Non si nitrisce più a La Zanzara. In compenso c’è Filippo Champagne che parla. L’amico storico di Davide Lacerenza, diventato celebre su Instagram per il suo stile di vita estremo, ha confessato: “A causa della mia amicizia con Davide non sono più gradito in diversi locali di Milano, fanno storie per farmi entrare. Le escort girano anche lì”. E rincara la dose: “Di cosa hanno paura, che scoprano le prostitute anche da loro? I magistrati non mi hanno mai convocato, sono pulito”. Dopo lo scandalo della Gintoneria, Champagne non ha alcuna intenzione di abbassare la testa. La bomba la sgancia subito: “Lo sa tutta Milano che ci sono locali dove vanno calciatori accompagnati da prostitute, sono ovunque. Basta fare i moralisti, aprite i social e vedrete tutte 'ste ragazze che vanno a Dubai a fare le escort. Una mia amica andava spesso a Dubai da questi arabi con i quali non faceva nemmeno sesso, loro si sdraiavano per terra e la mia amica gli urinava addosso per 5mila euro”. Cruciani incalza: “Cosa ne pensi della licenza revocata a Lacerenza?”. Champagne risponde così: “Solo i comunisti godono per queste cose. Se la revocano a lui (Davide, ndr) devono revocarla a quasi tutta Milano”. E ancora: “Sono sicuro che Davide non sfruttava la prostituzione, questa accusa è una follia. Andavo tutte le sere in Gintoneria, le ragazze c’erano ma non ho mai visto Davide lucrare su queste ragazze. Arrivavano, si acchiappavano il cliente e se lo portavano via”. E sui pacchetti droga ed escort? Champagne ride: “Leggende metropolitane. L’altra sera ero in un locale e un pr mi ha chiesto se volevo qualche ragazza al tavolo. Ho rifiutato, ma è la normalità. Questo è un paese di comunisti, moralisti e ipocriti. Legalizziamo prostituzione e droga e risolviamo tutto”.

“Davide mi ha mai offerto coca? No, perché io non pippo e comunque non l’ho mai visto dare la cocaina a qualcuno”. Altro giro, altra bomba. “Confermi la presenza di rappresentanti delle forze dell’ordine alla Gintoneria?”, chiede Cruciani. Champagne non esita: “Confermo tutto, c’erano finanzieri, carabinieri, poliziotti. Alcuni sono miei amici venivano lì a bere un bicchiere quando erano fuori servizio. Non capisco quale sia il problema. Se un carabiniere vuole bersi una bottiglia di champagne con me, avrà diritto di farlo o no?”. Poi l’affondo finale: “Se ho i soldi devo poter fare quello che voglio, anche accendere un falò per scaldarsi come faceva Pablo Escobar. Mi scrivono continuamente persone dicendo che è una vergogna il fatto che io mi balli tutta la fresca al gioco o a bere quando molte persone non arrivano a fine mese, ma cosa volete da me”. Champagne ha però un piano: aprire un proprio locale. “Il mio sarà un locale pulito”, dice, “ma se uno entra con la coca e se la fa in bagno, sono caz*i suoi. Inutile scandalizzarsi, in politica è uguale: sarà pieno di gente che pippa anche nella Lega”. Champagne chiude con una confessione pesante: “Il gioco sta andando male da novembre, un mese fa ho perso circa 250mila euro, ho fatto dei disastri. Qualche giorno fa invece con un amico abbiamo perso 100mila euro in tre giorni, purtroppo è facile quando punti 2-3 mila euro a botta. Adesso ho debiti a strozzo, ma restituirò tutto”.
