È stata finalmente ascoltata in Commissione bicamerale d’inchiesta Laura Sgrò, legale della famiglia di Emanuela Orlandi, la quindicenne cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983. Laura Sgrò è tornata a ribadire il concetto su cui si batte da anni: "Nessuna collaborazione dal Vaticano. Io spero che papa Francesco riceva presto gli Orlandi: un contatto diretto potrebbe aiutare il lavoro di tutti quanti. Rinnovo anche in questa sede il mio appello al Santo Padre". Sono anni che la famiglia Orlandi chiede un incontro con il Papa, dopo la famosa frase da lui pronunciata tanto tempo fa: “Emanuela è in cielo”. Come si può pronunciare una simile frase senza averne la certezza? Laura Sgrò ha parlato del rapporto che si è creato con il Vaticano: "Noi la collaborazione l'abbiamo sempre cercata, l'abbiamo sempre voluta". Nel gennaio del 2023 è stata aperta in Vaticano la prima inchiesta per indagare sulla scomparsa di Emanuela, un risultato raggiunto soprattutto grazie all’insistenza di Laura Sgrò e Pietro Orlandi.
Eppure, sembrerebbe che non tutto giri attorno al Vaticano. Infatti l'avvocata Sgrò ha parlato del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che potrebbe essere stato a conoscenza di alcuni particolari. Motivo? Alì Agca, l’uomo che sparò a Wojtyla nel 1981, al quale concesse la grazia nel 2000. "A quanto pare il Presidente Ciampi aveva delle agende meticolosissime che sono state donate alla presidenza della Repubblica. Non lo dico io che sono meticolose, ma il fatto che siano state consultate anche nel processo trattativa Stato-Mafia. Alcuni stralci sono stati addirittura letti nel corso del processo, per la ricostruzione di alcuni momenti storici. Visto che è stato Ciampi ad avere concesso la grazia ad Alì Agca, vorrei chiedere al presidente della Repubblica di poterle consultare. È plausibile che ci siano degli appunti e la grazia ad Agca ha probabilmente a che fare con Emanuela Orlandi".