Stefania Nobile, davanti al Riesame, ai domiciliari e con Liborio Cataliotti, suo legale, avrebbe chiesto la revoca del provvedimento di sequestro di circa novecentomila euro disposto dalla Procura, poi confermato dal gip. Rispetto a questo presunto profitto dell’autoriciclaggio, secondo quanto emerso gli investigatori sarebbero riusciti a rintracciare solo circa ottantamila euro, di cui trentatre in un conto in Lituania. Da quanto emerso, Stefania Nobile avrebbe fatto presente che lei non ha mai commesso degli illeciti alla base. Il motivo? “Odia” droga e prostituzione. La procura le contesta però non lo spaccio di stupefacenti, ma il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione. Secondo i pm, Stefania Nobile avrebbe guadagnato dal giro di escort della Gintoneria, di cui sarebbe stata consapevole, visto che si sarebbe occupata della parte amministrativa e contabile del locale e del “privé rosa” dedicato ai “clienti speciali”.

Intanto, sarebbero arrivate conferme nelle indagini anche dai telefoni sequestrati ai tre arrestati (Nobile, Lacerenza e un loro presunto “tuttofare”). Il sospetto, secondo quanto emerso, è che parte dei guadagni illeciti incassati col presunto giro di droga e prostituzione sia finita all’estero, anche per investimenti in Albania. Stefania Nobile, inoltre, come l’ex compagno Davide Lacerenza, avrebbe deciso di non fare ricorso contro la misura cautelare dei domiciliari. Dall’inchiesta sulla Gintoneria e dalla indagini è inoltre emerso che Davide Lacerenza avrebbe avuto un cliente da un milione di euro e che l’uomo avrebbe continuato a versare denaro, fino a pochi giorni prima degli arresti, per quei “pacchetti” fatti di bottiglie costose, ma soprattutto di escort e cocaina. Il cliente, secondo quanto emerso, sarebbe il rampollo di una ricca famiglia e frequentatore assiduo della Gintoneria e dei presunti servizi illeciti offerti.
