. Denuncia per stupro per aver suggerito di ingozzarsi di cazzi? Aiuto … E piantiamola di guardare all’America come fosse la terra della libertà. Io voglio essere libera di essere importunata! Rocco, fallo!!!