“Voglio solo vivere, io sono terrorizzata a morte”. Questo uno dei messaggi audio inviati da Greta Spreafico all’investigatore privato Ezio Denti poco prima di far perdere le sue tracce il 4 giugno di quasi due anni fa. Greta è una cantante rock poco più che cinquantenne e originaria di Erba, in provincia di Como, ma che da qualche tempo risiedeva nel comune di Porto Tolle, in provincia di Rovigo. La mattina successiva alla sua scomparsa la donna avrebbe dovuto stipulare un rogito notarile. Un documento con il quale, appunto, Greta avrebbe sancito il passaggio di proprietà della casa che apparteneva a suo nonno. L’abitazione sarebbe stata acquistata da un cugino. Perché, dunque, sparire? Greta aveva iniziato da poco una relazione con un uomo che, a suo dire, la rendeva felice. Ma andiamo per gradi. Greta e Gabriele Lietti hanno iniziato la loro storia d’amore grazie alla comune passione per la musica. Nonostante si conoscessero da trent’anni, la loro relazione era iniziata di recente. Non è stato Lietti a vederla per l’ultima volta, ma un altro uomo. Mi riferisco ad Andrea Tosi, un giardiniere proveniente da Adria. L'incontro tra i due era avvenuto su Facebook qualche tempo prima di quella maledetta notte, la notte della scomparsa. Anche Andrea, come la Spreafico, condivideva l’amore e la passione per la musica rock. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso i due il 2 giugno a bordo dell’auto di Greta, nei pressi di Barricata, vicino al mare. Secondo quanto ricostruito, il 3 giugno 2022, i due hanno mangiato una pizza a casa di Tosi per poi trascorrere l'intera notte guidando per il Delta del Po, facendo alcune soste per bere qualcosa. A un certo punto, Greta avrebbe proposto di passare la notte insieme, ma Tosi avrebbe gentilmente declinato. Un giallo nel giallo di fronte al quale la Procura sembra voler gettare la spugna. Il Procuratore della Repubblica di Rovigo, la dottoressa Manuela Fasolato, ha richiesto l’archiviazione del procedimento avviato dopo la scomparsa di Greta il 4 giugno 2022, proprio per la mancata insorgenza di elementi utili a fondare un’accusa in giudizio. Inizialmente, il fascicolo era stato aperto contro ignoti per il reato di sequestro di persona, ma successivamente l’indagine si è focalizzata proprio su Andrea Tosi, il cinquantottenne con il quale Greta ha trascorso le ultime ore prima di far perdere le sue tracce. L’indagato è stato interrogato per i reati ipotizzati di distruzione e occultamento di cadavere, ma si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere. Così, recentemente, è intervenuta la decisione dell’avvocata Nunzia Barzan e del dottor Davide Barzan, che assistono la famiglia di Greta, di sporgere querela contro ignoti per circonvenzione di incapace. Poco prima di sparire, e di stipulare un rogito per la vendita di una casa di proprietà, Greta aveva fatto un testamento olografo. Qualcuno rivendicava le sue proprietà? Sicuramente, a mio modo di vedere, le ragioni della sua scomparsa devono essere ricercate nel posto in cui è sparita. Perché una persona che il giorno dopo avrebbe dovuto stipulare un rogito prenderebbe una decisione a dir poco discutibile come quella di sparire? C’è qualcuno che sa molto di più di quanto ha raccontato. E vi spiego perché.
Greta è stata prima di tutto vittima della sua solitudine. Dalle indagini svolte dal consulente Ezio Denti non era emerso niente che potesse confermare le sue paure. Ricordate i messaggi nei quali diceva al dottor Denti di voler vivere ma di temere per la propria incolumità? Quel che è certo è che risulta piuttosto anomalo che qualcuno che si sentiva minacciato abbia deciso di rivolgersi a un investigatore privato piuttosto che alla Polizia. Al contrario, i gravi problemi fisici sofferti da Greta a seguito dell’inalazione del materiale ferroso nell’azienda in cui lavorava potrebbero invero averle procurato anche dei disagi di matrice psicologica. Le due preoccupazioni potrebbero rientrare in una componente ansiosa che prende il nome di “diffusione pensiero azione”. In questo senso, difatti, entrando in un circolo vizioso ossessivo spesso si tende proprio a credere che ciò che si pensa possa essere veritiero e dunque realizzarsi. Di solito, in circostanze come queste la prospettiva è talmente angosciante che l’individuo cerca di allontanarla dalla propria mente. Ma più ci prova, più questo sentimento si rafforza. In gergo tecnico, parliamo di “Effetto rebound”. E il risultato è quello di dare a un pensiero fugace un’importanza sproporzionata, al punto da dominare completamente l’attività mentale. Dunque, pensate davvero che una donna in simili condizioni potesse redigere un valido testamento olografo? Un’attività, peraltro, decisamente non consentita dal Codice civile. In soldoni, la legge impedisce di testare a coloro i quali, anche se non siano stati interdetti o inabilitati, si trovino in una condizione di incapacità di intendere e di volere. Anche solo transitoria. Per questo è davvero difficile che una donna come la cantante, ormai vittima di veri e propri deliri persecutori, possa aver fatto una disposizione così azzardata. Proprio a beneficio dell’ex fidanzato. La geografia di Porto Tolle è per definizione contraddistinta da paludi e insenature, con un’altitudine media di due metri sotto il livello del mare con punte fino a quattro metri. Un territorio che complica il ritrovamento non solo del cadavere di Greta, ma eventualmente anche della sua auto. Nonostante il sindaco abbia ribadito in una recente intervista che nel corso delle ricerche hanno perlustrato tutto il territorio, stiamo parlando del secondo comune più vasto del Veneto con un’estensione di circa duecentocinquantotto chilometri. Vi ricordate Silvia Cipriani, la postina scomparsa a Rieti? Il suo cadavere è stato ritrovato casualmente da un cercatore di funghi. Nonostante l’uso dei droni, le ricerche erano state infruttuose anche in quel caso proprio per la morfologia del territorio. Che fine ha fatto Greta? Occorre continuare a scavare negli ultimi giorni e nelle sue relazioni. Un’attività possibile grazie all’autopsia psicologica.