Continuano le audizioni in Commissione d’inchiesta per indagare sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Nei prossimi giorni sarà ascoltato il giornalista e scrittore Pino Nicotri, autore del libro “Emanuela Orlandi, il rapimento che non c’è”, che da tempo segue il caso della sparizione della quindicenne cittadina vaticana. Secondo il suo punto di vista, bisognerebbe attenzionare la famiglia Orlandi. Quindi niente Vaticano, terrorismo internazionale o Banda della Magliana. Quando si parla di puntare il dito contro la famiglia Orlandi subito viene in mente lo zio di Emanuela, Mario Meneguzzi. Una versione che Pietro Orlandi ha sempre rispedito al mittente. Alla base di questa ipotesi ci sarebbero delle avance che Meneguzzi avrebbe fatto a Natalina, sorella maggiore di Emanuela. Da qui il collegamento con la scomparsa di Emanuela. Natalina ha chiarito come sono andate al tempo le cose: “Mio zio ha fatto delle semplici avances verbali e un regalo, ma quando ha capito che non c’era nessun tipo di possibilità è finito tutto lì. Indubbiamente in un primo momento sono rimasta scossa e la prima cosa che ho fatto è stato parlarne con il mio fidanzato Andrea, che oggi è mio marito. Di questa cosa non sarei mai andata a parlare con mio padre, l’unica persona con cui mi sono confidata è stata il nostro padre spirituale. Ed è finito lì, questo è stato il grande rapporto che c’è stato con mio zio. Non c’è stato assolutamente altro".
Pietro Orlandi, dopo aver appreso la notizia della convocazione in Commissione di Pino Nicotri, ha così commentato: “Non ha senso tutto ciò. Mi piacerebbe conoscere il motivo di tale audizione, quale apporto potrebbe dare chi ha continuamente inventato, infangato, offeso tutti coloro che la pensano diversamente da lui. La sua audizione sarà incentrata esclusivamente nel tentare di screditare tutto ciò che faccio. A lui non interessa la verità, il suo obiettivo è solo disinformare, creare confusione e insinuare sulla mia famiglia. Mi dispiace perché prende il posto di persone che effettivamente potevano dare un contributo. Vabbè”.