Non è difficile immaginare quali possano essere i rapporti tra gli Orlandi e i Meneguzzi, almeno tra cugini di primo grado, e cioè, in particolare, tra Pietro e Natalina, i fratelli di Emanuela più discussi nel caso, e Pietro, Giorgio e Monica, i figli dello zio Mario, accusato di aver fatto avance alla nipote Natalina quando lei aveva 21 anni e lui 45.
Il capitano di polizia Mauro Obinu, riportando la testimonianza del fidanzato di Natalina, Andrea Mario Ferraris, parlò nel 1983 del tentativo dello zio di “irretire” Natalina, “facendole delle esplicite proposte per instaurare una relazione affettiva giustificando tale comportamento con il fatto che la ragazza avrebbe dovuto sdebitarsi con lui per l’assunzione alla Camera dei Deputati di cui il Meneguzzi è dipendente”.
Il padre confessore della famiglia Orlandi, parlò di “attenzioni morbose da parte dello zio” che Natalina gli “confidò terrorizzata”, confermando inoltre l’ipotesi del “ricatto” legato al lavoro: “Le era stato intimato di tacere oppure avrebbe perso il lavoro alla Camera dei Deputati dove Meneguzzi, che gestiva il bar, la aveva fatta assumere qualche tempo prima”.
Infine, la stessa Natalina Orlandi, ascoltata sempre nell’83, confermò le attenzioni dello zio che “durarono alquanto” (“Ricordo che all’epoca ero terrorizzata da questo fatto”), pur cambiando versione inspiegabilmente a distanza di quarant’anni, quando nel 2023 durante una conferenza stampa con suo fratello Pietro disse che si trattò di “una cosa talmente veloce, che si è chiusa in poco tempo”.
La storia è stata confermata in due puntate a Lo stato delle cose, ma la documentazione era già stata fornita dal giornalista Pino Nicotri.
Nell’audizione del 30 maggio 2024 Pietro Meneguzzi definirà questa storia una menzogna: “Per me è una bugia quello che dice lei [Natalina, ndr]. Mio padre non c’entra niente […] è una bugia che dura dal 1983. Noi, come tutto il mondo, l’abbiamo saputa un anno fa [nel 2023, ndr]. È una bugia.
Tuttavia, i rapporti tra i fratelli Orlandi e Pietro Meneguzzi non sembrano essersi raffreddati, almeno quelli tra il figlio di zio Mario e Pietro Orlandi. Il 22 novembre scorso, per esempio, Pietro è intervenuto sotto a uno dei post del fratello di Emanuela: “Caro cugino. Sei arrivato ad un punto, ritenuto da chi sa MOLTO PERICOLOSO, per cui hanno ‘chiamato all’ordine‘ chi deve allontanare in qualsiasi modo (falsità e carognate comprese) il pensiero e l’opinione nei confronti del Vaticano”.
E sulla commissione aggiunge: “La commissione sta facendo di tutto………per far passare il tempo ed arrivare a fine legislatura……. Non posso credere che al tempo Emanuela non si sia confidata con qualcuno che oggi anche sotto forma anonima ma concreta, dica qualcosa utile e valida che possa reindirizzare la cosa verso la VERITÀ”.
Ma qual è il rapporto tra i fratelli Orlandi e l’altro figlio di Mario Meneguzzi, Giorgio? Un’indicazione dei sentimenti covati dall'altro figlio di zio Mario, almeno nei confronti di Natalina Orlandi, ci arriva dalla puntata de Lo stato delle cose di lunedì 1 dicembre, la sua prima apparizione in tv dalla scomparsa di Emanuela.
Chiaramente anche Giorgio nega che il padre possa aver fatto delle avance a sua cugina: “Mio padre non è mai stato un personaggio del genere, proprio zero dubbi. Chi lo conosceva bene sa perfettamente chi era mio padre. Non si sarebbe mai permesso di fare una cosa del genere, poi con la nipote di sua moglie, non scherziamo”.
Ma nel corso dell’intervista si lascia sfuggire anche l’insofferenza per le dichiarazioni della cugina: “Andate a domandarlo [perché abbia raccontato una storia del genere, ndr] a Natalina, anzi fatemi un favore chiedeteglielo così non devo perdere tempo quando la incontro”.
La giornalista gli chiede come mai non abbia voluto chiarire con Natalina, dal momento che riteneva le accuse del tutto infondate. Giorgio Meneguzzi risponde: “Non me ne frega niente, non ci credo e basta”. E aggiunge un’altra frase, stavolta diretta proprio alla cugina: “È una questione di carattere. Io dico sempre ‘Lasciate che i cani abbaino’, lo diceva Pino Rauti, l’ho sentito da Pino Rauti la prima volta. Per me è un motto importante”.
Mentre Pietro e Natalina Orlandi cercano di ridimensionare la portata dell’accaduto, riducendo le “attenzioni morbose” che avevano “terrorizzato” la sorella di Emanuela ed erano durante “alquanto” a “uno scivolone”, e Pietro Meneguzzi esprime pubblicamente solidarietà verso gli Orlandi, Giorgio Meneguzzi sembra teso e “dedica” a sua cugina un modo di dire del fascista Pino Rauti, uscita per altro curiosa se si pensa, come ricorda Rossella Pera, che Pietro Meneguzzi, invece, militò in Autonomia operaia (cioè nella sinistra extra-parlamentare).
L’unica a non essersi espressa pubblicamente è invece Monica, che chiese, sempre il 30 maggio 2024, di secretare la propria audizione, durata circa mezz’ora.